RADICI

Radici, ragioni di un individuare.

(Lucio Conversano nel frantoio ipogeo di Borgagne)

nella foto Lucio Conversano

 

di Francesco Pasca

Scrive Lucio Conversano, organizzatore e animatore della COLLETTIVA RADICI per BorgoInFesta presso il Frantoio ipogeo di palazzo Sciurti e nel cortile adiacente a BORGAGNE (LE):«L’arte contemporanea trova spazi nuovi. Profondi. Si rinnova scrutando le cavità dove si raccoglie in ampie bolle ipotetiche l’acqua purissima della tradizione. Svuota l’anima dalle ansie e si esprime talvolta con lentissimi battiti, anche se con ritmi convulsi, altrove […] Un tempo DURISSIMO … non bello come s’immagina … impercettibilmente PANE sotto la neve, che arcigne madri salentine donano. Madri mai dolci, solo madri e forse talvolta silenziosissime amanti delle paiare.»

Partecipano:Alessandra TANA, Antonio MIGLIETTA, Antonella CANDIDO, Antonia CASCIARO, Carlo Elmiro BEVILACQUA, Davide CORDELLA, Fernando BEVILACQUA, Fernando LONGO, Francesco PASCA (performance del 2 giugno), G. BROCCA, Franco ZILLI, Gigi SPECCHIA, Giovanni CHIRIATTI, Giuseppe ZILLI, Marco CALOGIURI, Marco MARIANO, Massimo PASCA, Massimiliano MANIERI(AZIONE 13.Performance del 31/05/2013), Mamadou SAMB, Matteo GRAVANTE, Matteo RUSSO, Marigrazia STRAFELLA, Mauro SANCES, Pantaleo MUSARO’, Salvatore RIZZELLO, Tonino ZURLO, Vincenzo BECCIA, Vincenzo CONGEDO, Alunni dell’Istituto Statale d’Arte di Galatina. La collettiva dunque è definire le radici, è partire dalle radici, inseguire la linfa culturale ch’è greca o magno greca, ch’è bizantina, ch’è, più propriamente, Salentina. Lucio Conversano è ardito nella definizione, determinato nell’accettare la sfida. Dal visitatore e dagli artisti si aspetta il cercare, non il tendere a semplificare le complesse vicende che le definiscono e che interessano il nostro trovare. Riflessione è che possiamo ricondurle al più breve periodo, circoscriverle a questa nostra civiltà o territorio. Per esempio, si possono far risalire ad un periodo più ristretto o provando a ritroso, scavando. Forse la giusta maniera sottintesa da Conversano è avvicinarsi, farle affiorare in una particolare idea scaturita dall’interpretare. Nel non comune uso che fa l’artista si può scandagliare l’aspetto complesso delle sue forme che ne fanno il colore. L’idea di Arte ricondotta a Radici ne fa quel traspare e, in un’opera, è il sortilegio dettato da una non qualsiasi altra scrittura, è quel non comunemente chiamato: segno Lineare del colore. Per Lucio Conversano, l’artista sa bene come affondare in quelle radici e trarne linfa, sa farne dinamismo concreto con l’immaginarle. In artisti occasionalmente o volutamente ritrovati ed accomunati da un evento, in una collettiva, si può determinare quel “così è”, quel trovare il comunemente e provare a denominarlo, chiamarlo “Radici” di risorsa per l’aggregazione, fargli assumere la forma coesa tenuta vincolata in un dirupo ch’è e ne è Arte. La rassegna è in un paesino dell’entroterra Salentino, Borgagne, Conversano insegue da tempo questa risorsa ed è da sempre in una particolare ricerca che diventi altra “scrittura”.L’impegno è sempre l’interamente decifrato, magari quelle radici possono essere state raccolte e fatte vedere per poi meglio scorgerle e ri-decifrarle. Per un sostantivo da rendere visivo, “Radici” è l’apparentemente ammasso filiforme, è il capillare veicolo per succhiare. Per l’artista è invece il conoscere e il portare dal profondo alla superficie. Qui, nell’opera d’arte, ogni superficie è cangiante, è plurima nei significati. È società di colore e forma profondamente diversa. Nella rassegna tutte le forme sviluppano un metodo di scrittura in relazione alla lingua universale, alla labirintica proprietà Minoica di linguaggio sillabico riportato sulle più disparate tavole e supporti. La rassegna arrotola letteralmente lo spazio e ne fa piano di visione. La lineare colore per chi si addentrerà fra le molteplici scritture fa la differenza, ne decifra sempre la successiva e così, nel via vai delle immagini, ritorna ad essere sempre e comunque inizio, radici di permanenza differenziata. L’iniziativa culturale, dunque, è riflessione sulle Radici della cultura artistica di Terra d’Otranto che non a caso si aggroviglia nel concetto di identità e di appartenenza territoriale. Può sortire, come è l’intento, nell’intima “salentinità”, in altrettante interpretazioni che non hanno mai il respiro angusto e localistico. Radici è termine ormai à la page, si è sviluppato in tempi di copioso e specifico dibattito a più voci nel numero del colore e della sua forma. In verità, l’intento si coniuga con la dialettica ragione-azione oppure nel minore-maggiore, o ancora nel metodo d’interpretazione generato dai fatti artistici dettato dalla semplice realizzazione o con la più complessa installazione. Il campo di indagine in Radici si dimostrerà tanto più valido quanto foriero di proliferazioni per ricerche significative. Borgagne, Borgo(In)Festa diventa “Radici”.