Coronavirus. La realtà non può essere questa
La ballata scritta e cantata dai due fratelli Edoardo ed Eugenio Bennato sosterrà l’Azienda ospedaliera dei Colli di Napoli nella lotta al Covid 19
Antonietta Fulvio
«La realtà è tutta in questa stanza nella rete che annulla ogni distanza la realtà è fuori dal balcone, nella rete che diventa una prigione…»
È questo l’incipit di un brano struggente che vede insieme i due fratelli Bennato – Edoardo ed Eugenio – se pure ognuno dalla propria casa dove trascorrono come tutti la quarantena imposta dalla pandemia da Covid 19. La distanza fisica non ha impedito però di fondere i suoni di armonica chitarra e voce per dar vita ad una ballata dal titolo “La realtà non può essere questa”. Ed è subito magia.
Parole e musica si sposano alla perfezione come le voci dei due cantautori napoletani, l’ascolto suggerisce di chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal ritmo entro il quale è incastonato come una gemma il testo bellissimo e come una nenia antica (e l’armonica sembra riportarci indietro a “L’isola che non c’è”) ci conforta e ci fa sentire per un momento sicuri che sì, la realtà non può essere questa. Non può essere quella compressa tra le pareti delle nostre case, diventate improvvisamente nidi che ci impediscono di spiccare il volo, mentre i telegiornali ci restituiscono immagini terribili e dolorose che ci inchiodano e ci tolgono il respiro come lo sfilare dei camion militari che trasportano bare, terapie intensive come trincee, le nostre piazze e strade vuote. Surreali.
Scritta a quattro mani, Eugenio firma il testo, Edoardo la musica, la canzone raccoglie le sensazioni del tempo sospeso, di questo nuovo “mondo da scoprire”, dentro e fuori di noi, perché soprattutto oggi non si deve rinunciare ai propri sogni, alle “parole sussurrate” di un amore che non può essere virtuale, alla vita che canta la sua ribellione e non si può fermare.
«È una ballata classica, che racconta questa sorta di “day after” che stiamo vivendo, che vuole trasmettere le buone vibrazioni del futuro alle porte», dice Edoardo, che “assimila” la nuova canzone alle sue “Venderò”, “L’isola che non c’è” e a “Pronti a salpare”. Eugenio, che ha scritto le parole sulla musica del fratello, continua: «Percepiamo diversamente la realtà rispetto a prima: la stanza è lo spazio in cui si esauriscono questi giorni, mentre il balcone è il luogo che ci collega con il mondo esterno. Il web, invece, è da qualche tempo la prigione dove rischiamo di perdere il rapporto vero: guardarsi negli occhi, parlarsi da vicino».
Quest’amore non può esser virtuale ha bisogno di parole, di parole sussurrate… Di parole che tu sola puoi sentire ha bisogno delle strade e di tutto il mondo da scoprire… La realtà è correre nel vento nella gara di nessun traguardo nell’amore che sventola nel porto la realtà non può essere altro… E non può rinunciare ai sogni e sognare le parole nuove di coscienze pronte a dire basta la realtà non può essere questa…
Una canzone che ti entra in testa e ti arriva al cuore, infonde speranza perché là fuori il mondo vero ci aspetta e gli spazi oggi vuoti dovremo imparare a colmarli di nuovo ma di amore, di autenticità di “parole nuove di coscienze pronte a dire basta“. E non dovrà essere un’utopia ma una priorità, una realtà da costruire partendo dalla solidarietà e dalla difesa dei più deboli. Questo il messaggio del brano inedito i cui proventi saranno devoluti all’Azienda Ospedaliera dei Colli (Monaldi – Cotugno – C.T.O.) di Napoli per sostenere la lotta contro il Coronavirus.