LecceCronache dal Coronavirus
Da oggi disponibile su Bookrepubblic il nuovo ebook dello scrittore e giornalista Raffaele Polo
Antonietta Fulvio
Pensieri, considerazioni, letture e frammenti di quotidianità nel tempo sospeso cui ci ha costretti il Covid 19. Nascono così le “LecceCronache dal Coronavirus”, dalla penna, incisiva, colta e ironica del giornalista e scrittore Raffaele Polo e pubblicati on line su “Leccecronaca”. «Quotidiano – scrive nelle note lo stesso autore – diretto mirabilmente da Giuseppe Puppo, cui va il mio ringraziamento per la professionale, infaticabile rifinitura e cura delle foto di corredo, nonché per la creazione dei titoli che solo lui li sa fare così bene, ogni giorno doveva inventarsene una nuova, non è facile….»
E dalle pagine del quotidiano on line all’ebook, editato da Il Raggio Verde, il passo è un “clic” e il libro elettronico diventa un modo per condividere con il pubblico dei lettori un momento della nostra vita che è già sui libri di Storia: settimane complesse e difficili cui spesso proprio la lettura, la forza della “poesia”, ritrovata nei versi di grandi autori (Vachel Lindsay, Umberto Saba, Giuseppe Ungaretti, Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli) o anche di canzoni (Mal, de André) che abbiamo riascoltato con un pizzico di nostalgia hanno sostenuto la solitudine e riempito di senso le giornate vuote e tristemente uguali della clausura forzata. Una clausura, ben oltre la quarantena, che ci fatto desiderare gesti fino a qualche tempo prima dati banalmente per scontati, (dal lievito al caffè con gli amici, alle strette di mano, agli abbracci), che ci ha costretti a “vederci” con videochiamate e dirette facebook. O che ci ha visti spesso buttati davanti ad una TV a riscoprire la poesia dei film in bianco e nero o a riaprire appunto un libro. E il cerchio si chiude. Ed è nella chiosa delle note d’autore il senso più bello di questa piccola pubblicazione, un cameo che ci ricorderà “come eravamo al tempo del Covid”.«Mi sono divertito a rileggere questi scritti che sembrano essere testimonianze di un altro tempo, e invece era ieri, proprio ieri che soffrivamo. Del resto, è così: gli aspetti negativi scompaiono presto, meno male. Se ne vanno, come gli anni, e noi non ce ne accorgiamo.»