Buon compleanno Massimo. Omaggio al genio di Troisi

Dal teatro al cinema ai libri. In occasione della nascita, numerose iniziative ricordano l’attore, regista e poeta napoletano nato il 19 febbraio 1953

Antonietta Fulvio

Nato il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano, Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni ma il suo cuore si è fermato troppo presto, lasciando però un’eredità immensa: la sua personalità, il suo talento, la sua ironia, la visione poetica della vita del suo essere napoletano e dissacratore dei luoghi comuni su Napoli, città amata e che continua ad amarlo.

Perché come osserva lo scrittore Maurizio De Giovanni, voce narrante nel film documentario “Buon compleanno Massimo” curato da Marco Spagnoli, «Da Napoli Massimo non se n’è mai andato, è ancora rimasto nella profondità della produzione culturale, a Massimo Troisi si fa ancora riferimento periodicamente viene detto di qualche artista che è il nuovo Massimo Troisi, che ha qualcosa di Massimo Troisi, è diventato un modello, un riferimento quindi da questa città no, non se n’è andato ma non se n’è andato nemmeno dalla cultura nazionale nella quale e dalla quale viene richiamato spesso, come tutti quelli che hanno cambiato la strada, come tutti quelli che hanno indicato nuovi territori. Massimo Troisi non se n’è andato, Massimo Troisi fa ancora parte di tutto quello che abbiamo noi dentro e che riferiamo all’arte meravigliosa del cinema e della comicità». Un pensiero che condividiamo e che è il filo rosso della narrazione del docufilm, disponibile su Raiplay dal 19 febbraio, che ricostruisce la vita di Massimo attraverso le voci di chi ha incrociato il suo cammino umano e artistico tra i quali Renzo Arbore, Eugenio Bennato, Jerry Cala’, Nino D’Angelo, Enzo De Caro, Fabio Fazio, Francesca Neri, Ferzan Özpetek, Roberto Vecchioni. Testimonianze commoventi, a partire da quelle della sorella Rosaria, che come tasselli di un grande puzzle ricompongono la storia sul cuore fisico, ma anche metaforico di uno dei più grandi artisti italiani del Novecento, sul suo rapporto con Napoli, sul suo sguardo pacato e sincero sulla vita e sul mondo, ma anche sulle ingiustizie e sulle grettezze dell’esistenza, che lui ripudiava in pieno.


Sono tantissime le iniziative in programma per ricordare l’attore e regista napoletano, in occasione dell’anniversario della nascita: dall’Accademia di Arti espressive, ideata dal grande amico e attore Lello Arena, che ha voluto la collaborazione di Enzo de Caro, progetto sostenuto dal Comune di Napoli, al cinema. Nelle sale il 19 febbraio arriva “Da domani mi alzo tardi” di Stefano Veneruso, regista, produttore, sceneggiatore e nipote di Massimo Troisi, presentato in anteprima al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dove, dopo a tappa a Procida capitale della cultura, è allestita fino al 13 marzo la mostra, “Il postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi”, ideata dallo stesso Veneruso autore anche del volume “Massimo Troisi. Il mio verbo preferito è evitare”, edito da Rizzoli, e in libreria dal 19 febbraio. Uno struggente racconto, attraverso ricordi e riflessioni, e per immagini, molte delle quali provenienti dall’archivio di famiglia, del rapporto esclusivo con Massimo, della comune passione per il cinema, che lo volle al suo fianco come assistente regia ne “Il Postino”, la sua ultima passeggiata a Cinecittà la notte prima della sua scomparsa. Sulle note della musica diffusa di Luis Bacalov, colonna sonora da Oscar de Il Postino, il percorso si snoda tra opere pittoriche, gigantografie e stampe fino ad arrivare al momento clou l’esposizione della bicicletta del postino “Mario Ruoppolo”, la scultura “Pulcinella” di Lello Esposito, il video backstage dell’ultimo film.
“Da domani mi alzo tardi”, che gode del contributo regionale del Piano Cinema, è liberamente tratto dall’omonimo romanzo in cui Anna Pavignano (sceneggiatrice di quasi tutti i suoi film) ricorda la sua storia d’amore con Troisi), immaginando l’artista in età matura. Anna è interpretata dall’attrice Gabriella Pession mentre nel ruolo di Troisi troviamo l’attore John Lynch. In chiusura, a ricordare l’amicizia fraterna e la straordinaria collaborazione con Pino Daniele, l’inedito Sirenuse, concesso dal figlio del musicista, Alessandro. “Laggiù qualcuno mi ama”, è invece il docu-film di Mario Martone che sarà presentato al 73º Festival Internazionale del Cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special e che arriverà nelle sale dal 23 febbraio. È il viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi attraverso il montaggio di alcune scene dei film che rivelano la genialità del regista prima ancora dell’attore comico, ricostruendone la parabola artistica dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella vivacità e nel fermento degli anni in cui si è formato a Napoli, città comune ai due registi. Col montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni con gli artisti che hanno amato Troisi e che ne sono stati influenzati, come Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone, critici che lo hanno studiato, come Goffredo Fofi e la rivista “Sentieri selvaggi”, e due tra gli artefici della sua opera postuma, “Il postino”, Michael Radford e Roberto Perpignani. Un cameo la collaborazione di Anna Pavignano, che con Troisi scriveva i suoi film, e che ha messo a disposizione dei preziosi materiali inediti.
Anticipato a dicembre l’uscita del docu-film “Il mio amico Massimo” diretto da Alessandro Bencivenga e con le voci narranti di Lello Arena e Cloris Brosca. Insieme alle sue esibizioni cabarettistiche, teatrali e televisive, i backstage, le foto d’epoca sono inserite tante interviste ad amici ed esponenti del mondo dello spettacolo come Carlo Verdone, Nino Frassica, Clarissa Burt, Maria Grazia Cucinotta, Ficarra e Picone, Pippo Baudo e Renzo Arbore. Ne esce fuori un omaggio, come ha riferito lo stesso regista, a colui che «è stato, ed è tuttora, il mio autore, regista e attore di riferimento».
E se il comune di Calvizzano, ha promosso la realizzazione di un murales con il volto di Massimo all’ingresso del paese (Via Ritiro) il quotidiano “Repubblica”, in collaborazione con il Comune di San Giorgio a Cremano e Guida editori, ha voluto ricordarlo dedicandogli il volume “Troisi ‘70 – Il Massimo dell’arte” a cura di Ottavio Ragone, Conchita Sannino, Antonio Tricomi, Ernesto Assante e Giulio Baffi, in abbinamento gratuito con il giornale dello scorso 6 febbraio.

“A casa di Massimo Troisi”, a Villa Bruno, San Giorgio a Cremano dove ha sede l’omonima associazione


E poi ci sono i luoghi dei tanti set cinematografici. A cominciare dalle Scale Troisi a Napoli, dove fu girata una scena memorabile con Lello Arena del suo primo film, all’annunciata intitolazione in primavera della spiaggia di Miliscola, che fece da sfondo al bacio con Giuliana De Sio (sempre in Scusate il ritardo), come ha riferito il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione.
Una tappa a parte merita “A casa di Massimo Troisi”, a Villa Bruno, Via Cavalli di Bronzo, San Giorgio a Cremano visitabile ogni sabato e domenica, (ingresso libero, dalle 11 alle 13, info: 081 565 4344, acasadimassimotroisi@libero.it). La casa, sede dell’omonima associazione nata nel 19 febbraio 2015, è curata dal fratello Luigi Troisi che ha messo insieme i ricordi di Massimo, dell’artista e dell’uomo, dagli arredi della sua casa di Roma ai copioni, i libri tra cui “Il postino di Neruda” di Antonio Skármeta, le locandine dei film, gli strumenti musicali che non suonava ma che aveva per gli amici musicisti, i trofei, le maglie, quelle della Nazionale Attori di cui faceva parte. La sua grande passione per il calcio, l’amicizia con Diego Armando Maradona è testimoniata dalle foto degli anni memorabili del primo scudetto. Ricordo che a Napoli comparve tra gli striscioni uno che riprendeva il titolo del suo primo film “Scusate il ritardo” e forse qualcuno starà già pensando, ma scaramanticamente non lo dice, a quando, anche in ricordo di Massimo, si potrà far sventolare quello con scritto “Ricomincio da tre”.