Il Museo Multimediale della Cultura del Lavoro
Lunedì 8 dicembre alle 17.00 il Museo, allestito e curato da Big Sur, apre le sue porte alla cittadinanza e ai visitatori negli spazi rigenerati dell’ex Tabacchificio Masseria Quartararo (via dell’Uva)
Nasce a Leverano un nuovo spazio culturale: lunedì 8 dicembre alle 17.00 il Museo Multimediale della Cultura del Lavoro apre le sue porte alla cittadinanza e ai visitatori negli spazi rigenerati dell’ex Tabacchificio Masseria Quartararo (via dell’Uva). L’intervento è stato realizzato grazie al finanziamento del Ministero della Cultura – Fondo per la Cultura, restituendo nuova vita a uno dei luoghi più emblematici della memoria collettiva del territorio.
Il Museo nasce come spazio vivo della comunità, un luogo dedicato ai volti, alle storie e ai paesaggi umani che hanno modellato – e continuano a modellare – la storia di Leverano. Le sue stanze ospitano una raccolta di narrazioni audiovisive che attraversano mestieri tradizionali e trasformazioni contemporanee, restituendo al pubblico un ritratto corale sui temi del lavoro. Il progetto si avvale anche delle collaborazioni con gli Archivi Giuseppe Palumbo – Museo Castromediano, con l’Archivio Cinema del reale e con l’AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, che contribuiscono ad arricchire il patrimonio visivo e documentale del percorso.
Un grande ledwall panoramico, composto da quattro schermi che attraversano le stanze della Masseria, accoglie i visitatori con un dispositivo immersivo capace di trasformare racconti personali in un viaggio tra paesaggi, suoni e gesti del lavoro di ieri e di oggi: un’esperienza che connette generazioni, migrazioni, antichi saperi, nuove professioni e visioni future.
“L’ex Tabacchificio Masseria Quartararo è un luogo che la nostra comunità ha letteralmente salvato. Questo edificio, nato tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, è stato cuore agricolo, poi tabacchificio, fino a rischiare la demolizione per far spazio a un’area commerciale” – dichiara Marcello Rolli, Sindaco di Leverano. “La mobilitazione dei cittadini, unita all’impegno dell’Amministrazione comunale, ha permesso non solo di preservarlo, ma di restituirgli nuova vita, trasformandolo in patrimonio pubblico e sede del Museo Multimediale della Cultura del Lavoro”. Continua Rolli “Questo Museo è un luogo in cui le persone tornano protagoniste: qui si raccontano la storia e il presente, i mestieri e le metamorfosi del territorio, il lavoro e le sue molteplici dimensioni. È un museo che testimonia il cambiamento, che restituisce voce alla forza sociale e politica di una comunità capace di riconoscersi e di immaginare il proprio futuro”.
“Gli audiovisivi prodotti sono il dono di persone che ci hanno regalato la possibilità di registrare le loro esperienze e fissare i ricordi: a volte i protagonisti sono persone anziane che accettano di mettersi in gioco e raccontare la fatica del lavoro, a volte sono donne, giovani, migranti che vivono la velocità dei cambiamenti e le trasformazioni del territorio” – spiega Paolo Pisanelli, regista del racconto corale del Lavoro del Museo – “Il cinema documentario si pone da sempre l’obiettivo di affrontare le questioni sociali, da sempre racconta le storie che viviamo, storie di persone, di lavoro e migrazioni di tutto il mondo”.

In occasione dell’inaugurazione è visitabile anche la mostra fotografica “Lavoro a perdere” di Maurizio Buttazzo, che con uno sguardo intenso e poetico racconta il mondo del lavoro artigiano del Novecento attraverso volti, mani e strumenti destinati a scomparire o a trasformarsi profondamente. Le immagini – realizzate tra il 1985 e il 1995 – ritraggono figure simboliche del lavoro salentino: maestri artigiani, tabacchine, luminaristi, pescatori, barbieri, cavatóri e riparatrici di reti, protagonisti di un “fare” che è insieme identità, relazione, fatica e bellezza. Una memoria visiva che resiste alla perdita e restituisce dignità a un patrimonio umano e culturale che rischia di dissolversi nel silenzio della modernità.
La curatela dei contenuti e dell’allestimento del Museo è firmata da Big Sur, realtà creativa attiva a livello nazionale, laboratorio di immagini, visioni e progetti dedicati alla valorizzazione di luoghi, territori e persone. “Abbiamo pensato al Museo del lavoro come a uno spazio aperto alla comunità, capace di stimolare riflessioni su temi come il diritto al lavoro e la tutela dell’ambiente. Un Museo, come recita il claim della nostra campagna di comunicazione, ‘fatto di storie, viaggi e memorie’, un osservatorio sui mestieri di ieri e di oggi, un archivio in divenire che raccoglie e conserva le storie di lavoratrici e i lavoratori”.
(fonte: comunicato stampa)



