Digiunando davanti al mare
I Luoghi della Parola/per un racconto su Danilo Dolci
A Lamezia Terme, Teatro Umberto, lunedì 9 febbraio 2015.
E tre matinè con i ragazzi delle scuole superiori la nuova produzione Principio Attivo Teatro
Digiunando davanti al mare
di Giuseppe Semeraro
“Se l’occhio non si esercita, non vede,
se la pelle non tocca, non sa,
se l’uomo non immagina, si spegne”.
La figura di Danilo Dolci sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione: poeta, intellettuale, pedagogo. Dopo un breve viaggio in Sicilia decide di ritornarci e di mettersi al fianco degli ultimi, dei diseredati, dei banditi come li chiamava lui stesso. Negli anni cinquanta organizza e promuove tantissime manifestazioni e scioperi in difesa dei diritti dei contadini, dei pescatori, dei disoccupati. Il suo attivismo gli valse due candidature a premio Nobel per la pace e il riconoscimento a livello internazionale del suo operare.
Sempre in quegli anni con i contadini progetta e realizza una radio clandestina, un asilo, una diga, l’università popolare insieme a tanti progetti culturali. Quello che più mi interessa in questa figura sono le sue qualità umane, il suo grande potere comunicativo e soprattutto la fiducia che sapeva spargere attorno a sé. Qualità che gli permisero di creare un grande movimento popolare che sfociò nel grande “Sciopero alla rovescia”; manifestazione che rivendicava il fatto che dei disoccupati per protesta andavano a lavorare rendendosi utili in lavori per la collettività. Danilo Dolci voleva, con i disoccupati Siciliani, ricordare all’Italia intera che per la Costituzione Italiana il lavoro è un diritto ma anche un dovere se questo lavoro ha un’utilità pubblica. Durante la manifestazione Danilo Dolci fu arrestato assieme ad alcuni collaboratori, ne segui un processo che segnò un profondo spartiacque nell’Italia del dopoguerra.
Dalle vicende umane di questo gigante dimenticato abbiamo creato un pezzo teatrale che tenta non solo di raccontarne i momenti più importanti ma di evocarli con il corpo nudo del teatro.
un progetto di Giuseppe Semeraro
drammaturgia Francesco Niccolini
regia Fabrizio Saccomanno
con Giuseppe Semeraro
produzione Principio Attivo Teatro
Ma chi era Danilo Dolci?
Per tutta la vita Danilo Dolci ha cercato connessioni e comunicazioni possibili per liberare quella creatività nascosta in ogni persona e ha chiamato questa ricerca maieutica, prendendo il termine dalle strutture filosofiche per incorporarlo in una pratica sociale, educativa e civile. Durante la sua vita, Danilo Dolci ha lavorato a strettissimo contatto con la gente e le fasce più disagiate ed oppresse della Sicilia occidentale al fine di studiare possibili leve al cambiamento e le potenzialità per un democratico riscatto sociale. Costituisce una caratteristica importante del lavoro sociale ed educativo di Danilo Dolci il suo approccio metodologico: piuttosto che dispensare verità preconfezionate, ritiene che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento e dalla partecipazione diretta degli interessati. Egli infatti parte dalla profonda convinzione che le risorse per il cambiamento, in Sicilia come nel resto del mondo, esistono e vanno ricercate ed evocate nelle persone stesse. In questo senso, Danilo Dolci considera l’impegno educativo e maieutico come un elemento necessario al fine di creare una società civile più attiva e responsabile.
(fonte —> http://danilodolci.org/maieuticareciproca)