LUCI ARTISTICHE SULL’OBELISCO DI LECCE

 

Nuove luci su uno dei monumenti più significativi  della città

a partire dalla serata di martedì 14 febbraio 2012

 

 

L’antico monumento leccese, risalente al 1822, potrà godere di una suggestiva e mirata illuminazione artistica, così come è stato fatto per la vicina Porta Napoli. Tra le linee-guida che si era posta l’Amministrazione Comunale di Lecce l’obiettivo prioritario era quello di puntare alla valorizzazione dell’Obelisco ridando lustro e visibilità ad uno dei più caratteristici monumenti leccesi secondo criteri improntati all’economicità.

Martedì 14 febbraio, alle ore 18, sarà illuminato l’Obelisco di porta Napoli. Alla cerimonia saranno presenti il sindaco Paolo Perrone, l’assessore alla Cultura Massimo Alfarano, l’assessore ai Lavori Pubblici Gaetano Messuti, oltre a numerosi rappresentanti istituzionali.

Prima di realizzare il progetto, l’Amministrazione Comunale ha provveduto ad un deciso intervento  di manutenzione straordinaria dell’Obelisco, attraverso la pulizia della superfici lapidee. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Edilgamma di Lecce.

Da primo “segno urbano” di carattere celebrativo fuori le mura, nel corso del tempo l’Obelisco è diventato una consolidata emergenza urbana.

La piazza ottocentesca ha subito diverse trasformazioni presentandosi oggi come un congestionato nodo di convergenza di importanti assi di attraversamento veicolare.

Tuttavia, l’Obelisco pur slegato dal contesto originario, costituisce un elemento persistente della memoria del passato e un fondamentale segno urbano.

Per questo, il nuovo impianto di illuminazione realizzato dalla ditta Idea Luce Srl su progetto dello studio Ingrosso,  punta a restituire un collegamento con l’antico ingresso alla città attraverso l’arco di trionfo, costituendo un richiamo visivo attraverso la lettura delle litocromìe e di ciò che può essere considerata la lettura per “sistemi continui” delle emergenze architettoniche.

Attraverso la valorizzazione degli elementi plastici e del “modellato”, come è già stato evidenziato nell’intervento di porta Napoli, il progetto dell’architetto Andrea Ingrosso, evidenzia la volontà di costruire una chiave di lettura delle emergenze storico-architettoniche, non distaccate dalla città ma continue ad essa, attraverso una lettura fatta di riconoscimenti cromatici ed illuminazioni calibrate al contesto urbano.

 

 

I criteri generali seguiti nel progetto di illuminazione dell’obelisco sono i seguenti:

  • Resa cromatica: adeguata ai materiali ed al colore delle opere da illuminare
  • Tonalità di luce: differenziata per edifici adiacenti e/o di aspetto cromatico diverso
  • Distribuzione della luce: in funzione del grado di riflessione delle superfici
  • Illuminamenti: diversi su parti di diverso rilievo
  • Sorgenti di luce aventi massima efficienza luminosa
  • Contenimento del flusso luminoso entro la sagoma dell’opera da illuminare per il rispetto della legge regionale sull’inquinamento luminoso

Il progetto è stato redatto tenendo presente il minimo impatto visivo degli apparecchi sul monumento, impiegando apparecchi con distribuzione ellissoidale del flusso luminoso, a compensazione delle aree a traffico motorizzato adiacenti l’obelisco medesimo.

Sono state  di sorgenti luminose ad alogenuri metallici di tipo Mastercolor, per la migliore resa cromatica sulle superfici lapidee (Ra 85) nonché l’impiego di LED a temperatura di colore da 3700°k posti ad incasso lungo il dado di base, per consentire una percezione più efficace del monumento anche da maggiori distanze, nonché per rendere evidenti, in controluce, la percezione dei gradini perimetrali dagli “occhi di gatto” esistenti.

L’illuminazione dell’obelisco e dei suoi altorilievi è garantita da 2 proiettori dotati di apposite schermature per ridurre l’abbagliamento sugli automobilisti, nonché da lenti con distribuzione “a lama di luce” per contenere il flusso luminoso entro la sagoma.

L’illuminazione degli altorilievi presenti nella parte inferiore, è stata realizzata con apparecchi posizionati su pali e opportunamente schermati, nella medesima posizione dei proiettori da 400W precedentemente installati.

La potenza installata complessiva per l’illuminazione del monumento è pari a kw 0,88 con una durata delle sorgenti luminose da 6000 ore delle proiettori sino  a 40000 ore dei led posti alla base.

L’importo complessivo dei lavori eseguiti è pari a € 42.070,00 comprensivi di Iva, progettazione e oneri di sicurezza.

 


 

IN ONORE DI RE FERDINANDO I

Alcuni cenni storici sull’Obelisco, uno dei monumenti più suggestivi della città di Lecce

Per definire l’arredo del piazzale antistante Porta Napoli, nel 1822 fu realizzato l’Obelisco, primo importante “segno” urbano extramoenia nel punto d’arrivo privilegiato a nord della città, segno tangibile di riconoscenza in onore di Ferdinando II, Re delle Due Sicilie.

La visita a Lecce del Re fu l’occasione per la quale le autorità locali decisero di dare maggiore impulso al programma di rinnovamento cittadino già avviato con l’istaurarsi della Restaurazione Borbonica (1815-1860) e che avrebbe presto portato in campo urbanistico alla definizione delle direttrici fondamentali di espansione urbana oltre le mura e in campo edilizio all’attuazione di una vivace politica delle opere pubbliche.

Occorreva in particolare definire la sistemazione urbanistica dei terreni demaniali che circondavano le mura cittadine i quali, quando Giuseppe Ceva-Grimaldi, marchese di Pietracanella – primo Intendente Borbonico d Terra d’Otranto – giunse a Lecce si presentavano “per lunga negligenza, coperti di rottami di fabbriche e squallidi in modo che  destavano l’dea delle desolazioni di Palmiera e di Gerusalemme” (Ceva-Grimaldi, Itinerario da Napoli a Lecce, Napoli, 1821).

Su progetto dell’architetto comunale Bernardino Bernardini e su indicazione di Gaetano Sella, nel 1818 ebbe inizio la costruzione dei viali perimetrali extramurali per la pubblica igiene e per il passeggio. Parte nodale del progetto di sistemazione divenne lo spazio antistante l’arco trionfale di Carlo V (Porta Napoli) il quale faceva da fondale prospettico alla nuova strada Lecce-Campi, inaugurata in quello stesso anno a completamento della strada “ferdinandea” che da Napoli conduceva a Lecce.

In tale spazio, in corrispondenza del punto in cui la nuova strada di penetrazione alla città si intersecava con il nuovo viale extramurale, nel 1819 fu realizzata una piazza circolare suburbana, successivamente arredata con panchine e cinta di alberi che Michele Tenore, direttore dell’Orto botanico, aveva spedito da Napoli su richiesta della Commissione alle opere pubbliche.

Al centro della piazza, primo luogo di sosta in occasione delle entrate trionfali, in posizione ideale ad enfatizzare l’inizio della nuova strada, fu eretto l’Obelisco, espressione di gratitudine pubblica al re Ferdinando I e opera ultima di decoro urbano e di coronamento di tutta la sistemazione.

I lavori per la sua realizzazione (oltre che per altri elementi di arredo della piazza, tra i quali pilastri con vasi etruschi, non più esistenti ma rilevabili dalle fotografie del tempo) furono eseguiti dallo scultore Vito Carluccio di Muro Leccese e dai figli Vito e Martino. Essi ebbero inizio nel 1822 e furono completati nel 1826.

Nel corso del tempo l’Obelisco, da prima tangibile segno urbano di carattere celebrativo fuori le mura, è diventato, al pari di altri importanti monumenti cittadini, una consolidata emergenza urbana.

La originale piazza ottocentesca, luogo di incontro e di passeggio, si è oggi trasformata in un congestionato modo di convergenza di importanti assi di attraversamento veicolare. Pur nel mutare del ruolo che svolge lo spazio urbano ad esso circostante, l’Obelisco costituisce l’elemento persistente, la “memoria” del passato, insostituibile per il riconoscimento di un pezzo di città.

(fonte: Ufficio Stampa Comune di Lecce)