Paola Cortellesi
Ulivo d’oro per l’attrice romana protagonista del cinema italiano
E meno male che esiste!
di Antonietta Fulvio
“Il segreto è rubare da quelli più bravi”
“Adesso dobbiamo superare un altro ostacolo, noi stesse”
Bella, ironica, simpatica. Ha un fascino particolare Paola Cortellesi, superospite del Festival del Cinema europeo che l’ha premiata con l’ulivo d’oro alla carriera quale protagonista del cinema italiano. Artista trasversale, Paola Cortellesi è capace di passare con disinvoltura dal teatro – si è formata con Beatrice Bracco del “Teatro Blu” – alla radio dove ha esordito ventenne con Enrico Vaime sulle frequenze di Radio 2 con “Il programma lo fate voi”. Alla tv con “Macao” di Gianni Boncomagni (1998), con la Gialappas’ band in “Mai dire goal” (Italia 1, 2000) conquistando l’Oscar tv e il Premio Flaiano con “Nessundorma” (Rai 2, 2004) e la Grolla d’oro per il ruolo di Maria Montessori (2008). Infine, il cinema nel 1999 il primo set con Alberto Taraglio, dopo aver dato prove delle sue doti canore duettando con Claudio Baglioni, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Giorgia, Enzo Jannacci.
Poi sono arrivate le pellicole con Aldo Giovanni e Giacomo, Fabrizio Ventivoglio, Claudio Santamaria e Gianmarco Tognazzi, Rocco Papaleo, Raoul Bova, Carlo Verdone.
Felice di ricevere l’Ulivo d’oro Paola Cortellesi ricorda la sua prima volta a Lecce, tra le tappe dello strepitoso spettacolo teatrale “Gli ultimi saranno i primi” che le è valso il Premio E.T.I. e il premio della critica 2006. “Uno spettacolo a cui sono molto legata, scritto da una mia idea dal regista Massimiliano Bruno da cui è stata tratta una sceneggiatura per un film e a maggio cominceranno le riprese” ha rivelato emozionata durante l’incontro con la stampa.
Dal teatro al cinema, dunque, per “Gli ultimi saranno i primi” che non era un soliloquio – ha precisato – ma un monologo, dove interpretavo tutti i personaggi, uomini, donne, senza nessun tipo di camuffamento caratterizzandoli con la postura e i diversi dialetti. La storia si svolge in una nottataccia, Colacci Luciana, lavoratrice precaria con un contratto a termine si ritrova a non veder rinnovato il suo contratto di lavoro. E per di più incinta. Una serie di vicissitudini personali la portano psicologicamente ad un punto di non ritorno per cui compie un gesto estremo e va a minacciare i suoi datori di lavoro con una pistola. Non è una Lara Croft ma una persona completamente inadatta a compiere gesti del genere fatti sull’onda di un momento di follia e di esasperazione. Intorno a questa storia ruotavano i vari personaggi che popolavano quella nottata. La sceneggiatura del film è diversa, io sarò Colacci Luciana ma ci saranno anche altri personaggi che faranno parte della storia che non si svolge più in una sola notte”.
Una vicenda tremendamente attuale.
“La storia, nata nel 2005, era stata suggerita da fatti di cronaca e ahimè da allora ne sono purtroppo accaduti degli altri” – ha continuato l’attrice spiegando come alla base del lavoro teatrale ci fosse “la voglia di raccontare le difficoltà di una donna nel mondo del lavoro e alle prese con una gravidanza e con tutto ciò che comporta”.
L’emancipazione femminile è un tema affrontato frequentemente nelle pellicole interpretate da Paola Cortellesi come in “Due partite” dove interpreta il ruolo di Sofia ma anche nelle sceneggiature che scrive, ha aggiunto l’attrice. “Si parla sempre di cose che si conoscono, e mi viene naturale parlare delle donne, dei desideri, di ciò che vorremmo e di ciò che è ingiusto”.
Nel suo ultimo film “Scusate se esisto” in coppia con Raoul Bova interpreta il ruolo di Serena, un architetto di talento che, dopo una serie di successi professionali all’estero, ritorna nel suo paese d’origine scontrandosi con un mondo lavorativo dove ancora purtroppo essere donna non aiuta. Anzi. Ma la colpa non è sempre degli uomini. “Adesso dobbiamo superare un altro ostacolo, noi stesse – ha commentato la Cortellesi e a proposito del suo ultimo film, di cui firma la sua prima sceneggiatura con Giulia Calenda, ha spiegato “ci sono dei personaggi che non sono legati ad una mentalità maschilista degli uomini ma delle donne, la figura interpretata meravigliosamente da Lunetta Savino, ad esempio, è una assistente capo di una grande azienda che rimane chioccia e non perché qualcuno glielo abbia chiesto, ma perché a volte noi donne non ci pensiamo a fare il salto di qualità pur avendo tutte le carte in regola per diventare una figura di riferimento”.
_E ancora oggi nel cinema e, in particolar modo nella commedia, la comicità sembra essere una prerogativa maschile.
“I protagonisti del cinema e della commedia in generale sono maschi – ha commentato l’attrice – le donne sono più che altro figure che accompagnano e questo riguarda la vita reale come le storie che raccontiamo che sono lo specchio della vita. Il male sta nel detto dietro un grande uomo c’è una grande donna. Non è nemmeno al fianco, ma dietro. E si scrivono anche poche storie dedicate completamente alle donne”.
Scrivere più ruoli femminili in commedia, che è il suo genere preferito, ha ammesso l’attrice.
“Mi piace la commedia, quella dei grandi autori come Comencini, Monicelli, perché nel dopoguerra raccontava storie drammatiche con un registro umoristico. Si parlava di guerra ma si riusciva a sorridere. I grandissimi sceneggiatori, Scarpelli, Cecco D’amico che hanno affiancato i grandi registi sono quelli che hanno raccontato in modo poetico e coinvolgente questo paese in un modo che noi conosciamo e sappiamo fare bene: noi sappiamo raccontare la verità in modo realistico e nella vita quotidiana non c’è un solo registro, si sorride e si piange. Nella mia commedia ideale si sorride, si piange, si fa ironia anche su se stessi, però ci si commuove anche. La comicità è una cosa serissima e fare un film solo comico o solo drammatico è molto più facile che riuscire a mantenere un equilibrio fra due registri apparentemente così distanti ma conformi”.
Dietro la macchina da presa? “Quando sarò pronta lo farò, – ha concluso, aggiungendo – Ho il privilegio di poter partecipare ancora con Giulia Calenda alla sceneggiatura del nuovo film di Cristina Comencini che gireremo in ottobre e sarà una commedia con vari registri. Ancora non c’è un titolo, perché si cerca quello giusto”.
Presto dunque sarà impegnata su due fronti, con due nuovi film che attenderemo di vedere sul grande schermo, e alla domanda “quale è il suo segreto?” l’attrice con la sua inconfondibile verve ha risposto “Il segreto è rubare da quelli più bravi. Non ho una formula per lavorare bene non lavoro sempre bene non faccio sempre le cose come vorrei e il più delle volte non mi piace come le faccio e vorrei farle in modo migliore e questo sia al cinema che al teatro. In fondo non sono mai contenta in realtà fino in fondo e in questo mestiere non lo è mai nessuno, però se c’è un metodo è quello di apprendere dagli altri. Il nostro è un mestiere di squadra, sia che si faccia radio, soprattutto se si fa teatro e cinema. Mi auguro di lavorare sempre con persone più brave di me così posso imparare qualcosa di nuovo e crescere.”