Noi e la Resistenza

Il 23 aprile 2016 a Lecce alla Libreria Adriatica e alle Officine Ergot

Un nuovo appuntamento con l’Università di Strada. Si parlerà di Resistenza


Ritorna sabato 23 aprile, due giorni prima delle celebrazioni del 25 aprile, l’Università di Strada il ciclo di incontri promossi da Lecce Bene Comune. Si parlerà di Resistenza in una chiave principalmente culturale, per enfatizzare i legami collettivi che ancora oggi tengono insieme il nostro desiderio di libertà e di giustizia sociale con la lotta partigiana- anticipano gli organizzatori. Tre le lezioni previste. Si parte dalla Saletta letteraria “Mino Carbone” della Libreria Adriatica di Daniela Mazzotta dove dalle 18 alle 19:30 ci sarà il semiologo e scrittore Matteo Greco che relazionerà sul tema “Sud e Resistenza. (Ri)costruzione di un immaginario. Tracce e forme della lotta partigiana salentina”.
Com’è percepita oggi la festa del 25 Aprile dalle giovani generazioni? Quanto è sentita vicina (o lontana) tale ricorrenza? Che tipo di immaginario si porta dietro nelle sensibilità dei ragazzi nati a cavallo degli anni 2000? Si domanda il semiologo che farà partire la sua lezione
da un’indagine etnografica svolta fra gli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori salentine e mirerà a descrivere il percepito attuale della Festa della Liberazione, individuando i significati e le connotazioni cognitive ed emotive che tale ricorrenza riesce propone oggigiorno. In particolare ci si soffermerà sul legame tra Resistenza e Meridione, un binomio spesso pensato come labile e poco evocativo, ma che recenti studi hanno riproposto in tutta la sua valenza, fatta di numeri, nomi e cognomi, storie di un Sud che ha saputo essere protagonista in un momento cruciale per il destino del Paese.

 

La musica e la lotta collettiva: dal canto partigiano alla canzone di protesta sarà invece il tema affrontato dal giornalista Massimo Melillo nell’incontro in programma alla Libreria Ergot, dalle 19.45/21.15.
 Non c’è solo “Bella ciao”, tra le canzoni italiane più conosciute ed eseguite nel mondo, a segnare l’esaltante stagione della Resistenza armata al nazifascismo. Quello dei canti di protesta e di lotta è stato un forte elemento di identità, di comunanza di idee e di condivisione politica che ha tenuto uniti uomini e donne per conquistare migliori condizioni di vita e di lavoro in una società più giusta e più libera. Durante l’incontro si parlerà di musica popolare attraverso un breve ma suggestivo percorso sonoro, che a partire dall’ascolto di brani della tradizione partigiana ed alle sue attuali riproposte arriverà sino alle più recenti canzoni di protesta.

Seguirà, sempre alle Ergot dalle 21.30/23.00 , la terza ed ultima lezione sul tema della Resistenza, e in particolare sul “Cinema resistente”, con Luca Bandirali (docente di cinema all’Università del Salento). La prospettiva storica  – spiega – ci consente di collocare il dispositivo cinematografico nell’ambito di una saldatura fra sistema industriale e istituzioni in virtù della quale negli anni della dittatura fascista si fondano Cinecittà, il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Mostra del Cinema di Venezia; negli anni della guerra, la produzione si orienta sulla propaganda bellica fino al 1943, per poi scindersi in due poli: le strutture produttive vengono in parte trasferite a Venezia dopo l’8 settembre, dando vita alla breve esperienza del cinema repubblichino; a Roma si riprende il lavoro soltanto dopo la liberazione. Il cinema italiano dell’immediato dopoguerra è caratterizzato dall’intensa fioritura del Neorealismo: i film di Rossellini, Zavattini-De Sica, Visconti e De Santis rivoluzionano il linguaggio audiovisivo creando un nuovo tipo sguardo sul mondo.
Il capolavoro del Neorealismo è “Roma città aperta” di Rossellini, che ci porta dentro il gruppo di opere che hanno raccontato nel tempo le storie della Resistenza: vi si possono aggiungere “Paisà” dello stesso Rossellini, “Un giorno nella vita” di Blasetti, “Il sole sorge ancora” di Vergano e altri, fino a “La notte di San Lorenzo” dei Taviani. Diverso è il caso del cinema sulla Resistenza basato sulla mediazione letteraria: tutti i maggiori romanzi sulla Resistenza, da “L’Agnese va a morire” a “Il partigiano Johnny”, hanno avuto un adattamento cinematografico, e su questo gruppo di opere va fatto un discorso differente perché non si possono pensare senza convocare il testo letterario. Ancora differente il panorama documentario, che compone un tesoro per lo più sommerso di testimonianze dirette e indirette.
Un’antologia di sequenze del cinema della Resistenza italiana chiuderà la dissertazione.

fonte: comunicato stampa)