Roberto Daolio. La collezione non intenzionale di un critico d’arte

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Bologna. è dedicata all’incessante e attenta opera del critico d’arte Roberto Daolio, prematuramente scomparso nel 2013, la mostra inaugurata lo scorso 8 dicembre al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
Il focus espositivo Roberto Daolio. Vita e incontri di un critico d’arte attraverso le opere di una collezione non intenzionale, visibile fino al 6 maggio 2018, presenta una selezione di opere d’arte e documenti parte della collezione che entrerà prossimamente in possesso del museo grazie alla liberale volontà degli eredi Stefano Daolio e Antonio Pascarella che l’hanno voluta donare integralmente.
Le opere, quasi sempre di piccolo formato e spesso accompagnate da una dedica, sono state donate dalle artiste e dagli artisti con cui il critico d’arte, fra i più attivi e stimati in ambito nazionale, ha intessuto fitte relazioni intellettuali e operative, di carattere sia professionale sia amicale. La raccolta costituisce quindi una significativa testimonianza, per quanto parziale, di una vicenda biografica densa di incontri e attraversamenti, dialoghi e scambi, che ha dato un impulso sostanziale alla crescita e alla diffusione dell’arte emergente, componendone uno spaccato rappresentativo degli sviluppi più rilevanti, soprattutto in area emiliana, nel corso di oltre quarant’anni.
In considerazione del rilevante valore storico e artistico di questo corpus di opere, attraverso cui è possibile cogliere quanto sia stata centrale la figura di Daolio come riferimento critico per il contesto artistico bolognese durante tutti gli anni ‘80 e ‘90, nonché come attento osservatore della scena nazionale in contatto con le più importanti gallerie e istituzioni museali, l’Amministrazione Comunale ha accettato con gratitudine la proposta di donazione degli eredi, in coerenza
con l’obiettivo programmatico volto all’acquisizione di opere, documenti e testimonianze in grado di ampliare ed integrare le proprie collezioni museali esistenti.
La mostra si articola per passaggi che consentono di individuare i principali tracciati della ricerca e dell’attività di Daolio, attraverso una scelta ragionata di un centinaio di pezzi dei 146 che compongono la donazione, alcuni dei quali sottoposti a interventi di restauro conservativo per questa occasione.
I lavori di tale collezione, “involontaria” in quanto priva di un organico indirizzo distintivo, appartengono il più delle volte a una produzione di non facile classificazione, che può essere definita “minore”, apparendo talvolta perfino di statuto artistico incerto, come nel caso delle lettere e dei messaggi stupendamente decorati spediti per posta da Luciano Bartolini. Tuttavia, il loro addensarsi intorno alla personalità di Daolio le rende, nel loro insieme e nella corrispondenza di complicità affettive che sottendono, sintomatiche di un metodo di lavoro originale, costantemente rivolto verso l’insorgenza di fenomeni e di talenti nascenti, osservati e interpretati con disinteressata e selettiva partecipazione.
L’acquisizione della raccolta, oltre a consentire al MAMbo di accogliere nel proprio patrimonio testimonianze dell’attività di artisti spesso molto noti e affermati anche a livello internazionale, permette di arricchire le potenzialità di lettura delle opere d’arte con riflessioni allargate sulla loro genesi, spostando l’attenzione da una semplificata e lineare storia delle forme alla complessità dei rapporti di cooperazione che sempre ne accompagnano l’origine, l’esecuzione, l’esposizione e la trasmissione.
Nel suo costante raccordare analisi teorica e attuazione pratica, Daolio ha intrecciato in un continuum di rigorosa coerenza i diversi ruoli e ambiti nei quali si è trovato ad operare. Dall’insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Bologna, presso cui è stato titolare della cattedra di Antropologia e sociologia dell’arte dal 1977 al 2012, alla collaborazione con quotidiani e riviste specializzate, dall’incoraggiamento e dalle presentazioni di giovani artisti alla curatela di mostre, la sua multiforme attività si è svolta seguendo una rara uniformità di principi, improntati al riconoscimento e allo sviluppo delle funzioni sociali dell’arte contemporanea.
Una metodologia che includeva il confronto cooperativo con contesti diversi, dagli spazi indipendenti alle istituzioni pubbliche, dagli ambienti pubblici non deputati all’arte contemporanea ai musei, e che ha visto Daolio collaborare generosamente a più riprese, nel corso della sua intera carriera, con la Galleria d’Arte Moderna di Bologna poi trasformatasi in MAMbo.
Nel corso della rassegna sarà inoltre pubblicata un’agile pubblicazione esplicativa, disponibile gratuitamente al pubblico, realizzata in collaborazione e con il sostegno dell’Accademia di BelleArti di Bologna dove sarà organizzato un ciclo di incontri e workshop che approfondiranno la figura e l’attività didattica e critica di Roberto Daolio. In particolare è prevista una giornata di ricordi e testimonianze che coinvolgerà gli stessi artisti in mostra.
I workshop, tenuti da artisti e curatori nazionali e internazionali come Leone Contini, Cecilia Guida, Nico Dockx, Doerte Meyer, forniranno una base di riflessione metodologica fondamentale sulla Public Art; un ambito, quello delle ricerche artistiche che indagano lo spazio pubblico, centrale nell’azione critica di Roberto Daolio.

Roberto Daolio. Vita e incontri di un critico d’arte attraverso le opere di una collezione non intenzionale
Bologna, MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna
Orario: martedì, mercoledì, domenica e festivi: 10.00–18.00; giovedì, venerdì e sabato: 10.00–19.00; lunedì chiuso. Info: 051 649 6611