Salviamo Giotto

Appello degli storici per la salvaguardia degli Affreschi della Cappella Scrovegni

Nel ciclo pittorico l’artista toscano dipinse il primo bacio nella storia dell’Arte

L’appello è on-line sul sito dedicato http://savegiotto.com

di Antonietta Fulvio

 

Il nostro Bel Paese sembra proprio destinato ahinoi a perdere pezzi. Pezzi inestimabili dell’immenso patrimonio artistico e architettonico che il mondo ci invidia e che potrebbe rappresentare una fonte, tra quelle principali, per la ripresa e lo sviluppo della nostra economia… Chi viene in Italia  non viene certo solo per il clima, anche se il termometro sotto lo zero di questi giorni sembra scongiurare di per sé questa ipotesi. Chi viene in Italia vuole innanzitutto trovarsi a tu per tu con l’Arte. Quella sublime che ha attraversato i secoli.
Dal Colosseo e i Fori imperiali agli scavi di Pompei, dal cupolone del Brunelleschi al Mausoleo di Teodorico. Dalla Torre pendente di Pisa alla Valle dei Templi di Agrigento. Dalla mole antoneliana al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, dalla basilica di San Marco a quella di Assisi….e si potrebbe continuare così, fino all’infinito, perché infinite sono le bellezze che il nostro Paese possiede. Dalle grandi città d’arte ai borghi disseminati in lungo e in largo come Gradara, Furore, fin sotto il tacco giungendo a Specchia.

Troppo spesso dimentichiamo (?) che abbiamo siti archeologici e architettonici importantissimi, capolavori di assoluta bellezza la cui salvaguardia dovrebbe essere una delle prime voci di spesa nei bilanci amministrativi e statali. E non solo. Il primo bene da tutelare, soprattutto, quando ci si appresta con il nuovo a modificare l’aspetto e l’assetto delle nostre città. Una lunga premessa, noiosa forse, ma doverosa per parlare della Cappella degli Scrovegni di Padova e dei bellissimi affreschi di Giotto da salvare.
Affreschi che impreziosiscono la cappella, intitolata a Santa Maria della Carità, e che Giotto realizzò su commissione di Enrico degli Scrovegni tra il 1303 e il 1305. In soli due anni l’artista toscano, che aveva già affrescato per il Papa la Basilica di Assisi e San Giovanni in Laterano e proprio a Padova gli affreschi per la Basilica di Sant’Antonio e per il palazzo della Ragione, diede vita ad uno dei massimi capolavori dell’arte occidentale concependo un ciclo pittorico che attraversa Vecchio e Nuovo Testamento.

 

Una pittura poetica delicata ma cromaticamente intensa e con una resa spaziale eccezionale per l’epoca (la prospettiva sarà teorizzata solo più tardi da Brunelleschi). Giotto immaginò una struttura architettonica in finti marmi dipinti che sorreggeva la volta, un meraviglioso cielo stellato blu cobalto, sotto il quale, incastonati in riquadri, si svolgevano le storie di Gioacchino e Anna, della Vergine e di Cristo: dalla rappresentazione del primo bacio nella storia dell’arte, tra Anna e Gioacchino, alla nascita del Bambino, l’adorazione dei Magi, la fuga in Egitto fino alla morte e risurrezione di Cristo e la sua ascesa al cielo nel giorno della Pentecoste; in controfacciata, invece,  il Giudizio Universale quale monito alla salvazione umana.

Sin dal 1880, anno in cui la Cappella è stata acquisita dalla città di Padova, gli affreschi sono stati continuamente oggetto di particolari attenzioni e nel corso degli anni sono stati compiuti diversi interventi conservativi; grazie alla sinergia di Amministrazione locale, Soprintendenze e Istituto Centrale per il Restauro, dagli anni settanta ad oggi sono stati compiuti accurati studi e monitoraggi sullo stato dell’edificio, sulla qualità dell’aria, sui fattori inquinanti, sullo stato di conservazione delle pitture. Per salvaguardarle si è ricorso alla all’installazione di un impianto di trattamento dell’aria che consente di gestire il forte flusso dei visitatori che viene ripartito in gruppi, non più di venticinque per volta, che accedono alla cappella grazie ad un nuovo ingresso, che prevede l’entrata nel Corpo Tecnologico Attrezzato, una sala di compensazione per la stabilizzazione del microclima interno. Risale al 2001 l’ultimo intervento di restauro, ma la situazione è continuamente monitorata con verifiche sullo stato dei dipinti murali da parte dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, non ultimi quelli che dal 9 al 14 gennaio 2012 hanno tenuto la Cappella degli Scrovegni chiusa ai visitatori.

L’appello è partito dalla storica dell’arte Chiara Frugoni, la stessa che lo scorso novembre rivelò una scoperta estremamente interessante ovvero il volto di un demone disegnato da Giotto ad Assisi tra le nuvole degli affreschi della Basilica superiore. Ora la studiosa ha unito la propria voce a quella di Alessandro Nova e Steffi Roettgen rivolgendosi a tutti gli amanti dell’arte e del nostro Paese per chiedere la realizzazione di opere di massima salvaguardia del sottosuolo prima di dare avvio alla costruzione dell’Auditorium. Edificio che, trovandosi a meno di duecento metri dalla Cappella, rischia di modificare la già compromessa  situazione idrogeologica dei terreni.
Nella stessa zona  – ha scritto recentemente la studiosa su Il Manifesto – esiste anche il progetto di un grattacielo di 104 metri ed è stato appena ultimato un parcheggio, cioè una vasta cementificazione che ha modificato l’assorbimento delle piogge nel terreno.

L’appello, divenuto ora anche un sito  – http://savegiotto.com – è stato sottoscritto da Francesco Aceto / Roberto Bartalini / Francesco Caglioti / Laura Cavazzini / Keith Christiansen / Maria Monica Donato / Vittorio Emiliani, per il Comitato per la Bellezza / Julian Gardner / Carlo Ginzburg / Maria Pia Guermandi, per Eddyburg / Donata Levi, per PatrimonioSos / Franco Miracco / Tomaso Montanari / Alessandra Mottola Molfino, per Italia Nostra / Alessandro Nova / Titti Panajotti, per Italia Nostra Padova / Giuseppe Pavanello / Antonio Pinelli / Giuliano Pisani / Serena Romano / Steffi Roettgen / Salvatore Settis / Giovanna Valenzano / Bruno Zanardi. Grande mobilitaizone anche on line per la raccolta firme anche su Facebook (Kadastrofe a Padova) e su Twitter(savegiotto).

“Quanto valgono gli affreschi di Giotto, rispetto ai vantaggi portati dalle nuove costruzioni? Non lasciamo soli i padovani a discuterne il prezzo, perché non c’è prezzo”. Ha tuonato Chiara Frugoni dalle pagine de “Il Manifesto” (7 febbraio, 2012).
Come non condividerle a pieno le sue parole? Siamo stufi di vedere crollare i nostri monumenti. Di opere d’arte trafugate o distrutte dall’incuria più che dal tempo.
Il crollo della Domus Aurea di Nerone a Roma e della Domus dei gladiatori a Pompei hanno mostrato al mondo non solo il potere distruttivo dell’acqua ma quello ancor più letale che viene dall’incuria e della miopia degli uomini, ma forse per la Cappella degli Scrovegni c’è ancora il tempo di agire: sottoscriviamo la petizione. Salviamo Giotto. Salviamo il Colosseo. Salviamo Pompei…. Salviamo i nostri Beni culturali perché sono insieme alla nostra identità l’unica cosa che non ha e non deve avere prezzo. Mai.

 


 

Per visitare la Cappella si rimanda alla visione del sito

http://www.cappelladegliscrovegni.it

dove si possono reperire tutte le informazioni necessarie