Manu Factus creatività e solidarietà

Chiude il 6 gennaio 2014 la rassegna organizzata a Specchia dall’associazione e20Cult

Manu Factus …creare con le mani e il cuore

Per oltre venti giorni, a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno, palazzo Risolo, nel bellissimo borgo di Specchia, ha ospitato la rassegna “Manu Factus” promossa e ideata dall’associazione culturale e20Cult in collaborazione con il Comune di Specchia, assessorato alla Cultura che ha patrocinato l’evento.

In concomitanza con il presepe vivente nel borgo, nelle stanze di Palazzo Risolo è stato allestito il presepe salentino di Luigi e Antonio Bello che hanno immaginato la Natività tra paiare, ulivi e muretti a secco.

Tantissimi i visitatori che hanno potuto ammirare i manufatti, frutto di creatività ed abilità tecniche con l’utilizzo, nella maggior parte dei casi, di materiali poveri. In linea con lo spirito della rassegna sono stati esposti ricami, capi di abbigliamento, gioielli, e accessori che possono considerarsi “preziosi” in quanto prove d’autore, oggetti unici nati dalla fusione della fantasia con la profonda conoscenza dei materiali e delle tecniche di lavorazione. Il progetto – spiega Federica Murgia di e20Cult – ha come obiettivo la rivalutazione della manualità intesa come valore del “fare” legato alla riscoperta delle tradizioni del Salento che, in questo caso, spesso, sono state rese moderne dalla creatività di abilissimi artigiani. Nello stesso tempo parte del ricavato della vendita degli oggetti, in esposizione fino al prossimo 6 gennaio, sarà devoluto agli alluvionati della Sardegna.

 

E alla raccolta fondi pro Sardegna hanno aderito tutti i partecipanti di Manu Factus. Luigi e Antonio Bello con la loro arte presepiale, Stefania Branca e i suoi avvolgenti manufatti in maglia, Briciole di passione con i presepi dalle prospettive suggestive su tegole antiche e i gessetti profumati,  Giampaolo Buscicchio con i bambinelli realizzati in piuma di pietra leccese, Claudio Capone e le sue opere in terracotta, tra cui fischietti, campanelle e i bambinelli della globalità: bianchi, neri e gialli perché Gesù nasce ad ogni latitudine e, in esclusiva per la rassegna, ha presentato una singolare natività ponendo il Divin Bambino tra le  mani di  San Giuseppe che lo eleva al cielo a sottolineare il valore della paternità in una società che spesso dimentica l’importanza del ruolo della famiglia.

Manu Factus è stata anche occasione per riscoprire attività tradizionali, passioni d’altri tempi e d’altre esigenze, che una volta venivano  tramandate da madre in figlia come ad esempio l’arte del ricamo e del cucito e della maglia di Luciana e Michela Capone o le decorazioni su vetro di  Sara di Caprio autrice anche del logo della rassegna, un girotondo di mani indispensabili per realizzare ogni tipo di attività e simbolicamente unite nel cerchio della solidarietà, non solo un termine del vocabolario ma azione concreta perché gli altri siamo noi.

Con questo spirito Cate ha realizzato i suoi Prendas, “ci no funti nè de oru nè de prata”, orecchini in chiacchierino destinando il ricavo totale in soccorso agli alluvionati della Sardegna così come ha voluto anche Maria Rosaria Sarcia per le sue originali sfere natalizie decorate con la preziosità dell’antica arte del chiaccherino.

 

Dello stesso avviso Ada Scupola: dalle decorazioni su vetro e ceramica alla pittura su stoffa, alle idee per creativi spunti per il riciclo di CD (Presepe di plastica riciclata – lampadario di bicchieri realizzato da un suo alunno) l’eventuale ricavo sarà destinato totalmente alla beneficienza (50% pro Sardegna e 50% per le famiglie povere del territorio).

Anche Vita ha riservato allo stesso scopo un bellissimo lavoro a maglia in mostra tra le fascinose mantelle, caldi ponci e cappelli, collane che diventano sciarpe per l’inverno realizzate con la sorella Cosima Costantini. E sempre nell’ambito della magia del ricamo si segnalano i deliziosi merletti fatti con la tecnica del chiacchierino, del macramè, del filet di  Francesca Orlando che raccontano di un passato dove il corredo aveva grandissimo valore, le creazioni di Anna Tullo nell’elegante punto antico che riportano ad antichi valori le tavole delle feste e, infine, le raffinate trine fatte al tombolo di Assunta Villani.

E ancora Gianluca Orlando con la sua oggettistica di legno abilmente lavorato esaltando le naturali venature della materia così come vogliono essere un vero e proprio omaggio alla bellezza della natura le creazioni di  Andrea e Giuseppe Pastore, uniti nell’arte di modellare, elegantemente, rame e stagno.

 

 

 

E se Laura Petracca e le sue decorazioni su vetri e tessuti racconta simbologie dell’inconscio, Stefano Quarta utilizza il fil di ferro per descrivere con delicatezza ed eleganza forme essenziali del reale ottenute intrecciando un unico filo rifacendosi alla linea di cavandoliana memoria o lavora il gesso ottenendo complementi d’arredo che decora finemente.

L’orafa e designer Roberta Risolo e i suoi  gioielli contemporanei con tracce d’ispirazione all’art nouveau, realizzati con materiali anche provenienti dal territorio di cui reinterpreta segni e modelli. La collana Torre del Serpe  in ottone bagno rodio e rutenio con inserti di pietra leccese, la collana Palazzo Tamborino  ottone con perla barocca e pietra leccese o l’angelo Palazzo  Perrone (ottone e cordoncino) sono tra gli esemplari che evidenziano non solo la padronanza tecnica ma anche la ricerca dei materiali lavorati come sculture gioiello e l’aderenza alla storia della propria terra.

 

Importante per la valenza educativa è stata la partecipazione delle Allieve dell’indirizzo “Moda” della Scuola IISS – “Don Tonino Bello ” di Tricase/Alessano – che espone “abiti per sognare” eseguiti dalle allieve e dipinti dalla professoressa Laura Petracca.
Una nota particolare è data dalla presenza di Luigi De Giovanni artista di Specchia che ha voluto partecipare con generosità alla raccolta fondi per una terra, la Sardegna, che l’ha apprezzato come uomo e come artista e che l’ha accolto come proprio figlio sin dal 1973. La sua installazione, allestita dall’architetto Stefania Branca, rispecchia l’amore dell’artista sia per il Salento, con l’uso delle canne e con gli scorci degli acquerelli, sia per la Sardegna con la donazione dell’opera “Seulo, dalla finestra di nonna Maria” (cm 70x 100) che rappresenta un paesaggio di Seulo (Cagliari).