Casta Black Box. Design architettonico in ottica green
Francesco Margari design studio ha celebrato i suoi primi 10 anni di attività con un evento esclusivo nel luogo che rappresenta il suo progetto più rappresentativo la sede di Casta Srl a Lecce in via Slovenia. la conferenza stampa moderata dalla giornalista Barbara Politi ha aperto il tour guidato della struttura allietato da una degustazione di vini e dalla musica dal vivo della pianista giapponese Rie Matsushita
Antonietta Fulvio
Non solo pietra leccese o il freddo e grigio cemento. Ma sottilissimi fogli in alluminio traforati – con motivi geometrici o stilizzazioni floreali – sofisticate creazioni di design architettonico che vestono spazi esterni, reinventando aspetto e prospetto in ottica green. No, non è immaginazione ma la realtà del “Casta Black Box” il progetto più innovativo e rappresentativo del “Francesco Margari Design Studio” realizzato grazie al supporto tecnico e il know how dell’ufficio progetti di Casta Srl.
Un doveroso passo indietro. È il 2013 quando Francesco, figlio di Mario Margari fondatore di Mobilcasa Margari,decide di dedicarsi all’interior design e nel corso degli anni ampliando i settori: dalla progettazione d’interni, al design di oggetti e arredi, al design architettonico, sperimentando nuovi linguaggi estetici che mettano però sempre al centro le esigenze funzionali dei committenti e i loro bisogni.
Tantissimi sono stati i progetti sviluppati per strutture ricettive, abitazioni private, ambienti lavorativi, ma tra tutti il Casta Black box è il progetto più impegnativo e complesso realizzato, così – e veniamo ad oggi – festeggiare i dieci attività del Margari studio design proprio al Casta, che rappresenta la sintesi della sua filosofia professionale, è stata una scelta più che naturale.
«Abbiamo scelto il Black Box di Casta – ha dichiarato Francesco Margari – per celebrare questa ricorrenza perché è il frutto di una serie di collaborazioni intavolate con aziende e professionisti che hanno lavorato all’unisono per dare sostanza a quella che inizialmente era soltanto un’idea, un sogno. Sarebbe impossibile elencare tutte le persone che hanno dato fiducia al nostro studio e che hanno creduto in noi, ma il mio pensiero va veramente a ognuna di loro, perché hanno reso possibile questo traguardo. Un ringraziamento particolare è per tutti i miei collaboratori, i miei clienti, la mia famiglia e in particolare per mio padre, Mario, il mio esempio di vita più grande».
Sede degli uffici di “Casta s.r.l”, la palazzina, costruita negli anni 70, è stata rivestita da una facciata ventilata che oltre a conferirle un aspetto contemporaneo genera spazi intermedi tra l’edificio e la quinta di facciata, per accogliere alberi e verde verticale che mitigano l’aspetto industriale della nuova architettura e creano un rapporto di interscambio tra l’intervento architettonico e la natura.
Un ascensore panoramico porta ai piani superiori che ospitano gli uffici, i laboratori informatici e la sala riunione dove un grande acquario con bellissimi pesci tropicali crea una sorta di linea di separazione/congiunzione degli spazi, estremamente curati nei dettagli così come nell’arredo; perfino i balconi solitamente ricercati per le pause in particolare dei fumatori diventano oasi di verde per tutti. Ed è piacevole immaginare di lavorare in un luogo così bello e confortevole al tempo stesso.
La storica attività familiare di stampa e lavorazione di lamiere in acciaio, la Casta srl, sotto la guida dei fratelli Andrea e Chiara Cazzolla, è oggi un’azienda che conta 270 dipendenti e una sua presenza nei settori della produzione di carrelli elevatori, macchine agricole, per il movimento terra e per il ferroviario con partner come il gruppo “Kion e Manitou”, “Kuhn”, “Vossloh” e “CNH”. E non solo.
Il Cast Lab
Al suo interno, in occasione della progettazione del Casta Black Box, è nato il “Casta Lab” che si avvale della la direzione artistica dell’architetto Lorenzo Gemma. Lo stesso architetto, in occasione della conferenza stampa, ha spiegato come la palazzina sia stata “rivestita” con lastre di alluminio traforate e verniciate in nero che ne hanno caratterizzato l’aspetto e regolarizzato i volumi conferendole un’immagine nuova e contemporanea.
Il futuro ha un cuore antico asseriva Carlo Levi e il traforo rimanda al concetto delle persiane secolari, ai tagli di luce che entrano nelle case quando fuori il sole abbaglia. I trafori sono perciò decoro e funzione, evolvono il concetto di brise soleil in terracotta delle facciate delle verande mediterranee che attenuano il sole e lasciano circolare l’aria agendo come termoregolatori, veri e propri filtri tra interno ed esterno.
Da un punto di vista tecnico, le facciate ventilate sono un valido supporto sia per la riqualificazione del patrimonio esistente, che un’occasione progettuale per le architetture da realizzare. Si tratta di pelli, abiti, cappotti per gli edifici: l’obiettivo è creare una condizione termica differente sulle superfici di facciata.
Verande, portici e tutti gli elementi filtro dell’architettura capaci di proteggere dal caldo sole estivo o dalle intemperie, diventano antenati tipologici del “Casta Lab” per un primo catalogo di lastre in metallo utilizzabili per rivestire e decorare gli edifici o per realizzare spazi architettonici al servizio di un abitare confortevole che tenga conto anche dell’efficienza termica dell’edificio.
Solitamente le zone industriali si presentano come luoghi distaccati dalla città, spesso degradati, quasi un corpo estraneo, come se il cuore produttivo, fabbriche e capannoni non potessero rispondere a requisiti estetici tali da rendere più belli e funzionali anche i luoghi della produzione. Riqualificare le aree urbane è importante ma anche quelle industriali necessitano di maggiore cura e attenzione.
Ebbene nella zona industriale di Lecce, e precisamente in via Slovenia, il Casta Black Box suggerisce una valida alternativa e va oltre: sede di un’azienda, che si occupa prevalentemente di carpenteria meccanica, è anche luogo pulsante di idee che prendono forma pacificando la funzionalità e l’estetica in un’ottica green e, a pensarci, non è poco.