La Santa Messa in diretta da Specchia
Domenica 28 giugno, in diretta dalle 10.55 su Rai Uno
La Santa Messa in diretta dalla Chiesa Presentazione della Beata Vergine Maria
Specchia, tra i borghi più belli d’Italia in diretta tv. Ancora una volte arrivano le telecamere di Rai Uno ma per riprendere la Santa Messa che in diretta domenica 28 Giugno, a partire dalle ore 10.55, sarà trasmessa in diretta dalla Chiesa Presentazione della Beata Vergine Maria.
La celebrazione sarà presieduta da Sua Eccellenza Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento – S.Maria di Leuca e concelebrata da Don Antonio de Giorgi, Parroco di Specchia, e da Don Pompilio Cazzato, Collaboratore Parrocchiale.
La messa in onda della celebrazione, curata da uno staff della CEI – Conferenza Episcopale Italiana e per la parte tecnica dalla Squadra Esterna della RAI di Napoli, vedrà la regia di Don Ciro Sarnataro con il commento di Enrico Longo Doria, e anche i non udenti, grazie alla pagina 777 di RAI Televideo avranno la possibilità di seguirla con i testi dettagliati dalle proprie abitazioni.
Nelle scorse settimane una troupe RAI, guidata dallo stesso regista, ha effettuato delle riprese, anche con i droni, con le panoramiche e gli scorci più suggestivi del borgo antico della cittadina del Capo di Leuca, che per circa 4 minuti, andranno in onda in mondovisione al termine della trasmissione “A sua immagine” e immediatamente prima della diretta.
La giornata di domenica 28 giugno sarà una Santa Messa speciale per la comunità di Specchia, che, ancora una volta, avrà l’opportunità di farsi conoscere a livello nazionale e internazionale e che vedrà come protagonista la Chiesa Matrice, a tre navate e a croce latina, detta anche “Presentazione della Beata Vergine Maria”.
“La chiesa matrice della Presentazione della Beata Vergine Maria – si legge nella guida “Capo di Leuca è” realizzata dal GAL Capo S. Maria di Leuca e dalla Diocesi di Ugento- Santa Maria di Leuca – sorge nel cuore del centro storico. Sull’ingresso principale vi è il barocco portale, dove campeggia al centro il rilievo di san Nicola protettore della cittadina. Ai lati le due nicchie ospitano le statue dei santi apostoli Pietro e Paolo. L’abside è un interessante esempio di decorazione tardo-cinquecentesca
Interessante lavoro d’intaglio è il seicentesco altare dell’Annunziata della nobile famiglia dei Trane che conserva la splendida tela dell’Annunciazione, opera del pittore gallipolino Gian Domenico Catalano (1560 ca.-1627 ca.). Nell’ampliamento degli anni Quaranta del secolo scorso furono aggiunte le due navate laterali e ricostruito il campanile”.
La tela, probabilmente del 1614, presenta alla base i due feudatari committenti locali (Margherita Trani e Desiderio Protonobilissimo) e farà da sfondo al Coro “Jubilate Deo”. Alcune statue in legno dal 1700 ed altre più recenti in cartapesta leccese adornano le varie parti di questa chiesa.
Come scrive Antonio Penna, nel libro “Chiese e Palazzi di Specchia”: “Nel 1400 la chiesa era molto più piccola di quella di oggi e corrispondeva all’attuale transetto. La disposizione sull’asse Nord Ovest – Sud Est della chiesa primitiva ci richiama quella delle chiese di origine greco – bizantina, che avevano l’abside rivolta verso il punto in cui nasceva il sole nel giorno della festa del Santo a cui erano dedicate; nel nostro caso corrispondeva al 21 novembre, giorno della Presentazione di Maria al Tempio. Due grandi finestre, venute alla luce durante gli ultimi lavori di restauro e poi chiuse perché poste alle spalle dello stesso altare, possono costituire un’ulteriore conferma dell’influsso della simbologia e dell’arte religiosa greco-bizantina nella terra di Specchia. Nelle seconda metà del Cinquecento, quando la navata fu trasformata in transetto, fu costruito un nuovo campanile, demolito, anche questo, nel 1945 perché pericolante. Cosimo De Giorgi nel 1887, a proposito di quest’ultimo, scrive: “Passeremo a vedere il campanile ed alcuni frammenti di pittura a fresco in una delle tre stanzette adiacenti ad esso, che hanno delle decorazioni simili a quelle notate nel coro. S’indovina a stento nel buio il fresco rappresentante la Visita della Vergine a S.(ant)a Elisabetta, già molto sciupato e appena riconoscibile. Da queste cellette si va sul campanile che è elevato m. 19 sul piano del suolo ed il suo vertice m. 148,77 sul livello del mare. Ha la forma di una torre quadrata, con quattro sole finestre ad arco acuto nella parte superiore. La cornice è decorata con archetti bilobi e ci riporta alla mente le consimili costruzioni del XVI secolo così frequenti a vedersi nelle torri e nei castelli di questa provincia”.
red. Arte e Luoghi