Addio al Poeta Franco Corlianò

“Vorrei… ma son qui solo,

uomo di carta,

nel vento che soffia e mi porta via

ed ho un piccolo cuore,

cuore di carta,

che si strappa fra i sassi della strada.”

(da Fior di ginestra, in “C’è Facebook per te, edizioni Il Raggio Verde)

Il cuore, immenso, di Franco Corlianò non batte più ma i Poeti, come gli Artisti, non muoiono mai.

Restano i suoi versi, la sua storia autentica di uomo-poeta-narratore-pittore che si è prodigato per la cultura, per la sua terra, la Grecìa salentina e la sua lingua, il griko, grazie a lui non più lingua degli ultimi. Sono tanti gli artisti che hanno interpretato le sue canzoni Noa, Eleni Dimou, Morgan, Dimitra Galani, Xaris Alexiou, Ghiorgos Katzaròs, Lenia.  

Le pubblicazioni, letterarie, musicali e pittoriche per non parlare degli interventi sulle pagine dei quotidiani da attento studioso della sua Grecìa Salentina.

Nato a Calimera (Lecce) il 7-2-1948, sin da piccolo  manifesta una spiccata attenzione per il griko, lingua comunemente usata in famiglia, ma non da lui, che appartiene già a quella generazione a cui, per convenzione, il griko non doveva essere insegnato, perché considerato lingua di poveracci ed analfabeti. Comincia, così, quel bambino, ad annotare sul suo quadernetto parole, parole, parole grike, che aumenteranno sempre di più fino a trovare una collocazione logica e grammaticalmente ragionata in una grande opera.
Accanto alla ricerca linguistica nasce, tuttavia, un’attività parallela di studio e di comprensione dell’essenza della cultura grika, che si concretizza in varie produzioni di tipo letterario, musicale, pittorico, le quali rispecchiano antropologicamente un territorio ed un popolo ricco di valori, lungimiranza, intelligenza ed intraprendenza, anche nelle condizioni di povertà ed analfabetismo tipiche di un certo Tempo e di un certo Sud.
Franco Corlianò scrive della Grecìa su vari giornali locali e sul “Quotidiano” di Lecce, partecipa ai due volumi di “Grecìa Salentina” (Ed. Capone), cura i “Quaderni della Kinita”, pubblica le sue poesie in griko su “Lòja j’agàpi”, cura i racconti griki del “Decalimerone” … con grande amore, dipinge su tela la gente grika, la sua gente, firmandosi con lo pseudonimo “Murghì”, il soprannome della sua famiglia, per suggellare l’autenticità della sua origine.
“Dipinge in griko” diceva di lui il poeta Antonio Verri, e forse aveva ragione.
Dopo una serie di esperimenti radiofonici, teatrali e poetici, una grande svolta con la composizione di parole e musica di “Klama” (Pianto), in cui Corlianò affronta, in griko, la piaga dell’emigrazione. La famosissima cantante greca Maria Farantouri inciderà la canzone cambiando il titolo in “Andra mu pai” (Mio marito parte), la porterà in giro per la Grecia e per il Mondo, la canterà al Teatro “Olimpia” di Parigi e, con questa operazione, esporterà la Grecìa guidati da docenti sensibili ed attenti al territorio.
Seguono altre canzoni in griko: “Ti è’ na su po, pedìmmu?”, “Gramma”, “’O sordarài” che tantissimi gruppi musicali locali e tanti cantanti italiani e stranieri canteranno in griko per il mondo. Qualcuno tradurrà i suoi versi in altre lingue (Garry Christian in inglese, Noa in ebraico e Zaharina Asenova in lingua rom) ma tanti altri, e non sono pochi, canteranno in griko facendo conoscere a tutti questa nostra meravigliosa minoranza linguistica. Il griko non è più la lingua dei poveracci e degli ultimi!

Il suo esemplare impegno culturale è un’altra pietra miliare nella storia di questa terra, da lui profondamente amata.

“Apprendiamo la triste notizia della sua scomparsa mentre è andato in stampa il libro “C’è Facebook per te – emozioni e pensieri condivisi in rete”, edito da Il Raggio Verde. Franco, purtroppo, ha potuto visionare solo le bozze felice di un progetto che nasce sul social fb, agorà virtuale che è stato terreno di confronto e, soprattutto di autentica condivisione, nel segno di un’umiltà che appartiene solo ai grandi. Quando ha visto le bozze del libro e ha ascoltato ciò che aveva scritto Franca Soglia era visibimente emozionato e mi ha sussurrato “non fatemi salire sul palco però” – ricordano Giusy Petracca e Nico Maggi.  – Glielo abbiamo promesso, Franco era una persona straordinaria, di una vivacità culturale immensa, sensibile e semplice, lascia un vuoto incolmabile”.

Oggi è una giornata triste per la Grecìa Salentina, la sua Calimera che ha proclamato il lutto cittadino.  Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale hanno voluto salutare il concittadino Franco Corlianò con un messaggio: “La tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco. I grandi uomini non hanno eventi da consegnare alla storia, la loro vita confluisce in altre vite alimentandole, sono linfa vitale della nostra società. Questi uomini sono custodi del fuoco e continueranno ad essere fiamma che arde e brilla dando forza e significato alle nostre vite. Grazie per averci narrato la bellezza, Calimera ti custodirà con gratitudine”.

Con lui se ne va un altro tassello di quel mosaico che compone la Cultura dei popoli. Grazie Franco!

I funerali di Franco Corlianò si celebreranno sabato 27 giugno alle ore 16.30 presso la Chiesa Madre in Piazza del Sole a Calimera.

(an.fu.)