Coeva. Una favola contemporanea

PREFAZIONE

Coeva, cioè favola contemporanea dove tutto ciò che vi accade è frutto di una ecolalia
elettrizzante in cui l’amalgama dei significati toglie spazio ad ogni possibile lettura che
non sia al tempo stesso una partecipazione attiva allo spirito e alla fattura stessa della vicenda narrata. Si tratta dunque di un libro-istante che impone al lettore di attraversare
un’esperienza da fare in comune. Non a caso anche gli autori del testo sono tre ed hanno
lasciato il segno del loro sintomatico e cospirante procedimento espressivo.


Nell’ordito del testo non c’è però traccia di automatismo espositivo al modo surrealista. C’è
piuttosto l’estro di una fantasia bizzarra che si compiace delle sue “ariostesche” (per così
dire) invenzioni. Ne deriva un trattamento di lettura simultanea che proietta lo sguardo
mentale su scenari a scatola cinese dove si susseguono o s’intrecciano eventi già probabilmente accaduti poi che passato e presente non sembrano avere più una direzione di
marcia. Allora compaiono tra l’altro personaggi inusitati come i Tamerlani, o meglio i Numi
della Semantica, e si concede pause interpretative anche una figura enigmatica come il
Gran Signore dei Numeri. Sono erme simboliche che sbucano da una foresta di allusioni e
di possibili interpretazioni dove la biblioteca stessa diventa assai più di una Babele: e ci
s’immerge fino in fondo in questa palude letteraria dove le parole sembrano incastonarsi
per emergenza di sensibilità fonetica, al punto che il lettore scopre di avere assunto alla
fine un ruolo in questo racconto-esperienza dal quale si esce trasformati assieme ai personaggi che ne animano lo scenario.
Naturalmente si tratta di personaggi in cerca di autore, cioè di protagonisti dalla incerta
identità, che tuttavia si conoscono e si distinguono per il comportamento e per il modo di
affrontare avventure e compiti diversi come se il piano della narrazione fosse il risultato di
un procedimento logico. Ma di ordinato e razionale in questo papier-collé di parole e immagini verbali non c’è assolutamente nulla.
Il fascino del testo consiste proprio in questa tumultuosa e tumultuante cavalcata di azioni,
manovre e contro manovre, apparizioni di figure del sogno, come di fronte a un Paese delle
Meraviglie in cui non si entra per l’innocente fantasia di una qualsiasi Alice ma ci si trova
immersi come in un autentico bagno di realtà del quale si nutre la nostra percezione sensibile.
Ecco allora comparire qualche allusione filosofica che diventa palcoscenico o quinta
di scenario, come quello “Arcipelago del dubbio” che fin dalle prime battute del testo invita
a lasciarsi andare al ritmo di una baraonda che “non finisce di ammaliare”.
Duccio Trombadori

 

 

 

 

SINOSSI

Un acido dejà-vu. Un Adamo ed una Eva s’incontrano e rincontrano nello stesso iter
“coevo”. Si fanno promessa. Un viaggio eroico per Kama, il protagonista, un viaggio intimo
e di conoscenza per Vèlle, la protagonista. Un machiavellico Topo dandy, Strauss; una
sgangherata combriccola, composta da una poetica Vox Populi, Assemblea; un Giullare coatto,
Ginger; una sofisticata Cassandra; una donna fragile Kafkasìa ed un puntiglioso Istrione,
guidano l’Adamo protagonista alla ricerca, ostinata ed interminabile, di un chimerico
dono per le nozze promesse.
L’incontro con un temibile nemico: il Tamerlano. La scoperta di un inganno. Eserciti di lettere
contro legioni di numeri, raffinato erotismo e pornografia, una fata, un cane ed un
gatto, sono i testimoni oculari.

NOTE SUI PERSONAGGI
Kama –Il protagonista, il desiderato, l’uomo oggetto di desiderio. È l’eroe onirico.
Vèlle – Il volere, la compagna per la vita, la donna che attraversa l’esistenza attivando e
consumando esperienze, rinnovandosi.
Gran Signore dell’Algebra – Un combattente, usa metodi travolgenti e spesso spietati. Il
luogo in cui vive è emporio importante e luogo d’incontro tra vari mondi.
Assemblea – Il raziocinio.
Strauss – Un machiavellico Topo, furbo, spassoso, aristocratico ma con un segreto.
Ginger – Il divertimento e la leggerezza.
Accademia – La saggezza.
Kafkasìa – Il pensiero esplorativo, una donna affascinante che avanza pesantemente nel
reticolo della riflessione.
SPAZIO

Paralleli ed iniziatici percorsi s’intrecciano tra loro in luoghi metafisici.
TEMPO
Le peripezie si snodano in un’atemporalità diacronica.
STILE
La protagonista è una scrittura aulica e ciclica, destrutturata fino a simboli e graffiti.
È l’antiromanzo. Uno sberleffo, un ricamo. Un esperimento sull’uso della lingua italiana.
Scritto a più mani a mo’ di album musicale, amalgamato con un lavoro di editing. Nelle intenzioni
dovrebbe rappresentare un futuro modo di scrivere.

TEMATICHE

L’opera è un’allegoria contemporanea del modo di affrontare la vita, di viverla. Non
si hanno riferimenti: li si può trovare ovunque per ripartire e trovarne altri.

BIOGRAFIA E CENNI SUGLI AUTORI
Maria Pia Carlucci nasce a Foggia negli anni ’60. Si trasferisce a Roma per frequentare
studi giuridici. Ivi risiede e opera nel campo dell’insegnamento. Nel 2003 consegue il diploma
triennale presso la “Scuola Internazionale dell’Attore” a Roma. Attrice versatile, ha
interpretato ruoli comici e drammatici in spettacoli teatrali quali Mandragola di Machiavelli
diretto da M. Caprara; Fuochi fatui per la regia di M. Milesi e M. Falaguasta; Teatro di Natale
diretto da M. Amici; Compleanno in mutande per la regia di M. Lapi; My fair boy per la
regia di L. Canestrari e G. Reina. È stata speaker a Radio-Roma ed ha condotto una rubrica
dedicata al teatro intervistando attori di fama internazionale. Ha presentato una rassegna
di critica teatrale e cinematografica nell’ambito di un programma televisivo presso una
TV locale. Si ritiene avida lettrice di saggi di psicologia, culture orientali, poesie e soprattutto
letteratura dell’Ottocento. Ama dipingere ritratti e s’interessa particolarmente di cinema
da collezione. Esordisce nel ruolo di scrittrice con Coeva.
Fiorella Corbi nasce a Salerno negli anni ’70. Laureata in Scienze dell’ Educazione, vive e
risiede in Toscana dal 2002. Nutre da sempre particolare interesse per la letteratura fantasy,
la musica classica e operistica, il canto, il teatro, il cinema, la pittura. Appassionata e
studiosa di filosofia, si dedica da molti anni alla scrittura come autrice di liriche. È al suo
primo romanzo.
Maurizio Verdiani è nato a Roma nel 1960 dove vive ed opera. Ha frequentato la Facoltà
di Lingue e Letterature Straniere Moderne. È considerato un artista polivalente, da sempre
incline alla sperimentazione; ha esposto come pittore in numerose gallerie d’arte a
Roma, in Italia ed all’estero. Ha realizzato lavori digitali, siti web, cd musicali e collaborato
inoltre come video-artista in diversi spettacoli teatrali. Cultore di musica, nutre particolare
interesse per la politica, lo sport, la zoologia, la letteratura, la filosofia, la storia, il cinema.
Nel 1993 ha pubblicato un volume di poesie intitolato Blahin’, edito da Fermenti editrice. È
esordiente nella narrativa.
Stefano Capecchi è nato a Roma nel 1980, dove attualmente vive. Laureato in Arti e
Scienze dello Spettacolo, segue corsi di drammaturgia, regia e scenografia. Tra i suoi numerosi
interessi, la letteratura italiana ed inglese, l’antropologia, la storia dell’arte e delle
tradizioni popolari, l’estetica e la mediologia. Tra gli autori preferiti compaiono Pirandello,
Goldoni, Beckett, Ionesco, Pinter, Molière, e soprattutto Shakespeare, del quale ha tradotto
e continua tuttora a tradurne le opere più significative. È agli esordi come scrittore.

(fonte: comunicato stampa)