Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark

 

Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark

Per la prima volta in Italia 73 capolavori dallo Sterling and Francine Clark Art Institute, USA

Sarà Palazzo Reale di Mipolano la prima tappa dell’eccezionale e inedito tour mondiale dei capolavori della famosa collezione americana del Sterling and Francine Clark Art Institute, di Williamstown, Stati Uniti, che comprende grandi opere francesi del XIX secolo, con stupendi dipinti di Pierre-Auguste Renoir, Claude Monet, Edgar Degas, Édouard Manet, Berthe Morisot e Camille Pissarro.

La mostra Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark si terrà dal 2 marzo al 19 giugno 2011 e conterà 73 opere dei maestri francesi dell’Ottocento. Successivamente la collezione Clark sarà ospitata in Francia, al Musée des Impressionnismes di Giverny, dal 13 luglio al 31 ottobre 2011, in Spagna, alla CaixaForum di Barcelona, dal 18 novembre 2011 al 12 febbraio 2012, e proseguirà nei maggiori musei di tutto il mondo.

 

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, l’evento è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, vanta il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Consolato Generale degli Stati Uniti di Milano e della Camera di Commercio Americana in Italia ed è organizzato dallo Sterling and Francine Clark Art Institute, insieme a Palazzo Reale e Arthemisia Group. La mostra nasce dalla collaborazione internazionale tra Arthemisia Group – nota per le grandi produzioni internazionali -, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e lo Sterling and Francine Clark Art Institute. Grazie a questa intesa l’Italia è stata scelta come prima sede dell’eccezionale tour.

Con questa mostra – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory – Milano ribadisce ancora una volta come l’arte sia il terreno d’incontro e d’integrazione tra Europa e Stati Uniti, per un Occidente che riconosce sino in fondo la propria storia, i propri simboli, e che vede negli Impressionisti e nelle loro opere uno specchio in cui si riflette la nostra identità”.

Lo Sterling and Francine Clark Art Institute nasce nel 1955 a Williamstown, New England, Massachusetts, grazie a Robert Sterling Clark, uno degli eredi del patrimonio delle macchine da cucire Singer, e alla moglie Francine Clary Clark, che insieme acquistarono il nucleo principale della collezione fra il 1910 e il 1950. Il fiore all’occhiello dell’istituzione è la sua collezione di dipinti francesi oltre a capolavori europei e americani che vanno dal Rinascimento alla fine dell’Ottocento. La collezione Clark ha continuato a crescere grazie ad acquisizioni e donazioni e la holding dei Clark riunisce oggi circa 8000 pezzi tra i quali 500 quadri e importanti collezioni di opere su carta e di arte decorativa.

L’istitituto riveste da sempre la duplice missione di museo d’arte e di centro di ricerca e alto perfezionamento nel campo delle arti visive e le sue consistenti risorse nonché le esposizioni e i vivaci programmi accademici proposti in sede, attirano visitatori, studenti e studiosi da ogni dove.

 

Il Clark Art Institute organizza inoltre grandi mostre esportando le proprie opere in tutto il mondo. L’ultima e più recente è l’importante monografica Pasión por Renoir, aperta ad ottobre 2010 al Museu Nacional del Prado di Madrid, con l’intera collezione di trentuno dipinti di Pierre-Auguste Renoir, mai usciti prima insieme dalla sede di Williamstown.

Dopo Madrid, ventuno di questi capolavori giungono a Milano per l’appuntamento dedicato agli Impressionisti come corpus centrale di un inedito e suggestivo percorso che, accanto ai dipinti di Renoir, Monet, Degas, Manet, Morisot e Pissarro, include altresì opere fondamentali dei pittori barbizonniers quali Jean-Baptiste-Camille Corot, Jean-François Millet, e Theodore Rousseau, dei maggiori pittori accademici del tempo quali William-Adolphe Bouguereau, Jean-Léon Gérôme e Alfred Stevens, e di post-impressionisti quali Pierre Bonnard, Paul Gauguin e Henri de Toulouse-Lautrec.

La mostra è curata da Richard Rand, Senior Curator presso lo Sterling and Francine Clark Art Institute e il percorso espositivo, organizzato con la consulenza scientifica di Stefano Zuffi, è articolato in dieci sezioni incentrate sui temi fondamentali che testimoniano le innovazioni stilistiche e tecniche della seconda metà dell’Ottocento: Impressione, Luce, Natura, Città e campagna, Mare, Viaggi, Società, Corpo, Volti e Piaceri.

LA MOSTRA

 

Esattamente un secolo fa, nel 1911, l’americano Robert Sterling Clark si trasferiva a Parigi, dopo una giovinezza ricca di avventure e di successi. La passione per l’arte, condivisa dalla moglie Francine, si traduce in una attività di collezionismo di grande sensibilità: capolavori sceltissimi di maestri rinascimentali, attenzione alle cosiddette arti applicate, sostegno ai pittori americani, e, soprattutto, una approfondita e accurata selezione di dipinti francesi dell’Ottocento.

 

Sterling e Francine Clark vivevano a Parigi, al centro della vita culturale e del mercato artistico; pertanto le loro scelte non si basavano – come per altre collezioni d’oltre Atlantico – su segnalazioni estemporanee o opportunità casuali, legate a occasionali viaggi in Europa. Al contrario, i coniugi Clark hanno costruito una collezione di emozionanti dipinti impressionisti (Monet, Manet, Pissarro, Sisley, Degas e il prediletto Renoir), ma hanno altresì allargato il campo ai precursori, agli sviluppi e al seguito del movimento impressionista, lungo l’arco di tre generazioni di artisti tra il 1830 e il 1900, ovvero da Corot a Bonnard.

 

La mostra propone questa caratteristica peculiare della collezione Clark, presentando una ricca selezione delle opere più importanti: dipinti di grande poesia, in alcuni casi assoluti capolavori, sono parte integrante di un organico percorso che non “isola” le gemme, ma al contrario le inserisce in uno sviluppo di stili, di movimenti, di ricerche. Per questo, accanto e intorno alle opere degli Impressionisti si trovano dipinti degli artisti che hanno costituito le premesse immediate per la nascita della nuova pittura “indipendente”; non mancano i rivali (come gli esponenti della tradizione accademica) e gli artisti che, alla fine del XIX secolo, hanno proposto nuovi scenari e soluzioni originali, come ad esempio Gauguin e Toulouse-Lautrec.

 

Inoltre, se Parigi resta sempre il fulcro intorno al quale ruotano le scelte dei coniugi Clark, proprio la funzione cosmopolita della capitale francese fa sì che nella raccolta entrino opere di artisti inglesi, olandesi, belgi, italiani, statunitensi, ad arricchire in modo straordinario la trama dei rapporti e degli intrecci culturali in riva alla Senna.

Gli artisti presenti in mostra sono ventisei e l’allestimento si lega alle ragioni culturali di questa intelligente collezione, per condurre il visitatore a entrare nelle dinamiche dell’arte del secondo Ottocento, nel passaggio tra la tradizione “classica” e la prima, vera pittura “moderna”.

Il percorso in dieci sezioni

 

Il percorso, articolato in dieci sezioni tematiche dedicate a diversi soggetti e situazioni, si apre con un prezioso nucleo di dipinti strettamente legati alla nascita dell’impressionismo. Impressione (un termine coniato quasi casualmente da Monet) è il titolo del primo capitolo introduttivo, dove si propone un confronto serrato e ad altissimo livello tra i paesaggi di Monet, Pissarro e Sisley, i fiori di Manet, Renoir e della Morisot, e i volti evocati da Renoir: tutte opere che aiutano a comprendere le caratteristiche dello stile, della tecnica e della poesia impressionista.

 

La seconda sezione è dedicata alla Luce, “materia” fondamentale per la pittura impressionista, e protagonista assoluta dell’immagine di Parigi (non a caso ribattezzata la “Ville Lumiére”). La luce della pittura en plein air risplende soprattutto sui paesaggi (ed ecco le opere di Monet, Pissarro e lo straordinario Tramonto, 1879 o 1881, di Renoir), ma viene interpretata con estrema sensibilità anche nelle “nature morte”, in questo caso da Sisley e da Renoir.

 

Natura, Mare, Città e campagna sono le sezioni centrali della mostra e sono strettamente concatenate fra loro; in tutte queste sezioni i dipinti impressionisti sono messi a confronto con opere appartenenti ad altri movimenti artistici. Nella sezione dedicata alla natura, si può comprendere come l’eleganza di Corot e le ricerche di Théodore Rousseau costituiscano una premessa importante per gli esiti di Monet, mentre lo splendido angolo della Senna ad Argenteuil (1892 circa), dipinto da Caillebotte, costituisce un raffinato caso di sviluppo post-impressionista. Le splendide marine di Jongkind e Boudin offrono un punto di confronto diretto con due capolavori di Monet ispirati alle coste della Normandia, mentre nella sezione dedicata al dialogo tra città e campagna sarà una sorpresa incontrare una fremente scena parigina, Attraversando la strada (1873 -1875) di Boldini.

 

Se Parigi è lo scenario privilegiato per le ricerche e le proposte artistiche, una sezione di grande importanza è quella dedicata ai Viaggi dei pittori: momento irrinunciabile per arricchire le esperienze visive, per mettersi a confronto con vedute storiche o per scoprire nuove emozioni. E’ questa la sezione più “italiana”: città e paesaggi del nostro Paese vengono ammirati da Corot (Castel Sant’Angelo, Roma, 1835 -1840, e Bagnanti delle Isole Borromeo, 1865 – 1870, sul Lago Maggiore) e da Renoir (Venezia, Palazzo Ducale e La baia di Napoli, sera del 1881): ma non mancano temi orientali, come la scena egiziana descritta da Gerôme.

Da questa sezione si passa naturalmente a quella dedicata alla Società, per vedere come l’arco espressivo della pittura francese del secondo Ottocento si allarghi a ogni ambito sociale. Ecco la Pastorella: pianura di Barbizon, prima del 1862, di Millet accanto alla giovane viaggiatrice Louise Harduin (1831) di Corot; l’animazione de Il Porto di Rouen: scarico di legname (1898) osservata da Pissarro accanto al tranquillo Interno ad Arcachon (1871) di Manet; le eleganti dame di Stevens e di Boldini accanto alla prostituta in Attesa (1888 c.) dei clienti di Toulouse-Lautrec.

La sezione successiva è dedicata al Corpo. Il Mercato di schiavi (1866) di Gerôme propone un’esotica sensualità, e apre la riflessione sul soggetto più “classico” dell’arte: l’immagine del corpo umano. Tra l’accademica perfezione di Bouguereau e la rigogliosa sontuosità della Bagnante bionda (1881) di Renoir, Berthe Morisot inserisce un tocco prezioso di sensibilità femminile.

Avvicinando ulteriormente il rapporto con i soggetti, dal “corpo” si passa ai Volti di personaggi, e dietro a ogni volto c’è una storia. Ad alcuni autoritratti (Degas, Renoir) si associano personaggi di diverso genere, da Il Giardiniere dell’artista (1893) di Carolus-Durand alla Ragazza che lavora all’uncinetto (1875 c.) di Renoir, il primo quadro acquistato dai coniugi Clark, fino alla solenne Carmen (1884) ritratta da Toulouse-Lautrec nella sua energica, disincantata eppure a suo modo nobile realtà.

 

La mostra si conclude con un capitolo dedicato ai Piaceri. Il primo, e forse il più importante, è sottinteso: il piacere del collezionismo, da parte di Sterling e Francine Clark, evocato dal dipinto di Daumier con i Collezionisti di stampe (1860 – 1863 c.), coniugato con il piacere di condividere con il pubblico i capolavori del loro museo. In questa sezione conclusiva incontriamo i gusti raffinati di Degas, che prediligeva le corse ippiche a Longchamp e le ballerine dell’Opéra, con il profumo dei fiori (e delle fanciulle che li accompagnano) di Tissot e di Renoir; il brivido esotico evocato da Gerôme e l’intima gioia che ci può dare un cagnolino descritta da Bonnard.

 

Si riassume così, attraverso opere di grande bellezza, il senso di una collezione che ha come fulcro gli impressionisti come straordinario momento di una storia incessante di idee, di gusto, di poesia.

 

La mostra sarà accompagnata da un catalogo illustrato pubblicato dalla Clark con Skira. Le dettagliate voci del catalogo sono accompagnate da ricche immagini a colori per ogni opera esposta, comprese numerose riproduzioni a pagina intera. Affascinanti saggi di James A. Ganz e Richard R. Brettell, importanti studiosi dell’arte europea del XIX secolo, illuminano altri aspetti della collezione Clark e offrono un’introduzione biografica a Sterling Clark, inserendolo così nel contesto di altri collezionisti dell’inizio del XX secolo come Albert Barnes, Henry Clay Frick, e Duncan Phillips.

 

(Fonte: comunicato stampa)