A Tokio si discute di segni grafici e scrittura

Dal 19 al 21 settembre all’Università di Tokyo si svolgerà “Linea III – Sen. On Lines and Non Lines”

Grazie a Leonardo, Mantegna e Parmigianino

Nel solco del percorso scientifico inaugurato sei anni fa con il primo incontro del “Progetto Linea”, dal 19 al 21 settembre all’Università di Tokyo si svolgerà “Linea III – Sen. On Lines and Non Lines”, quarta e ultima conferenza internazionale organizzata intorno a quel Progetto da Marzia Faietti e Gerhard Wolf, rispettivamente Direttore del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e del Kunsthistorisches Institut in Florenz Max-Planck-Institut, in collaborazione con Shigetoshi Osano, Professore all’Università di Tokyo.

Il tema del meeting – il rapporto tra segno iconico, lettera alfabetica e ideogramma e, finalmente, il superamento della comunicazione basata su segni lineari e l’affermarsi parallelamente di una comunicazione anche gestuale – coinvolgerà storici dell’arte, filosofi, esperti di arte orientale, storici della scienza, così come nei precedenti tre convegni scaturiti dal “Progetto Linea” ha coinvolto, tra gli altri, antropologi e semiotici.
A Tokyo si intende soprattutto esplorare i confini tra linguaggi di segni diversi, afferenti al sistema della comunicazione verbale o scritta e a quello della comunicazione visiva, affrontando una pluralità differenziata di tradizioni culturali del passato e di espressioni della cultura contemporanea, in Occidente come in Oriente.
In particolare l’intervento del Direttore Faietti, che insieme a quello del collega Wolf aprirà i lavori della prima giornata della conferenza, verterà in una sorta di “viaggio” attraverso tre diverse forme di espressione artistica.
Come scrive il responsabile del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, per introdurre il convegno si sono selezionati tre “esempi emblematici del rapporto segno-scrittura nell’arte occidentale compresi tra la metà circa del Quattrocento e i primi trent’anni del Cinquecento: la simulazione da parte di Mantegna dello stile severo delle iscrizioni degli umanisti antiquarii nel tracciato grafico dei suoi disegni a penna e dei suoi bulini; la competizione di Leonardo con le lettere dell’alfabeto per descrivere e comunicare la varietà delle forme naturali e il loro dinamico mutarsi a causa degli eventi atmosferici; la consapevolezza del Parmigianino che il testo letterario concorre al principio creativo dell’inventio, ma che quest’ultima nasce dalla mente dell’artista e si fissa sul foglio in un flusso di linee governate da una logica estranea a quella della scrittura”.

“Come hanno reagito e come reagiscono culture afferenti ad aree geografiche e religiose diverse tra loro – conclude Faietti – caratterizzate da sistemi di scrittura differenti, a questa sofferta e feconda competizione tra segni e parole e, infine, gesti nell’Occidente? Con questa domanda intendiamo aprire il convegno Linea III”.

(fonte: comunicato stampa)