Attraveso il gruppo

Un progetto psicosociale condotto e curato da Eliana Forcignanò. La presentazione con la mostra dell’artista Michela del Tinto mercoledì 19 novembre nella Biblioteca Bernardini nelle sale dell’ex Convitto Palmieri di Lecce

Mercoledì 19 novembre alle 18.30, Biblioteca Bernardini_Convitto Palmieri, la presentazione del progetto nato lo scorso febbraio dalla richiesta di alcune madri di ragazze e ragazzi portatori di autismo e disabilità, curato da Eliana Forcignanò. Saluti istituzionali di Claudia Venuleo, esposizione di opere pittoriche a cura di Michela Del Tinto

Si chiama “attraverso il gruppo”, è un progetto psicosociale di sostegno e ascolto psicologico, è nato lo scorso febbraio dalla richiesta di alcune madri di ragazze e ragazzi portatori di autismo e disabilità, e sarà presentato, in collaborazione con il Polo Biblio-Museale di Lecce, mercoledì 19 novembre alle 18.30 nella Biblioteca Bernardini_Convitto Palmieri a Lecce.

Al centro dell’incontro, condotto e curato da Eliana Forcignanò, psicologa, PhD in Scienze della mente, acuta e puntuale studiosa del pensiero del pensiero clinico di C.G. Jung cui ha dedicato diversi articoli su riviste scientifiche e due saggi, l’esperienza – spesso dolorosa più spesso estremamente complessa – dei caregiver e il bisogno di “co-costruire insieme uno spazio potenziale dedicato a esigenze e desideri che, sovente, propria la vita chi si prende cura lascia in ombra”.

“Tanti sono, infatti”, dice la stessa Forcignanò in una breve presentazione dell’incontro, “gli impegni e le vere e proprie urgenze che costellano le giornate di queste famiglie, le quali, nell’ ambito della sanità pubblica, non hanno ancora luoghi e tempi di ascolto e supporto dedicati”.

Al gruppo iniziale di donne che hanno dato vita al gruppo di ascolto, si sono poi aggiunte successivamente donne con mutazione genetica BRCA, la cui presenza predispone allo sviluppo di determinate neoplasie.
“È sicuramente noto ai più il caso di Bianca Balti”, ricorda Forcignanò, “ma sappiamo anche quanta speranza dia la prevenzione e quanto anche per loro sia importante il supporto psicologico che le accompagna eventualmente a compiere la scelta della chirurgia profilattica e, in ogni caso, aiuta a comprendere l’importanza dei controlli medici svolti nei tempi opportuni”.

Ad arricchire il pomeriggio, e a delineare compiutamente la cifra e il raggio d’azione che il gruppo di ascolto vuole percorrere, insieme ai saluti istituzionali di Claudia Venuleo, psicoterapeuta e docente di psicologia clinica, l’esposizione di opere pittoriche a cura di Michela Del Tinto.

Dice ancora Eliana Forcignanò: “Se è vero, come scriveva Foulkes riprendendo le parole di una paziente, che il gruppo è un altro molto speciale, il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi e che intendiamo presentare alla cittadinanza e alle istituzioni rende conto di un percorso di soggettivazione in cui i singoli nodi sono importanti quanto l’intera rete e in cui ogni passaggio evolutivo ha i propri tempi che rispettano e coniugano esigenze diverse in un cammino di comunanza emozionale. Auspichiamo che questa iniziativa possa diffondersi e che altri gruppi si costituiscano per dare l’opportunità a un numero sempre più vasto di persone di usufruire di quello che Yalom chiama il dono della terapia”.

Aggiunge Michela Del Tinto, pittrice, madre di Teo Mollaian: “Mi sono sempre rifiutata di definire mio figlio come portatore di disturbi dello spettro autistico. Una definizione che trovo allucinante. Quello che tutti chiamano autismo io lo chiamo altrove. Un luogo dove sono stata anch’io, e probabilmente quasi tutte e tutti almeno una volta nella vita. In questo altrove abbiamo cercato e trovato parole e modi di comunicazione, modi di fare, modi di dire, e soprattutto modi di essere. Un’esperienza maturata in completa solitudine, senza nessuno che ti dica se fai bene o male, se sei nella direzione giusta.
Un’esperienza per cui non stacchi mai la spina, non puoi dire: adesso sono stanca. O meglio, lo puoi fare se hai accanto persone con cui condividere il cammino. Che si può anche incrinare, perché magari ti ammali gravemente e a quel punto è necessario riorganizzare le priorità, senza annullare o mettere a rischio tutto quanto è accaduto fino a quel momento. Attraverso il gruppo nasce esattamente da esperienze come questa, come la mia, e allora ci si rende conto di quanto sia vitale uno spazio di parola e di ascolto condiviso, e di quanto le persone come noi siano ignorate e completamente lasciate sole nell’ambito della sanità pubblica”.

Quanto all’esperienza pittorica, in occasione della Mostra d’Artiste “Non è necessario essere una stanza” del 10 marzo 2024 nello spazio de L’Alveare, a Lecce, proprio Michele Del Tinto aveva affermato: “Il colore per me è un magnete. Intrecciare il mio spirito con le mie tele, cucire e scucire la mia pazienza è il mio mantra. Attraverso le mie figure esprimo in modo diretto e palese quello che voglio comunicare. Attraverso il colore e la materia esprimo quello che ho vissuto e quello che sento”.

(fonte: comunicato stampa)

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