metasalentino
il metasalentino
il 29esimo numero apre con l’omaggio al decano della Poesia Visiva in tutte le sue infinite varianti, a Francesco Saverio Dòdaro.
nel foglio poetico gli interventi di:
Mauro Marino (giornalista-poeta)
M.Teresa Lutri (artista di strada e poeta)
Francesco Aprile (poeta-giornalista)
Giuseppe Cristaldi (scrittore)
Lorenzo Madaro (critico d’arte)
Elisabetta Liguori (scrittrice)
Elio Coriano (poeta)
Carlo Stasi (poeta visivo)
Luc Fierens (poeta visivo)
Julien Blaine (poeta visivo)
Patricia Aguilera Arroyo (poeta)
Chiara Spinelli (poeta visivo)
Stefano Donno (giornalista-poeta)
Francesco Carrozzo (poeta)
Francesco Pasca (poetavisivoscrittore)
all’interno del foglio poetico, in ogni numero, l’Opera Unica dall’emblematico titolo “TRE”, su carta pregiata, donata dall’Artista scultore MARIO CALCAGNILE.
di Francesco Pasca
Di Versalità è giunta al suo ventinovesimo numero e, nel tentativo di un superamento dal suo tradizionale, vuole omaggiare la parte della scrittura che è diventata esperienza sensibile. Mai come ora si interfaccia e vuole condividere la considerevole parte degli elementi contingenti dell’esistente e spesso trascurato mondo della sperimentazione gestuale e verbale.
Il Foglio Poetico prosegue, quindi, con questi obiettivi e trova humus intorno alle continue prospettive amplificate dai soggetti culturali del proprio territorio. Persegue con ambizione a scavare nell’universale possibile e si propone per le particolarità verbo visive allo studio e operanti nell’incessante dei loro cultori che non occupano il genericamente ma, per le singole o plurime determinazioni metodologie del loro specifico, sono considerate ormai stabili e necessarie. Azzardarle anche per assolute è la conferma d’esistenza su di un territorio non solo periferico.
Il tentativo di superare gli elementi spesso instabili della scrittura, del gesto, del segno o di quanto è suggerito nel mutevole della sperimentazione, è l’ottica che propone il foglio poetico e, pertanto, individua un decano della coniugazione del discorso sull’essere variamente interpretabile o trovare le plurime posizioni da assumere nei confronti della visibilità dell’Oggetto. In questo caso all’iniziata e praticata già Arte genetica in progress di Saverio Dòdaro.
Nel senso e nella ricerca dell’esperienze sensibili Francesco Saverio Dòdaro racchiude il certo nell’incessante e per farne formulare il suo continuum in una risposta fondamentale da rivolgere come domanda alla stessa visione dell’Oggetto: «perché non essere il piuttosto evidente invece del nulla?»
Muovere i cinque sensi è il limite da recepire non passivamente e sono le impressioni che ne derivano e divengono persino i fenomeni in una gamma a volte allargata, altre volte ristretta delle azioni-percezioni.
Secondo questa linea interpretativa è la considerazione di quanto si compie nella minor parte degli operatori estetici, oggi usati e abusati.
Se si postulasse una differenza non interpretativa tra immagine e percezione sensibile il luogo da assumere diverrebbe naturalmente inferiore alla stessa interpretazione. Omaggiare Dòdaro, infatti, è accumulare energia intorno a sé e dà Luogo al principio primo senza il quale non si avrebbero interpretazioni.
Di Versalità ha già preso, con il numero di luglio, il 26esimo, e a buon ragione lo tradotto con lo strumento del suo ultimo linguaggio, NewPage, così come lo ha veicolato ed attrezzato in mezzo e sì da permettere l’ulteriormente comunicare e avvicinarsi discorsivamente a quella visione intuitiva in store del racconto minimale multiplo, della poesia e del teatro nell’universale.
Da quanto proposto e da quanti hanno aderito alle attività culturali di Dòdaro si evince la bontà dell’itinere poetico da lui intrapreso.
Non ultimo l’esito della coinvolgente interpretazione reading-gestuale in suo omaggio di Mercoledì 11 settembre presso il Fondo Verri di Lecce in via Santa Maria del Paradiso. La serata è stata condotta magistralmente dalle sue nuove creature con le quali negli ultimi tempi si affianca, Francesco Aprile, Giuliano Ingrosso e Teresa Lutri nonché con la condivisione del sempre attento Mauro Marino.
In questo numero la nuova dedica al metasalentino, all’ulteriormente e condotta con l’altra scrittura o con il proprio grazie estetico.