“Notte del Sud ribelle”. Bennato per la Notte di Melpignano

Intervista al musicista e cantautore Eugenio Bennato ospite del Concertone che il 24 agosto chiude a Melpignano il festival “La Notte della Taranta”

“Usare il linguaggio delle nostre radici per dire cose nuove”

Eugenio Bennato, un grande e ribelle cantore del Sud

di Antonietta Fulvio

 

Con il suo Balla La Nuova Italia Tour 2013 che lo porta stasera ad esibirsi a Rizziconi (RC), abbiamo raggiunto telefonicamente Eugenio Bennato attesissimo ospite del Festival La Notte della Taranta per la prima volta a Melpignano sabato 24 agosto 2013. Mentre era in viaggio verso Reggio Calabria, con estrema gentilezza e disponibilità, ha parlato del repertorio che sceglierà per il Preconcertone e ci ha anticipato una sorpresa…ecco l’intervista.

Straordinario interprete dell’anima musicale e ribelle del grande Sud, Eugenio Bennato con il suo Taranta Power per la prima volta a Melpignano…una lunga attesa…che brani eseguirai, puoi svelarci qualche titolo?

Mi sento a mio agio perché è come se fossi stato lì da sempre, tutti i brani del mio repertorio potrebbero essere rappresentati da “Taranta Power  a “Che Mediterraneo sia”… Proprio l’altro ieri  però ho scritto una canzone da presentare in occasione della mia partecipazione, anche perché mi sento essenzialmente compositore, scrivo tutti i brani che eseguo nei concerti e ho sempre vissuto la musica popolare in termini creativi.  Sono felice di intervenire a Melpignano, un festival importante perché ha sdogato all’attenzione nazionale la magia della musica popolare ed è una straordinaria macchina organizzativa  di cui il Sud deve essere fiero. Ho composto per Melpignano una canzone, con tutte le paure di quando si scrive una nuova musica, mettendomi in discussione, come sempre e l’ho intitolata “La notte del Sud ribelle”.

 

E tu certamente incarni l’anima del Sud ribelle e creativo. Negli anni Settanta fondi la Nuova Compagnia di Canto Popolare, il primo e più importante gruppo di ricerca etnica e revival della musica popolare dell’Italia del Sud…il grande Eduardo capì subito il valore di quel gruppo e di quella ricerca ….quanto è stato importante l’incontro con Eduardo De Filippo?

Significativo e incoraggiante. Ricordo che venne a vedere il nostro concerto e ci sorprese che il grande Eduardo venisse ad assistere ad uno spettacolo di teatro sperimentale di un gruppo di ragazzi… non dimenticherò mai quando si avvicinò a fine concerto e mi disse “quanno ce sta ‘o popolo areto nun se po sbaglià” ( tradotto dal napoletano: quando c’è il popolo dietro non si può sbagliare).

 

E dopo l’esordio al Festival dei due mondi (1972) con numerose tournée comincia il viaggio della tua musica popolare nel mondo; nel 1976 la nascita di Musicanova con Carlo D’Angiò e l’avvio di una carriera compositiva senza sosta con felici incursioni anche nel mondo del cinema e della televisione con la composizione di colonne sonore quali la splendida La Stanza dello Scirocco per l’omonimo film di Maurizio Sciarra che ti è valso il Nastro d’Argento (1998-1999), ma c’è un momento della tua carriera in cui incontri Peter Gabriel…

Sì, accadeva nel 2001 quando Peter Gabriel mi invitò in Australia al “ Womad” ed il brano “Taranta Power” fu inserito nella raccolta del festival. Era significativo che l’invito arrivasse da chi rappresentava un altro genere musicale, era il segnale che il mondo e Peter Gabriel  erano attratti dalle musiche popolari, da questo verbo musicale che partiva dal nostro Sud; una conferma entusiasmante che eravamo nella direzione giusta. E con entusiasmo ho partecipato poi anche alle edizioni successive in Inghilterra e Singapore.

 

 

 

Ormai non si contano più le partecipazioni ai più prestigiosi festival per non parlare delle tournée internazionali…

Ho appena terminato una tournée in Sudamerica portando la mia musica in Brasile, Cile, Venezuela e continuerò le tappe del mio tour.

 

Nel 2011 su richiesta dell’amministrazione comunale la fondazione del Napoli Taranta Festival che si inaugurò con il concerto “Suite per orchestra e voci popolari” scritto per l’orchestra e il coro del Teatro di San Carlo, sarà ripreso quel progetto?

Questa domanda dovresti farla al Sindaco De Magistris… lui è entusiasta del progetto che, purtroppo, si è fermato per la crisi economica in cui versano istituzioni come quelle comunali… ma credo di sì quando sarà possibile, si tratta di un progetto costoso.

 

E, spesso, purtroppo, i nostri amministratori continuano a considerare la cultura come una voce di bilancio da decurtare, o non hanno scelta, ahimé….Ma bisogna insistere anche se il territorio dell’Arte è sempre più una corsa ad ostacoli e questo è scoraggiante specie per le nuove generazioni. Cosa ti senti di dire ai tanti giovani che intendono avvicinarsi alla musica popolare, quale deve essere l’approccio?

Suggerisco di partire dallo studio della tradizione, anche se è un consiglio superfluo perché ho visto ragazzini che suonano con una tecnica perfetta e sono migliaia e questo vuol dire che il germe è già diffuso, ma consiglio a tutti di usare il linguaggio delle nostre radici per dire cose nuove.

 

 

 

Parole in musica che sono poesie. Una (non) a caso: Brigante se more” (1979), scritto per lo sceneggiato rai L’eredità della priora di Anton Giulio Mariano che rileggeva alcune pagine dolorose dell’Italia postunitaria….
Ommo se nasce, brigante se more /ma fino all’ultimo avimma sparà / e si murimmo, menate nu fiore / e na bestemmia pe’ sta’ libertà. Sono versi che condensano la storia del brigantaggio ripresa anche nel tuo libro, edito da Rubettino, Ninco Nanco deve morire. Che come recita il sottotitolo è un Viaggio nella storia e nella musica del sud perché la rinascita non può partire se non si recuperano storia, cultura e tradizione…

Sì, la musica come recupero dell’identità culturale e pensando al repertorio che eseguirò per La notte della Taranta di sicuro eseguirò anche qualcosa che riguarda la nostra storia come Ninco Nanco e poi della musica di taranta che probabilmente facciamo con grande tecnica  e penso anche a “Balla la nuova Italia” (dall’album Questione Meridionale, 2011, nda) in cui cito proprio la piazza di Melpignano.

 

Una piazza che sa lasciarsi trascinare in un ballo vorticoso seguendo il ritmo delle percussioni… Con il movimento Taranta Power hai fondato nel 1998, con la coreografa Silvia Coarelli, la prima scuola di danza popolare in Italia che ha l’intento recuperare, studiare e divulgare i balli popolari del Sud. Non solo musica, ma anche danza e cultura: è questo il potere della taranta?

Esattamente e il collegamento tra musica e ballo è la sua vita.

Quanto è importante la sperimentazione e la contaminazione con altri generi musicali?

La contaminazione è importante ma non deve penalizzare un elemento che in questo tipo di musica è fondamentale: il feeling tra musica e spettatore cioè deve essere proposta in modo da scatenare il ballo della taranta quindi contaminazione sia, ma a patto che faccia ballare.

 

Conclusa la partecipazione al concerto di Melpignano, il 28 agosto salirai sul palco del Kaulonia Tarantella festival (di cui sei stato fondatore nel ‘98 e direttore artistico dal 2008 fino allo scorso anno) e poi  il 22 settembre a Pieve  Emanuele (Mi) per il festival Colori sapori e musiche della Magna Grecia inserito con il Kaulonia nel circuito di Calabriasona. Che influenza può avere il coordinamento tra i vari festival anche nell’ottica di un turismo culturale che può far rimettere in moto l’economia del paese?

Sicuramente positiva, però c’è sempre il pericolo che sia monopolizzata da meccanismi organizzativi, preferisco la libertà.

Della serie viva i vari Festival che sono espressione delle diverse identità locali, in questo Melpignano docet.

“Ho sempre seguito da lontano Melpignano quest’anno ci sarò anche per rilanciare il messaggio che la musica tradizionale vive se ci sono artisti che su quella scia si muovono verso il pubblico per questo ho scritto questa nuova Taranta dedicata al fiume di gente di Melpignano”.

 

La musica popolare come affermazione dell’identità culturale e storica coinvolge tutto il Sud ma con Taranta Power si allarga ai sud del mondo…. Mi vengono in mente alcuni versi del brano Che il Mediterraneo sia

 

Andare, andare, simme tutt’eguale
affacciati alle sponde dello stesso mare
e nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante
simme tutte naviganti

Sì, siamo tutti naviganti…e ci ritroveremo, forse, nel mare di Melpignano pronti a lasciarci incantare dalle melodie e dalla voce di Eugenio Bennato, un grande e ribelle cantore del Sud.