SAL SAL ina SAL ento. Il mito della poesia visiva
Ai lettori di Arte e Luoghi la recensione del video SAL SAL ina SAL ento a cura di Salvatore Luperto. La presentazione del video è in programma il 31 luglio nella Chiesa della Pietà di Matino.
“SAL-SAL-INA-SAL-ENTO”. Il mito della poesia visiva
Lamberto Pignotti
Da quando la poesia ha iniziato a sconfinare dalla pagina, da quando la poesia si è messa a evadere dal libro, da quando la poesia ha voluto dichiaratamente confrontarsi e coniugarsi con l’immagine, da quando insomma la poesia, voltate le spalle alla parola che la voleva tutta per sé in una sorta di matrimonio indissolubile, si è rivelata agli occhi di tutti anche nelle forme attraenti di “poesia visiva”, la poesia ha cominciato a correre in tutte le direzioni, a frequentare i più diversi luoghi: gallerie d’arte, locali notturni, piazze di festival, pasticcerie, biblioteche, accademie, vie cittadine, caffè letterari , aule universitarie, scuole di vario ordine e grado, librerie, case del popolo, sagrati di cattedrale, aule magne, antri di una qualche sibilla, musei, chiostri, saloni d’albergo, scantinati, ridotti, chiese consacrate e sconsacrate, studi televisivi, teatri…
Correndo in tutte le direzioni, frequentando i più diversi luoghi, la poesia visiva, insieme alla sua reale immagine è andata assumendo anche, nel corso ormai di mezzo secolo – dati alla mano essa è nata ufficialmente nel 1963 – una immagine che ha del mitologico.
Ed è proprio una tale immagine mitologica che viene ora a suggerire, a evocare con gradevoli, sfumate suggestioni, questo video, SAL-SAL-INA-SAL-ENTO, di S.Luperto, G. Giangrande, L.Ebalginelli e B.Putignano, dove con ben dosati pizzichi di sale si incontrano, si scontrano, si affiancano, si rincorrono, si intrecciano, si moltiplicano, si esaltano, scritture e screpolature, graffi e graffitii, segni e segnali, superfici e impronte, apparizioni e dissolvenze, il visibile e l’invisibile, l’assenza e la presenza…
Sì, è stato davvero importante aver rilevato qui esplicitamente – attraverso le opere di vari e validi autori in cui ansia di ricerca e attestato di classicità si fondono – il visibile dell’invisibile, l’assenza che si fa presenza, della poesia visiva, una forma di arte che lungi dall’esibirsi come aggressiva nei materiali e ingombrante nelle dimensioni, appare agli occhi che sanno vedere con tutta la sua carica di innovazione, diversità, alterità.
Il mito che aleggia in questa suggestiva rincorsa di immagini è quello che ha ben inteso come la poesia visiva, fin dai suoi esordi, sappia risplendere anche per la sua assenza: prendendo le distanze dall’arte ufficiale, essa non ha mai creduto alla morte dell’arte, mettendo in crisi la poesia convenzionale , essa non ha mai creduto alla crisi della poesia.