POP-UrLAR. Grida dal buio
La mostra di Massimo Pasca al Mat di San Severo fino al20 febbraio 2013
POP-UrLAR. Grida dal buio
“Un flusso di coscienza per immagini senza la punteggiatura di un’artista a 360°”
di Alessandra Ioalé
L’esposizione personale “POP-UrLAR. Grida dal buio” che, dal 20 dicembre 2012 al 20 Febbraio 2013, la Città di San Severo e il MAT – Museo dell’Alto Tavoliere dedicano a Massimo Pasca, è importante per comprendere la figura complessa e multi sfaccettata di un’artista che intinge da più di vent’anni la vita nei colori dell’arte a 360°. Oltre ad essere stato l’infaticabile cantautore del noto gruppo reggae “Working Vibes”, è uno dei più stimati live painter, disegnatori e illustratori italiani.
Un’intensa attività artistica che da anni porta avanti con la passione di colui che crede ancora che l’arte possa comunicare e possa essere veicolo di messaggi, di visioni, di racconti, e che lo vede coinvolto in importanti progetti espositivi. Porre il pennello sul supporto e iniziare a tracciare il disegno. Andare avanti liberando sé, seguendo quel flusso creativo che ha origine nella propria coscienza senza sapere quale sarà l’approdo. Un dialogo tra artista e traccia che s’interrompe nel momento in cui, come dice Pasca, “il disegno diventa bello”, e lo storpia, proprio perché non più frutto di una trascrizione immediata, automatica, ma ragionata. Così l’artista cambia per immergersi nuovamente in quel flusso e trarvi immagini autentiche, restituendole però con perizia calligrafica e precisione descrittiva propria di ogni buon racconto. Come i bozzetti e gli schizzi, tanto cari ai collezionisti del genere, per la loro incompiuta bellezza, i dipinti e le illustrazioni di Massimo Pasca per l’esatto contrario affascinano e rapiscono lo sguardo di chi li ammira. Dovizia di particolari caratterizzano divertenti personaggi, a volte ironici e irriverenti, che si affollano a far festa sulla superficie dell’opera. Si incastrano, insinuandosi l’un con l’altro, arrivando ad essere l’uno origine dell’altro in un ciclo continuo e senza fine, come un flusso di coscienza per immagini senza la punteggiatura, che cattura la nostra attenzione sin dall’inizio e non la lascia andare fino alla conclusione del racconto. Un racconto che assume ogni volta trame differenti di figure multiformi, dalle cromie di colore accese e brillanti, componendo una scenografia su cui si stagliano interpretazioni soggettive di icone della nostra cultura popolare di oggi, dalla Gioconda a Dalì fino ad arrivare a Carmelo Bene e Pasolini, dandovi risalto e rimarcandone il messaggio in esso contenuto; o viceversa divenendo l’anima di un soggetto più grande, totale, unico protagonista dell’opera, che comprende in se tutte le immagini e ne è a sua volta compreso e restituito nel significato. Nell’esegesi di ogni intreccio di forme, nella sua andatura e partizione, vi si sottende un sottile parallelismo con l’intreccio di parole attorno a cui si costruiscono i testi dei brani scritti e interpretati dall’artista stesso. È la narrazione, dalla trama singolare ed eccentrica, del flusso di coscienza dell’artista, che grida ai disagi del suo tempo, i cui protagonisti non sono altro che i personaggi-icone del nostro tempo, caratterizzate da una sottile e pungente vena sarcastica. Ogni opera è una pagina di questo racconto da cui non si può non essere coinvolti e travolti.
Per informazioni:
MAT Museo dell’Alto Tavoliere
Piazza San Francesco, 48
San Severo (FG)
Tel. 0882.334409 – 0882.339611