Nel Giardino d’inverno di Alveare Lecce le “GRANDI TELE” di Pina Nuzzo
Inaugurazione della Mostra sabato 11 ottobre 2025 ore 19. Intervengono Fiorella Cagnoni e Mariateresa Funtò
Carla Petrachi
LECCE. Alle tele di grandi dimensioni Pina Nuzzo ci aveva già abituate, portandoci dentro universi pittorici e materici densi, cromaticamente coinvolgenti, capaci di far convivere l’evidente e l’umbratile, liquidità e vischiosità, biografia e memoria, prefigurazioni e stratigrafie, figure e segni, natura e storia, volti corpi tratti di un’infinita genealogia femminile.
Stavolta, in occasione del quarantesimo anno della sua attività artistica, ad abitare il Giardino d’inverno di Alveare Lecce, luogo di donne pensato per le donne ma in questo spazio specifico aperto alla città, saranno, ulteriore tassello della sua ricerca, le “GRANDI TELE” e già qualcosa è possibile anticipare, ad iniziare proprio da questa sua osservazione: “Con questa Mostra torno alla figura ma ovviamente è un ritorno che preserva e tiene in sé l’esperienza di questi anni. Un ritorno al segno. È come se avessi dipinto per dei luoghi che ancora non ci sono. Ho lavorato per qualcosa che ancora non c’è”.
In realtà questo lavorare per “qualcosa che ancora non c’è”, per un “avvento”, per un “tempo a venire”, caratterizza – diremmo da sempre – almeno da quando la conosciamo, lo stare al mondo di Pina, sia sul versante della ricerca artistica e pittorica che su quello dell’impegno politico.
Come lei stessa racconta: “Dipingo da molti anni, esponendo con una certa frequenza. La passione per l’arte convive in me, da sempre, con la passione per la politica delle donne. Però non ho mai pensato di smettere di dipingere e di dedicarmi solo alla politica perché dipingere per me è una forma di conoscenza e non una professione. Anche se l’ho sempre fatto con professionalità. Ho esposto in alcune gallerie, più spesso ho privilegiato i luoghi del femminismo, anche con dibattiti sulla problematica delle donne artiste”.
E ancora: “Ho due passioni: l’arte e la politica. Spesso si intrecciano e si attraggono, a volte si respingono per reciproca tutela. Forse dovrei essere più precisa e dire per quanto riguarda l’arte: non posso fare a meno di dipingere, è una necessità. E per quanto riguarda la politica: ho necessità del rapporto con le donne, senza mi perdo. Non è stato sempre così, non ho avuto sempre questa chiarezza. Ci sono arrivata per approssimazione, ci sono state pause, accelerazioni, passaggi in cui è stato fondamentale il confronto con altre donne. E non sono state artiste, come si potrebbe pensare, ma donne con cui facevo politica, da loro mi sono venute le domande che mi hanno permesso di pensarmi artista, non solo di dipingere. Le mie committenti sono loro”.

Aveva scritto nel giugno del 1998 Marisa Forcina, pensatrice, filosofa, grande amica di Pina: “I quadri di Pina Nuzzo inquietano non tanto per la violenza dei tratti, ché anzi proprio in alcuni punti riescono persino ad essere calligrafici, ma perché avverti subito che essi sono il frutto della passione di una vita per la pittura, una passione, che, come tutte le passioni, non concede tregue, accomodamenti, compromessi, dilazioni, e diventa persino dispotica, arrivando al paradosso di un tratto segnico che consapevolmente vuole sfuggire al controllo della coscienza”.
E qualche anno più tardi, nel 2018, “Le sue parole, come il suo dipingere, come il suo vestire persino, aderiscono al reale; non hanno paura di essere controcorrente o contro ciò che viene sbandierato come più innovativo o più alla moda e spesso chiamato rivoluzionario o più impegnato, ma è solo copia, serialità senza pensiero di sé. Per Pina, invece, si tratta di saper trovare la misura tra novità e autenticità. E l’unità di misura, il suo metro personale è sé stessa e la sua storia. Per lei la giusta misura da usare, mostrare e rappresentare è il suo habitus: l’aspetto del suo corpo che, ovviamente, non è solo materia ma è pensiero, sapere, storia e intelligente capacità di giudizio, che si esprimono nella pienezza della realtà che lei è, e alla quale sa aderire senza finzioni. Ha imparato a partire, infatti, dalla misura di sé per poter avere misura della realtà senza maschere e senza simulazioni. Questa sua adesione al reale, dopo un primo spaesamento, provoca gioia; è la gioia di riconoscere un sentimento di confidenza con la realtà: quello che i filosofi hanno chiamato incontro con l’essere, che le mistiche avevano chiamato incontro con dio, e che il femminismo radicale ha chiamato autocoscienza”.
Ecco allora che questo ulteriore passaggio, questo andare verso “un luogo che ancora non c’è” e che tuttavia non rasenta né dismisura né hybris piuttosto nuova “misura di sé” e conoscenza e stare nella relazione con il mondo, e forse contemporaneamente anche “critica del reale”, consente anche a noi – che guardiamo i suoi lavori e a volte ci siamo dentro – un passaggio ulteriore, un oltrepassamento, l’andare a capo del verso, l’urgenza di una rilettura del mondo, la necessità di un suo diverso disporsi, la posta in gioco della materia dell’essere e della vita dei corpi, la vita vivente.
Maneggiando con molta cura la parola, un’occasione e un evento.
Converseranno con la pittrice, e con i presenti, Fiorella Cagnoni, scrittrice co-fondatrice e componente del Consiglio direttivo di Alveare Lecce, e Mariateresa Funtò, docente di Storia dell’Arte e socia dell’Atelier delle Arti, gruppo di artiste che da qualche anno si incontra e confronta proprio presso Alveare Lecce, organizzando anche mostre e altri eventi.
La Mostra proseguirà fino al 25 ottobre e potrà essere visitata, durante questo periodo, solo per appuntamento (nuzzopina@gmail.com). Nella data di chiusura è previsto un seminario di approfondimento sulla pittura di Pina Nuzzo, condotto da Mariateresa Funtò.
Ulteriori notizie sul lavoro e la ricerca artistica di Pina Nuzzo: https://pinanuzzo.wordpress.com/chi-sono

11 ottobre 2025, ore 19
Pina Nuzzo: “Grandi Tele”
Giardino d’inverno_Alveare Lecce, via Ciro Pezzella
Interventi di Fiorella Cagnoni, scrittrice co-fondatrice e componente del Consiglio direttivo di Alveare Lecce, e Mariateresa Funtò, docente di Storia dell’Arte e socia dell’Atelier delle Arti, gruppo di artiste che da qualche anno si incontra e confronta proprio presso Alveare Lecce, organizzando anche mostre e altri eventi.