Povere Creature
Prima visione. Le recensioni di Massimiliano Manieri che ha visto per noi la pellicola premiata con il Leone d’oro come miglior film al Festival del cinema di Venezia: Povere creature! (Poor Things) è un film del 2023 diretto da Yorgos Lanthimos. … Con protagonisti Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef e Ramy Youssef e Jerrod Carmichael.
Massimiliano Manieri
Non è facile commentare una pellicola che per molti versi si rivela come rivoluzionaria.
Forse occorre guardarsi dentro ed andare anche oltre gli abbagli della prima ora, per capire cosa dentro resta.
Ma io ci proverò, comunque.
E provo a riunire qualche pensiero e parto da alcune precisazioni, che separerò, tra positive e meno positive.
POSITIVO: il film è scenicamente magnifico, vi sta una creatività che tocca picchi di magnificenza (… e le ispirazioni al Metropolis di Lang sono in più punti rintracciabili)
Riguardo la recitazione, io darei subitaneamente l’oscar alla Stone, praticamente perfetta, ma aggiungerei, personalissima, ed a tal proposito vi riferisco che a costei sul set è stata data libertà assoluta di interpretazione, e moltissimo di ciò che le vediamo fare se lo è inventato lei di sana pianta, ben al di là delle richieste registiche, quindi ciò che le vediamo fare è pura invenzione dell’attrice
Aggiungerei che anche la recitazione di Ruffalo è assai degna di nota, per non parlare del tocco recitativo sovraumano di Dafoe (circa quattro ore di lavoro ogni giorno sulla sua faccia per montare il trucco!)
Per una pellicola dalla cifra stilistica per me sublime.
MENO POSITIVO:
vista la mole di materiale narrativo esacerbata, vista la qualità stupenda della confezione, e pensando al focus su cui il regista ha impiantato la propria opera, e cioè una disquisizione sul senso del LIBERO ARBITRIO per noi esseri umani, con una reinterpretazione ancor più surrealistica ed al femminile del romanzo della Shelley, mi sarei forse aspettato una lettura assai più esistenziale del tragitto “(dis)umano” di Bella Baxter.
Non accetto l’idea che per più di mezza pellicola la protagonista insegua la ricerca di quel senso, per larga parte in chiave sessuale e quasi lì soltanto!
Capisco che l’aggiungere parecchie scene erotiche sia un buon grimaldello per far accogliere pubblico nelle sale, ma un regista davvero coraggioso, come io credo che Lanthimos sia, avrebbe osato oltre, in altre letture, ancor più esistenziali, come in molte sue pellicole aveva già fatto d’altronde, e non solo facendo passare Bella di letto in letto, al tintinnare della frase:
“Non si fa, nella buona società”.
Quella protagonista, forse meritava orizzonti narrativi ancor più fulgidi e più interiorizzati.
Ad opera finita miei occhi sono usciti affascinati dalla sala, il mio cuore indubbiamente batteva per Bella.
La mia mente però voleva ancor più.
Ma forse son io a pretender troppo!