Suspiri intr’allu jentu. Le poesie di Carmelo Scorrano

Edito dalla casa editrice Il Raggio Verde, il libro sarà presentato sabato 25 ottobre a Gallipoli nella sede dell’associazione ANMI , lungomare Marconi. La foto di copertina dell’autore è di Alessandro Perrone

Raffaele Polo

C’è.
E potete trovarlo e frequentarlo con facilità.
È un ‘luogo misterioso’ tutto salentino, capace di meravigliare e di creare un’atmosfera altrimenti inimmaginabile, calata tra mare e vento, fra ricordi e rivisitazioni, in una dimensione che consente la dilatazione del tempo e, magari, il totale annullamento della quotidianità.
C’è, questa meraviglia. Ed è proprio quello che ha descritto, che ha cantato con grande passione e sentimento Carmelo Scorrano, nella raccolta delle sue poesie che ha il significativo titolo di ‘Suspiri intr’allu jentu’.


E già, decrittando questa immagini di sospiri mescolati al vento, ci vediamo sporgerci dal muraglione davanti alla Purità, dove il vento scompiglia le onde e si mescola alla nostra meraviglia, alla sorpresa fisica di un contatto così semplice e spontaneo, ricco di colore, profumo e frammenti di sentimento…
Siamo a Gallipoli, naturalmente.
E ci accompagnano proprio i versi del nostro poeta che riesce, senza parere, a presentarci questa città fantastica, sospesa tra cielo e mare e, soprattutto, forziere ricolmo di ricordi, tradizioni, sentimenti e nostalgie che si possono intravedere e aleggiano costantemente su di noi, che ci proponiamo guardinghi alla scoperta di quello che non si vede, ma c’è, è palpabile e rarefatta commedia che si srotola accompagnata da quel dialetto così efficace, linguaggio di pescatori, di gente che soffre, aspro e poco accessibile per chi si ferma superficialmente ad ammirare la città, senza sentirne battere il cuore.
Ora, si potrebbe pensare che, in fin dei conti, sia così un po’ per tutti i luoghi della nostra Terra, il Salento. Che, più che altri territori, offre una curiosa mescolanza di antico, magico e misterioso anche semplicemente nello sguardo della gente, nello stormire del vento e nel baluginare di albe infuocate.. eppure, proprio qui, nella Città Bella, avviene la sublimazione di questo miracolo che solo col sentimento e con la purezza nel cuore si può intravedere.
Ed è proprio lui, Carmelo Scorrano, che ci schiude l’entrata nel ‘mistero di Gallipoli’. Un mistero fatto di canti di Sirene, di mare quasi umano, sempre pronto a ghermire e tradire, di Santi dolorosi e sofferenti, di vento persistente che si infila nei vicoli e passa sempre, travolgendo pensieri e rifiuti, affastellandoli e agitandoli senza sosta… ma è l’epopea di gente di mare, ricca di storia e miseria che qui, più che in altre terre, parla direttamente a chi non ha allontanato del tutto quei filamentosi ricordi che si mescolano alle vicende e alle mitologiche credenze che sono sempre dentro di noi, in un cantuccio.
Su tutti, domina il ricordo di come eravamo, della giovinezza perduta, delle persone e delle parole che non udremo più, ma sono lì, attorno a noi, basta sporgersi dal muraglione della Purità e guardare il mare.
Con il sottofondo dei versi di Scorrano, la magica chiave per approdare nella meravigliosa Gallipoli che non c’è più.

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