Tutti i premi del Festival del Cinema Europeo

Archiviata la XXVI edizione del Festival, svoltasi a Lecce dal 15 al 22 novembre 2025, con l’assegnazione dei Premi tra i quali quelli alla carriera al regista Lars von Trier e al regista Saverio Costanzo

Con una straordinaria partecipazione di pubblico e un programma che ha superato gli oltre 200 titoli in cartellone, si è conclusa la XXVI edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce, diretta da Alberto La Monica, confermandosi ancora una volta come uno degli appuntamenti più vitali e attesi del panorama cinematografico. Un’edizione segnata da emozioni e sorprese, a partire dal ringraziamento inviato da Lars von Trier, omaggiato dal Festival con una retrospettiva speciale, fino alla sezione “Protagonisti del Cinema italiano” focus a Saverio Costanzo e alle sue opere, che a Lecce ha incontrato studenti e appassionati.

“Questa XXVI edizione del Festival del Cinema Europeo è stata una delle più partecipate e significative degli ultimi anni. Il pubblico ha risposto con un entusiasmo straordinario, riempiendo le sale e dimostrando quanto il cinema resti un luogo essenziale di confronto, emozione e riflessione. – ha dichiarato il direttore Alberto La Monica -.  Abbiamo celebrato maestri come Lars von Trier, e Saverio Costanzo e consegnato l’Ulivo d’Oro alla carriera a un produttore illuminato come Nicola Giuliano. Le tante anteprime e le opere in programma hanno affrontato temi urgenti, dall’inclusione alla sostenibilità, fino alla cronaca che ci interpella direttamente, ricordandoci che il cinema non è solo racconto, ma anche responsabilità. Siamo molto contenti di aver dato spazio a queste voci accolte dalla città di Lecce con sensibilità e partecipazione. Il nostro impegno è già rivolto alla prossima edizione, con la stessa passione e lo stesso desiderio di costruire ponti tra il pubblico e le storie che contano”, ha concluso il Direttore.

L’Ulivo d’Oro al Miglior Film e i premi alle carriere sono realizzati da Michele Amato di Mikama Gioielli, artigiano molfettese che realizza ogni singolo pezzo a mano come per gli ulivi dalle forme uniche e mutevoli.

Nel segno della sostenibilità quest’anno il Festival ha deciso di sostenere la denuncia dei maestri salentini, riuniti nella Rete CLETUS, contro la dispersione del legno d’ulivo con dei premi dal forte significato artistico e identitario, alcuni dei quali ad opera del maestro Fabrizio Mastrogiovanni, mentre la targa del Premio Mario Verdone è realizzata da FuturoRemoto Gioielli di Gianni De Benedittis. 

TUTTI I PREMI DEL FESTIVAL

La Giuria del Concorso Lungometraggi “Ulivo d’Oro”, presieduta da Lene Børglum e composta da Marco Giusti, Dubravka Lakic, Paolo Strippoli e Olena Yershova, ha assegnato l’Ulivo d’Oro “Premio Cristina Soldano al Miglior Film”, il Premio Speciale della Giuria, il Premio per la Migliore Fotografia e il Premio per la Migliore Sceneggiatura. Sempre tra i film del Concorso vengono assegnati: Premio SNGCI miglior attrice/attore Europeo – Premio Fipresci – Premio Cineuropa – Premio della Critica del SNCCI attribuito dalla Giuria composta da Giuseppe Ghigi, Irene Gianeselli e Marco Lombardi; il Premio del Pubblico attribuito tramite votazione dagli spettatori del Festival.

L’Ulivo d’Oro – Premio Cristina Soldano al Miglior Film va a White Snails di Elsa Kremser e Levin Peter (Austria, Germania, 2025): Nel cuore della notte, lei bussa alla sua porta…è l’inizio di un film sorprendente, in cui due anime invisibili, nel mezzo di un mondo soffocante, si abbracciano; sono come lumache che vivono in un paesaggio urbano privo di ossigeno. Basato su personaggi reali e domande esistenziali, il film è diretto con finezza, permettendo agli attori non professionisti di creare personaggi autentici. Questo film affronta la poetizzazione della morte da parte della società, che è allo stesso tempo un modo per affrontare gli orrori del nostro tempo e un veleno che intossica i nostri giovani”, si legge nella motivazione. 

Premio Speciale della Giuria a The Pupil di Karin Junger (Olanda, Belgio, 2025) “per la capacità di rappresentare con grande precisione le dinamiche della manipolazione, sostenuta da una messa in scena consistente e dall’intenso lavoro dei due protagonisti — tra cui Bart de Wilde, sorprendente attore adolescente al suo debutto. Le pulsioni pericolose al centro della storia vengono affrontate senza ricorrere a facili demonizzazioni, privilegiando invece un’indagine profonda sui traumi psicologici che esse generano”.

Premio per la Migliore Fotografia va a  The Love That Remains di Hlynur Pálmason  (Islanda, 2025) “per la capacità di raccontare per immagini la complessità di una relazione alle ultime battute, in opposizione a un paesaggio che sovrasta i suoi abitanti, nella sua maestosità eterna. Una fotografia che fa corpo unico con la messa in scena e che si distacca dall’estetica contemporanea imperante delle piattaforme”.

Premio per la Migliore Sceneggiatura a What Marielle knows di Frédéric Hambalek (Germania, 2025) “per la capacità di raccontare la complessità dei rapporti familiari attraverso un dispositivo fantastico che non si preoccupa di spiegare, ma piuttosto mostra perché le cose accadono, illuminando le ipocrisie inutili e gli orgogli effimeri della famiglia occidentale”. 

Premio SNGCI miglior attrice/attore Europeo assegnato dalla Giuria del Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani, presieduta da Laura Delli Colli, va a Claud Hernandez, protagonista del film “When a river becomes the sea” di Pere Vilà Barceló (Spagna, 2025) con la seguente motivazione: “per la sua interpretazione intensa, mai melodrammatica, in un film complesso nel quale alterna alla rabbia la  sofferenza per le cicatrici difficili da cancellare dopo la ferita di una violenza subita anche in un sottile tormento psicologico. Clàud Hernandez, dando forza e credibilità ad un personaggio femminile e ad un racconto segnato dal tema dell’abuso sessuale, ricostruisce la propria identità calandosi lentamente, come in uno scavo simile al mondo dell’archeologia che vive nei suoi studi, nel ricordo di un vissuto doloroso da ripercorrere per riuscire a liberarsi dal trauma. Il suo viaggio nelle sensazioni e nella memoria del passato le restituisce lentamente la forza di ritrovare se stessa e di risvegliare la sua coscienza oltre il ricordo drammatico della violenza”. 

Premio Fipresci (Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica), attribuito dalla giuria composta da Nicola Angerame, Susanne Gietl e Stojan Sinadinov, va a The Love That Remains di Hlynur Pálmason  (Islanda, 2025) con la seguente motivazione: “Il film racconta la storia di una famiglia che vive in Islanda e si confronta con la natura selvaggia, con la difficile relazione tra una coppia sposata e con complessi desideri di creatività. Il coraggio del personaggio si riflette attraverso l’arte, la natura e lo stile cinematografico. Hlynur Pálmason ha gestito i tre aspetti fondamentali del film – regia, sceneggiatura e fotografia – in modo radicale e sicuro”. 

Premio della Critica del SNCCI Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani attribuito dalla Giuria composta da Giuseppe Ghigi, Irene Gianeselli e Marco Lombardi va a What Marielle Knows di Frédéric Hambalek (Germania, 2025) in uscita con Lucky Red (Lo schiaffo) “per la capacità di mettere a nudo, attraverso lo sguardo innocente di una figlia, le ipocrisie che permeano i rapporti di coppia con una ferocia grottesca, mantenendo costantemente l’equilibrio su quel crinale sottile che separa la verosimiglianza dal puro fantastico”.

Premio Cineuropa assegnato dal direttore Valerio Caruso e consegnato a Lecce da Pilar Campos va a The Love that Remains di Hlynur Pálmason(Islanda, 2025): “Per la sua capacità di mettere in luce la bellezza del quotidiano, l’armonia con la natura e la difficile ricerca dell’equilibrio mentre tutto (o quasi tutto) scorre, il Premio Cineuropa va a The Love That Remains. In un mondo scosso dalla distruzione, dalla stanchezza e dall’impeto dell’immediatezza, questo film ci offre uno sguardo nuovo, lento, delicato e profondamente toccante, su “ciò che resta”. È una storia intima sullo scorrere del tempo, sulla trasformazione (delle persone, della famiglia, delle cose) e sull’impermanenza”.

Il Premio del Pubblico a The son and the sea di Stroma Cairms (UK, 2025). 

Per la sezione Puglia Show, la giuria, composta da Salvatore Caracuta, Chiara Idrusa Scrimieri Giacomo Toriano, assegna il Premio CNC ed il Premio Augustus Color al miglior cortometraggio in concorso, Eggplant di Luigi Imola: “Per l’intensità e l’efficacia della narrazione visiva, la fluidità della sceneggiatura, i dialoghi calibrati,  una storia significativa e articolata espressa con padronanza del linguaggio filmico senza indulgere alla retorica”. Menzione speciale “per l’originalità dello sguardo registico e l’uso eminentemente cinematografico del flusso narrativo” al cortometraggio Felicidad di Francesco Mastroleo.

Il Premio Unisalento assegna il riconoscimento ai cortometraggi di Puglia Show dalla giuria del DAMS a Quand tu dors di Salvator Rosa e Pierluigi Rosa“Il corto si presenta con una forte identità visiva, usando il bianco e nero per creare una dimensione perturbante e rendere lo spazio della camera da letto un organismo vivo, mutevole e specchio delle tensioni interne di una coppia. Anche il montaggio partecipa a questa costruzione emotiva, alternando momenti di sospensione a scatti bruschi che spezzano la continuità narrativa e avvicinano il corto all’horror psicologico e all’anti-narrazione. La ciclicità della struttura narrativa riflette bene un rapporto tossico come quello rappresentato”.

Premio Rai Cinema Channel, con la giuria composta da Maria Federica Lo Jacono, assegna il riconoscimento ai cortometraggi di Puglia Show, a Sette settimane di Enrico Acciani con la seguente motivazione: “Per la capacità di dar voce al silenzio, al dubbio e alla solitudine di una scelta che appartiene solo a chi la vive. Un’opera che, con sensibilità e rigore formale, affronta un tema complesso e intimo come quello dell’interruzione di gravidanza, restituendone la verità emotiva senza mai cedere al giudizio o al sentimentalismo”.

Il Premio Mario Verdone, alla sua XVI edizione, assegnato dalla giuria composta dai fratelli Carlo, Luca e Silvia Verdone va a Greta Scarano per La vita da grandi con la seguente motivazione: 

“Per la capacità di aver saputo raccontare con delicatezza, realismo e ironia il tema dell’autismo, accendendo con grande sensibilità un’attenzione nuova sull’importanza dell’inclusione e dimostrando, insieme al suo straordinario protagonista Yuri Tuci  -un bambino autistico diventato un attore  oggi felicemente conciliato anche con il palcoscenico – che anche il cinema può contribuire a sottolineare, in una commedia garbata l’importanza delle relazioni affettive di fronte alle difficoltà di chi rischia di non poter vivere pienamente non solo i propri sogni ma anche solo la ‘normalità’ della vita” .

Premio Emidio Greco, arrivato alla XIII edizione. Il Comitato di Selezione è composto da Alessandro Giorgio (Centro Nazionale del Cortometraggio) e Alberto La Monica (Direttore Festival del Cinema Europeo), la Giuria dalla Famiglia Greco. Il premio va a Pizza Flash di Luca Guanci: “Quando un’idea di regia forte – consapevole, esteticamente compiuta – si mette al servizio di una storia e di un tema che riflettono la contemporaneità, il risultato cinematografico si può dire raggiunto. È ciò che accade con il cortometraggio vincitore della tredicesima edizione del Premio Emidio Greco, nel quale tutte le componenti del linguaggio e della grammatica filmica (dalla fotografia alla scenografia – entrambe di grande livello – dalla recitazione all’utilizzo del “materiale d’archivio” nel montaggio) si integrano perfettamente nel racconto di un futuro possibile nel quale il prima e il dopo sono separati da una cesura etica che investe  sia il piano individuale che quello collettivo”.

Menzione Speciale Cinecittà News per la sezione Cinema&Realtà, la redazione composta da Cristiana Paternò, Nicole Bianchi e Andrea Guglielmino ha assegnato il premio a We Are The Forest Enclosed By The Wall di Oliver ResslerLa motivazione: con We Are The Forest Enclosed By The Wall, Oliver Ressler firma un’opera di forza politica e poetica. Il film intreccia ecologia e resistenza collettiva, restituendo voce e dignità a comunità e paesaggi minacciati. Con un linguaggio visivo rigoroso e solidale, Ressler trasforma il documentario in un atto di profonda empatia verso il vivente.

Il Premio “Rotary Club Lecce”,  assegnato a un film che per tematiche e forma narrativa sia particolarmente vicino alla mission “We serve” della prestigiosa associazione umanitaria, va a Come fosse luce di Corrado Punzi “per la sua intensa testimonianza di inclusione e coraggio. La storia della squadra di calcio formata da persone non vedenti incarna pienamente il motto rotariano “ WE SERVE” , mostrando come il servizio possa nascere dal mettersi in gioco insieme, creando opportunita’ e speranza per sé e per gli altri”.

(fonte: comunicato stampa)

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