“PAESAGGIO LAZIALE TRA IDEALE E REALE
“PAESAGGIO LAZIALE TRA IDEALE E REALE
Dipinti del XVII e XVIII sec.”
Tivoli, Villa d’Este
12 giugno – 1 novembre 2009
COMUNICATO STAMPA
“Paesaggio laziale tra Ideale e Reale”, la grande mostra dedicata al paesaggio
laziale nel ‘600 e ‘700, propone dal 12 giugno al 1 novembre 2009, nella
splendida cornice di Villa d’Este a Tivoli, più di 30 opere, che illustrano il
paesaggio laziale e della campagna romana sotto diverse angolazioni,
trasfigurato in visioni ideali, evocato in “citazioni” di monumenti inseriti in
contesti fantastici o descritto più fedelmente.
L’esposizione è ospitata a Villa d’Este, uno dei monumenti più visitati e
prestigiosi d’Italia, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Roma, Rieti e Viterbo ed organizzata dalla Soc.
De Luca Editori d’Arte S.r.l., presenta opere in gran parte inedite o mai esposte al
pubblico, selezionate dal curatore della mostra Francesco Petrucci, tutte di
qualità elevata, rappresentativa dei massimi paesaggisti attivi soprattutto a
Roma nell’età barocca.
Un territorio celebrato nel corso dei secoli da artisti, letterati e poeti come
incarnazione del “paesaggio ideale”, luogo del mito e della storia, specchio di un
sentimento universale della natura in cui le tracce millenarie della presenza
dell’uomo si compenetrano nel connaturato senso di grandiosità e solennità.
Punto di partenza è Tivoli, espressione e sintesi di tali concezioni, in cui il
mondo mitologico, le grandiose vestigia del mondo classico e rinascimentale, il
senso panico della natura, convivono in un connubio indissolubile.
L’emozione suscitata dal paesaggio tiburtino, è espressa, tra ideale, reale,
pittoresco e sublime, dalle vedute di Gaspard Dughet, Gaspard van Wittel,
Andrea Locatelli, Frans van Bloemen, Hendrick van Lint. Una tipica veduta da
Grand Tour, con i viaggiatori attoniti ad ammirare l’imponente cascata tiburtina,
illustra il pittore scozzese Jacob More, definito da Goethe e da Reynolds l’erede
di Lorrain.
Il tema della cascata, con la rielaborazione fantastica di un immaginario tiburtino
è proposta in tele di Marco Ricci, Francesco Zuccarelli, Ibbetson, che portarono
sempre dietro sé, anche operando altrove, la suggestione diretta e mediata di
quei siti.
Classicità ed evocazione della campagna laziale è il soggetto di un inedito
dipinto di Giandomenico Desideri, unico allievo noto di Claude Lorrain, con la
“Fuga in Egitto” di ambientazione “romana”. La trasfigurazione intellettualistica
dei luoghi laziali, in cui la presenza umana di pastori e contadini, tra vestigia
archeologiche e borghi arroccati, è subordinata alla ricerca di una superiore
armonia e senso di pacatezza, torna in tele di Herman van Swanavelt, Dughet,
Van Bloemen, Andrea Locatelli, Paolo Monaldi, spesso con una riconoscibilità di
località precise come nelle vedute di Frascati di van Wittel e Caprarola di Van
Lint, della Porta Flaminia o del Fontanile di Marino di van Bloemen.
“Mercurio ed Argo in un paesaggio” è un’opera di Salvator Rosa per la prima
volta esposta al pubblico, che contempera il gusto per il selvaggio con il senso
di una natura distesa e armoniosa. Straordinaria l’inedita veduta dei “Sassoni di
Furbara” dipinta attorno al 1650 da Pietro da Cortona, che mostra uno spirito
preromantico nell’esaltazione di uno tra i più suggestivi ed aspri ambienti della
regione, le cosiddette “Dolomiti laziali”.
Un evento dunque connaturato ad un luogo, Tivoli e nello specifico Villa d’Este,
che del paesaggio italiano – corretto e modificato dall’ingegno umano, ma
sempre con un senso di armonia e rispetto dello spirito dei luoghi -, è certo stata
per secoli una delle espressioni più rappresentative.
Una celebrazione, ma anche un monito per il presente, secondo la nota
espressione di Fedor Michajlovic Dostoevskij, nella consapevolezza che solo
“la bellezza salverà il mondo”.
La mostra rimarrà aperta dal martedì alla domenica secondo gli orari di apertura
del monumento (chiuso il lunedì). In occasione delle aperture notturne con
illuminazione del giardino e fitto calendario di concerti, tutti i venerdì e sabato
dal 3 luglio al 12 settembre, sarà possibile visitare eccezionalmente la mostra,
dalle 20,30 alle 23,00.
(fonte: UFFICIO STAMPA: Novella Mirri e Maria Bonmassar)