Milano da Romantica a Scapigliata

In mostra fino al 12 marzo 2023 al Castello Visconteo Sforzesco di Novara settanta capolavori della pittura lombarda

Sara Di Caprio

NOVARA. Milano. Da Romantica a Scapigliata è il titolo della mostra allestita nel Castello Visconteo Sforzesco di Novara. Fino al 12 marzo 2023, si potranno ammirare settanta capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti della cultura figurativa ottocentesca attivi a Milano, che ripercorrono l’evoluzione della pittura lombarda dal Romanticismo alla Scapigliatura.

Un percorso articolato in otto sezioni curato da Elisabetta Chiodini coadiuvata da un Comitato scientifico di cui fanno parte Niccolò D’Agati, Fernando Mazzocca, Sergio Rebora.
Aprono il percorso due straordinari capolavori ispirati a opere narrative di grande successo popolare: I Lambertazzi e i Geremei di Defendente Sacchi (1796-1840) e Paul et Virginie di Jaques-Henri Bernardin de Saint-Pierre (1737-1814). Firmata da Francesco Hayez (1791-1882) è infatti l’Imelda de Lambertazzi eseguita nel 1853 per il collezionista monzese Giovanni Masciaga mentre il gruppo in marmo Paolo e Virginia eseguito su commissione del conte Giulio Litta, capolavoro della scultura romantica, fu realizzato da Alessandro Puttinati (1801-1872).
La prima sezione della mostra è dedicata alla “pittura urbana”, termine coniato nel 1829 da Defendente Sacchi per qualificare il nuovo genere di veduta prospettica elaborato e portato al successo tra il secondo e terzo decennio dell’Ottocento dal pittore alessandrino Giovanni Migliara (1785-1837) di cui è possibile ammirare la Veduta di Piazza del Duomo in Milano, 1828, dalla Collezione di Fondazione Cariplo e la Veduta dell’interno del I.R. Palazzo del Governo, del 1834. Seguono opere di Giuseppe Elena (1801-1867) come Veduta di piazza della Vetra in Milano, 1833, dalla Collezione di Fondazione Cariplo e di Luigi Premazzi (1814-1891), nonché di Luigi Bisi (1814-1886), di Giuseppe Canella (1788-1847) e di Angelo Inganni (1807-1880) che offrono allo sguardo del visitatore alcune spettacolari inquadrature tra le vie, le piazze, lungo i Navigli, proprio negli anni che videro l’inizio della loro trasformazione nei luoghi oggi noti come Piazza del Duomo, Corsia dei Servi, Piazza San Babila, Piazza della Scala e del Verziere.
Una vera e propria galleria di ritratti è il focus della seconda sezione dedicata ai protagonisti” della storia milanese di quegli anni. Tra le opere in mostra spiccano il Ritratto di Alessandro Manzoni di Molteni, recentemente ritrovato, e il Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe, straordinaria maternità laica, uno dei vertici della ritrattistica di Hayez. Seguono lavori di Carlo Arienti (1801-1873) rappresentato dal Ritratto del conte Carlo Alfonso Schiaffinati in abito da cacciatore (1834) e di Giovanni Carnovali, più noto come il Piccio (1804-1874), le opere dei fratelli Domenico (1815-1878) e Gerolamo Induno (1825-1890) narratori della storia degli umili.


La terza sezione è interamente dedicata alle Cinque giornate di Milano e agli episodi cruciali che nel marzo del 1848 portarono alla temporanea liberazione di Milano dalla dominazione austriaca. Qui la fa da padrone Carlo Bossoli (1815-1884), vedutista di straordinaria sensibilità che raggiunse fama internazionale proprio attraverso dipinti rievocativi delle guerre d’indipendenza, come ad esempio la tela Carlo Alberto al balcone di Palazzo Greppi proveniente dal Museo del Risorgimento di Milano da cui arriva anche uno dei capolavori di Baldassare Verazzi (1819-1886) Episodio delle cinque giornate, Combattimento presso Palazzo Litta. I fratelli milanesi Domenico e Gerolamo Induno, tra i maggiori protagonisti della scena figurativa di quei decenni sono i protagonisti della quarta sezione, La Storia narrata dalla parte del popolo, con le loro opere raffiguranti gli umili interni domestici della gente comune della Milano del tempo. Tra questi il celeberrimo Pane e lacrime di Domenico Induno.

Francesco Hayez, lo splendido Giovinetta inglese, 1886 circa e Ritratto di Antonietta Tzikos di Saint Leger,, 1853, collezione privata


Verso il rinnovamento del linguaggio: dal disegno al colore è il tema della quinta sezione dedicata appunto agli autori autori fondamentali nel rinnovamento del linguaggio pittorico: Eleuterio Pagliano (1826-1903) con Il libro di preghiere, 1857-1858 e Giuseppe Bertini (1825-1898), con Ofelia, 1860-1870, entrambi dai Musei Civici di Varese; il già citato Piccio, presente con il Ritratto di Gina Caccia, del 1862, Federico Faruffini (1833-1869), con lo splendido olio Toletta antica, (1865) e il talentuoso e ribelle alievo di Hayez: il milanese Filippo Carcano (1840-1914).
Il sistema di Filippo Carcano. La pittura scombiccherata e impiastricciata è il titolo della sesta sezione dove è possibile ammirare le opere dell’artista che in aperta rottura con la tradizione accademica del disegno, costruiva le immagini attraverso l’uso del solo colore. In rassegna anche le opere degli artisti che sposavano tale linguaggio come Giuseppe Barbaglia (1841-1910), Vespasiano Bignami (1841-1929) e Mosè Bianchi (1840-1904).
Il percorso espositivo prosegue con alcune significative opere dipinte nel corso dei secondi anni sessanta da Tranquillo Cremona (1837-1878) e Daniele Ranzoni (1843-1889), prima dell’elaborazione di quel linguaggio scapigliato che caratterizzerà le opere della loro maturità artistica, sezione che anticipa l’ultima, dedicata appunto ad alcuni dei maggiori capolavori scapigliati eseguiti dalla metà degli anni settanta ai primi anni ottanta. Tra questi segnaliamo Melodia e In ascolto, straordinarie tele eseguite en pendant da Cremona tra il 1874 e il 1878 su commissione dell’industriale Andrea Ponti, Visita al collegio, ancora di Cremona, riferibile al biennio 1877-1878, nonché alcuni dei più intensi ritratti eseguiti da Ranzoni, quali il Ritratto della signora Luigia Pisani Dossi, esposto a Brera nel 1880 lo splendido Giovinetta inglese e Ritratto di Antonietta Tzikos di Saint Leger, databili entrambi intorno al 1866.


Milano. Da romantica a scapigliata
Castello di Novara
Piazza Martiri della Libertà 3
orario: 10.00 – 19.00
lunedì chiuso
Aperture straordinarie: domenica 1, venerdì 6 e domenica 22 gennaio.
Biglietto: Intero: € 14,00
Ridotto: € 10,00
Tel. 02 6597728