Claudia Cardinale
Alla vigilia della consegna dell’Ulivo d’oro, il Festival del Cinema Europeo accoglie Claudia Cardinale (alle 21 nella sala 1 del Massimo) e vive la sua giornata dedicata all’Europa e alla sezioni “Cinema e industria”. La Cardinale sarà presente in sala per la proiezione del film “Claretta” di Pasquale Squitieri
Eccellenza italiana al femminile
Se il cinema anima gli occhi gli occhi del cinema sono quelli di Claudia Cardinale vien da pensare, guardando le foto della mostra omaggio, Eccellenza italiana al femminile, allestita nel salone delle Feste dell’ex Convento dei Teatini a Lecce fino al 3 maggio 2014. Così il Festival del cinema europeo le rende omaggio anticipando il TaorminaFilmFest che la premierà con il Taormina Arte Award il prossimo giugno.
Curata da Antonella Felicioni, in collaborazione con l’Archivio fotografico della Cineteca Nazionale-Centro Sperimentale di Cinematografia, la rassegna ne ripercorre la brillante carriera artistica partendo da L’audace colpo dei soliti ignoti (1959), continuazione del suo primo film italiano, I soliti ignoti(1958) entrambi di Mario Monicelli nel ruolo di Carmelina la ragazza siciliana che il fratello ha segregato in casa e che nell’immaginario collettivo diventa “la fidanzata d’Italia”. Bella, aristocratica, raffinata, misteriosa, sensuale e ribelle così come nei ritratti del fotografo Angelo Frontoni ma anche nei tanti scatti che evocano sequenze di film che l’hanno resa celebre in tutto il mondo.
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A cominciare dalle immagini della bellissima Angelica Sedara ne Il Gattopardo diretto dal regista Luchino Visconti nel 1963, a quelle di Aida Zapponi ne La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini (1961) che le valse il David di Donatello Speciale o di Mara, La ragazza di Bube di Luigi Comencini (1963) che le fece conquistare il suo primo Nastro d’argento o di Barbara Puglisi nel film Il bell’Antonio di Mauro Bolognini che la vide recitare protagonista al fianco dell’indimenticabile Marcello Mastroianni. E ancora tanti scatti che scandiscono un periodo fantastico del cinema italiano tra gli anni Sessanta e Settanta: fotogrammi che la ritraggono nei panni di Sandra Luzzatti nel film Vaghe stelle dell’orsa (1964), di Luchino Visconti con il quale aveva girato anche Rocco e i suoi fratelli oltre che Il gattopardo che l’aveva vista premiata con la Palma d’oro. Sempre nel 1964, il regista Antonio Pietrangeli la scelse protagonista nel film Il magnifico cornuto nel ruolo di Maria Grazia la moglie del gelosissimo Andrea Artusi interpretato dal formidabile Ugo Tognazzi.
Impossibile condensare la storia cinematografica di una diva come Claudia Cardinale che nel 1963, sulla scia dei successi italiani arrivò ad Hollywood e fu diretta dai più noti registi statunitensi, da Blake Edwards ne La pantera rosa, con David Niven, che coniò per lei l’eccentrico complimento «la più bella invenzione italiana… dopo gli spaghetti!» a Henry Hathaway (1964) ne Il circo e la sua grande avventura dove recita al fianco di John Wayne e Rita Hayworth; da Richard Brooks ne I professionisti (1966), da Philippe Dunne ne L’affare Blindfold girato con Rock Hudson e da Mark Robson (1966) che la vede in Né onore né gloria accanto ad Anthony Quinn.
Ma ritorniamo alla mostra che, ad onore del vero, non ci sembra allestita all’altezza delle precedenti realizzate per il Festival con uno studio poco accurato delle luci che abbagliano il visitatore e rendono poco agevole la visione dei pannelli fotografici tratti da scene di film cult quali C’era una volta il West di Sergio Leone, (1968), Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata di Luigi Zampa (1971) con il quale l’attrice conquistò il suo terzo David. Tutti film di successo che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia del cinema italiano: L’udienza di Marco Ferreri (1971) e ancora, nel 1977, Il prefetto di ferro e nel 1984 Claretta (terzo Nastro d’argento, Globo d’oro e Premio Pasinetti alla mostra del cinema di Venezia) entrambi con la regia di Pasquale Squitieri, conosciuto sul set del film I guappi (1974) diretto dallo stesso regista al quale è legata dal 1975. Una bellezza senza tempo e un talento straordinario: sempre stupenda negli scatti dell’Enrico IV di Marco Bellocchio (1984) o ritratta dal fotografo Bruno Bruni autore anche delle foto del film I delfini di Citto Maselli (1960).
Leone d’oro alla carriera (1993), David (1977), Nastro d’argento europeo (2000), Orso d’Oro (2002), Pardo d’oro a Locarno (2011) si annoverano tra i tanti riconoscimenti ricevuti per una carriera, premiata anche al Festival del Cinema Europeo con l’Ulivo d’oro, e che continua a regalarci straordinarie visioni. Tra le ultime pellicole, Gebo e l’ombre di Manoel de Oliveira (2012), Effie il dramma in costume diretto da Richard Laxton (2012), Joy de V. di Nadia Szold (2013), La montagna silenziosa di Ernst Gossner (2013). (an.fu.)