Da Lolli a Pollina, musica e arte nel segno di Enzo De Giorgi
Intervista all’artista che firma il manifesto del primo Festival della canzone italiana in Francia e la copertina dell’ultimo album di Pippo Pollina per il suo “Canzoni Segrete tour 2022” e “Convegni sulla mafia a 30 anni dalle stragi”
Antonietta Fulvio
Sin dalla sua prima personale, per l’artista Enzo De Giorgi il legame con la musica è quasi imprescindibile, le sue prime tele nascevano dalle suggestioni dei testi delle canzoni di Claudio Lolli che ha poi conosciuto e per il quale ha firmato nel 2017 le illustrazioni de “Il grande freddo” l’ultimo album del cantautore bolognese. E c’è un’armonia intrinseca nelle sue composizioni pittoriche che sembrano intrecciare visioni e note, il ritmo del colore invade con le sue campiture cromatiche le tele che tessono racconti per immagini dense di simboli e significati capaci di offrire allo sguardo dello spettatore il sogno ma anche la realtà più cruda. Come nel caso del dipinto realizzato per il progetto del cantautore siciliano Pippo Pollina che dallo scorso febbraio ha fatto partire “Canzoni segrete tour 2022” e Convegni sulla mafia a 30 anni dalle stragi. Una campagna di crowdfunding per un progetto di musica per la legalità promosso su produzionidalbasso.com per finanziare come spiega lo stesso cantautore i convegni sulla “Mafia a trent’anni dalle stragi ” e i concerti di Palermo Roma e Milano. Perché a distanza di tre decenni troppe domande sono ancora senza uno straccio di risposta…
Abbiamo incontrato l’artista Enzo De Giorgi e abbiamo parlato dei suoi ultimi progetti e soprattutto del legame tra arte e musica. A cominciare dall’incontro con il cantautore bolognese Claudio Lolli.
«Comunicare con le immagini è sempre stato il mio interesse principale. Sia che si trattasse di stati d’animo personali, che di racconti o di pagine di Storia. Il disegno e il colore hanno lo stesso potere comunicativo ed evocativo della musica: sono universali e non hanno bisogno di traduzioni, a differenza delle parole. Tradurre il significato di “alcune parole” in immagini è sempre stata la mia sfida. L’incontro con la poesia di Claudio Lolli è stato folgorante. Lui riusciva a trasmettere, raccontare ed evocare, con la musica e le parole, tutto ciò che io avrei voluto trasmettere coi miei disegni. Il mondo di Lolli è sempre stato ai margini della popolarità di massa, viaggiando sempre su un binario parallelo e distante da quella leggerezza. Quelle rotaie non sono mai diventate un “binario morto” grazie a persone che hanno sempre sostenuto quel tipo di progetto, anzi, oggi il treno della musica d’autore italiana si è arricchito di tanti nuovi interessanti compagni di viaggio.»
Come è nata la collaborazione con Pippo Pollina?
«Pippo Pollina è un grande cantautore italiano, molto conosciuto anche in Svizzera (dove vive) e in Germania. Ho scoperto la sua musica nel 2000, ascoltando l’album “Rossocuore”, grazie al singolo Finnegan’s Wake (brano e video interpretato con Franco Battiato), per poi apprezzare l’intera e vasta discografia. Molti album di Pollina sono stati prodotti da Storiedinote, diretta da Rambaldo Degli Azzoni Avogadro, la stessa etichetta discografica che dal 2007 ha pubblicato i dischi di Claudio Lolli. La recente collaborazione con Pippo Pollina è nata proprio attraverso Rambaldo. Con Storiedinote avevo già lavorato, realizzando alcuni video e la grafica completa di due CD di Paolo Capodacqua, per decenni collaboratore “fraterno” di Claudio (Ferite&feritoie, 2019 e La torta in cielo con 100 candeline per Gianni Rodari, 2020). Con Storiedinote ho anche “disegnato” il primo album di inediti di Giorgia Zangrossi (Sono, 2022). Attualmente sto curando la grafica di “Canzoni&Parole, festival de la chanson italienne à Paris” (logo incluso). È un impegno coraggioso, nato per valorizzare e divulgare la musica d’autore italiana in Francia. Ovviamente la prima edizione, in programma a Parigi dal 12 al 14 maggio 2022, sarà dedicata a Claudio Lolli. L’immagine che ho creato per il festival Canzoni&Parole intende rappresentare la “personificazione” della canzone italiana (d’autore) attraverso una figura femminile che imbraccia la chitarra. La donna ha una ciocca di capelli tricolore (italiana) e la veste costituita dai monumenti più famosi di Parigi.»
Sulla copertina di “Libertà sarà”, che raccoglie una revisitazione chitarra e voce delle canzoni antimafie scritte dallo stesso Pollina, c’è un volto…
«Da tanti anni, ormai, per realizzare le immagini, oltre le tecniche pittoriche tradizionali, utilizzo la grafica digitale. La copertina di questo disco è nata di getto, subito dopo aver abbozzato un disegno a matita su un foglio, partendo da un’idea di libertà. Sensazione espressa attraverso un volo di uccelli che si staglia nel cielo, staccandosi dalla mente umana come idee e pensieri liberi. Liberi dalle mafie e dalle guerre, oggi più che mai. L’elaborazione grafica al computer permette un controllo accurato dei risultati ed una certa pulizia formale, ma quasi sempre il mio primo input giunge da un foglio di carta e una matita. Anche questa pubblicazione, in tiratura limitata di sole cinquecento copie, fa parte di un crowdfunding per sostenere nobili cause sociali.»
Lo stesso per cui hai realizzato un dipinto dove hai sintetizzato la strage di Capaci, la composizione è densa di significati simbolici a partire dalla frattura dell’asfalto divelto dalla bomba che ha i contorni della martoriata Sicilia…
«Esattamente. Prima ho parlato del ruolo dell’arte come mezzo comunicativo. Ovviamente di questa comunicazione, un aspetto fondamentale è dato dalla sensibilizzazione collettiva a certi temi, dalla divulgazione di idee e convinzioni sociali che appartengono a chi ha deciso di schierarsi da una parte, in questo caso, dalla parte di chi è contro tutte le mafie. Non solo quella degli attentati in Sicilia, qui rappresentati. Nel 1992 anche Lecce ospitava un maxiprocesso alla mafia locale e ricordo che il 5 gennaio, solo per un caso fortuito si evitò la strage del treno Lecce-Zurigo, pieno di emigranti salentini che rientravano al nord dopo le vacanze natalizie. Una bomba a orologeria danneggiò i binari nei pressi di Surbo ma non riuscì nell’intento criminale.»
L’idea di Pollina di abbinare il suo nuovo spettacolo musicale ad un convegno dedicato al tema “La mafia trent’anni dopo le stragi. Le verità nascoste e quelle rivelate” è ulteriore occasione per rilanciare il ruolo dell’arte come strumento di denuncia e di approfondimento…
«Proprio così. Nel mio piccolo ho voluto rappresentare quella triste pagina della nostra Storia in modo semplice e diretto. Le lamiere contorte delle auto, quasi in bianco e nero, sull’asfalto esploso, non lasciano spazio alla fantasia, ma da quei rottami germogliano dei semi che diventano piante e poi alberi: la vita e il colore contro la morte e la distruzione. Quindi sì, “arte come strumento di denuncia e di approfondimento”, soprattutto per le nuove generazioni che non hanno vissuto quel tempo.»
Recentemente hai realizzato un dipinto sull’inferno dantesco… una nuova sfida pittorica racchiudere nello spazio di una tela le suggestioni della cantica tra le più complesse del poema di Dante…
«L’Inferno di Dante si presta straordinariamente al racconto visivo-visionario. Nel mio caso, nasce come “sfida” pittorica realizzata su commissione, ma si è rivelata fin da subito uno spunto molto stimolante. Ho messo insieme alcuni dei personaggi principali della Commedia, senza alcun ordine cronologico o di “girone”. Mi piaceva l’idea di riportare su tela una “confusione compositiva” di forte impatto cromatico, utilizzando quasi esclusivamente tinte calde.»