La città degli anelli
I cerchi di Arneo: un ‘mistero’ molto ben conosciuto e documentato dallo studioso Oreste Caroppo
Raffaele Polo
I cerchi di Arneo sono un ‘mistero’ molto ben conosciuto e documentato: basta scorrere su Internet i tanti articoli apparsi su questa realtà, tra l’altro di recente coinvolta nella protesta per l’ampliamento del circuito della Porsche, per rendersene conto. Oltre ai testi, tante fotografie e prospetti, cartine e studi particolareggiati, con ipotesi sempre interessanti e suggestive. Rimandiamo, perciò, ad una ricerca telematica, per evitare di ripetere ciò che altri hanno, da tempo, verificato e diffuso. Su tutti, ci piace citare il certosino lavoro, la ricerca vasta e documentata di Oreste Caroppo, che così inizia la sua ricerca:
«Nel Salento un mistero geologico o archeologico ancora non ben spiegato che mi ha molto appassionato e intorno al quale ho documentato tutto ciò che fino ad oggi mi è stato possibile in termini di dati in questo PDF. Devo confessare per questa mia segnalazione che non ho neanch’io una posizione decisiva tra le ipotesi archeologiche e quelle geologiche. Ciò che però mi ha spinto a mettere tutto per iscritto e fare ulteriore ricerca bibliografica, ed è stato un lavoro assai laborioso, è la beffa, o meno che sia, come potete leggere nella relazione che comunque è interessante per tanti altri aspetti del contesto, dell’aver individuato proprio lì nel mio primissimo sopralluogo di verifica proprio del materiale ceramico in superficie sul suolo rivoltato dalle arature che direi a prima vista protostorico, dal punto di vista archeologico, (materiale lì in loco documentato con foto che potete visionare nel seguito di questo PDF di segnalazione del sito). Nonché anche la scoperta sul posto che il vasto sito è attraversato da quella che gli archeologi ritengono essere proprio la via Traiana sallentina, arteria stradale messapico-romana che lì passava non sulla costa, quindi né da Porto Cesareo, né da Scalo di Furno, (neppure dal fortino messapico de Gli Schiavoni che è lì nell’entroterra e non molto distante dal sito qui in oggetto), ma in posizione para-litoranea. Poi si è aggiunto il ricordo, da verificare, comunicatomi da un ex sovraintendente ai beni culturali della zona, di scavi di tombe messapiche fatti nei decenni passati, praticamente in un’area limitrofa a questi enigmatici cerchi! Ne parlo di tutto questo nel PDF, più alcuni confronti con siti neolitici che appaiono dall’alto in Europa con caratteristiche paragonabili. I geologi da me coinvolti invece propendono per una spiegazione geologica, che però al momento neppure mi soddisfa pienamente perché non è ancora ben chiara e definitiva. Il sito ha indubbiamente caratteristiche di unicità per noi salentini, in un modo o nell’altro.»
Ma non solo Caroppo si occupa della suggestiva area salentina: un intervento, sempre su Internet, è dedicato a Masseria Maramonti. Ecco il testo:
«A MASSERIA MARAMONTI NEL CUORE DEI MISTERIOSI “ANELLI CONCENTRICI DI ARNEO” C’ERA L’ACCESSO AD UNA REALTA’ IPOGEA?
A parlarcene di questa possibilità è stato Antonio Minosa, lui ha aperto la nostra fantasia sul “mistero della gallerie di Masseria Maramonti” masseria che si trova nell’entroterra immediato di Torre Lapillo-Porto Cesareo.
“In essa entro le sue vecchie murature vi era l’accesso ad un luogo ipogeo scavato nella roccia da cui si dipartivano due differenti cunicoli; questi esisterebbero per davvero, ne parlano in tanti nella zona!
Poiché vi gettavano spazzatura si decise di chiuderne l’ingresso con un grande portone in metallo.
Io non li ho visti di persona ma mi e stato raccontato da gente che ci è stata per davvero.
La persona che meglio me ne ha parlato aveva il nonno che era il fattore di quella masseria.
Sono due diramazioni.
Una conduce da lì fino a sbucare dietro la chiesa di Boncore e un’altra conduce sempre sotto terra fino a sbucare sulla strada Avetrana-Nardò, cosi mi hanno raccontato.
Fino agli anni ’80 ancora quei cunicoli erano agibili.”
Certo sono solo racconti, relata refero, ma mi piacerebbe saperne di più. Chi conosce questi medesimi racconti? Chi ha maggiori dati, ricordi, foto, video, ecc.? Che origine avevano? Che uso? In che epoca la loro realizzazione? Solo leggende o verità?
Ho realizzato il 27 dicembre 2024 una immagine in IA con cui apriamo questo post, immagine solo come suggestione di partenza ma seguendo le suggestioni dateci da Antonio Minosa che vive in quella zona.
Oggi però ho iniziato a riguardare quei luoghi con le immagini satellitari/aeree fornite nel Portale Nazionale per l’Archeologia (https://gna.cultura.gov.it/mappa.html), immagini assai più nitide e dettagliate di quelle che sin ora avevo guardato su Google Earth, Google Maps. Geoportale Nazionale, e su altri portali online.
Ho notato subito una particolarità assai accattivante poco a nord-ovest del complesso degli edifici di Masseria Maramonti, a meno di 100 metri dalle murature di quegli edifici. Una macchia scura bordata di bianco con un albero cresciuto all’interno.
Evidenziata l’immagine al massimo ingrandimento possibile nei contrasti, emergono ombre compatibili con l’ipotesi di una cavità più o meno poco profonda.
Sono andato quindi a cercarla su Google Earth e su Google Maps ma non appariva. Quindi ho fatto ricorso alle immagini storiche di Google Earth ed essa è apparsa nelle riprese dell’aprile 2011 e del febbraio 2012.
Sembra dall’alto che dentro quella macchia scura vi crescesse un albero, potrebbe ben essere un fico (Ficus carica), l’albero si vede anche spoglio da via degli Angioini con Street View di Google Maps nel gennaio 2009, in inverno il fico perde le foglie.
Il Ficus carica cresce spesso spontaneo dove vi sono cavità.
Nel luglio 2015 la macchia scura e il suo contorno bianco nelle riprese dall’alto di Google Earth erano scomparsi. Scomparso l’albero. Forse ricolma di più chiaro materiale pietroso terroso rispetto al contesto circostante? Forse era un piccolo bacino poi distrutto e prosciugato? Speriamo solo coperto.
Spariti gli alberi che lì crescevano.
Da lì in poi nulla più!
Le coordinate della strana macchia scomparsa queste: 40°17’52.53″N 17°52’38.49″E
https://www.google.com/…/data=!3m1!1e3!4m4!3m3!8m2!3d40…
Da Google Earth ben si può seguire la sua evoluzione nel tempo con le immagini storiche.
Che cosa era?
Si potrebbe pensare fossero rovi su cumulo basso di pietre? Ciò stride con le sue immagine assai definite e a bordi assai netti che troviamo sul Portale Nazionale per l’Archeologia.
In una delle immagini vediamo la vicinanza con il sito archeologico noto di Li Schiavoni.
Lì e in altre immagini vediamo anche la correlazione spaziale della masseria e della misteriosa macchia scura a contorni chiari all’interno degli enigmatici “Anelli concentrici di Arneo” che appaiono assai nitidamente.»
Ci fermiamo qui: ci basta aver suscitato l’interesse e la curiosità sull’argomento. Le foto, poi, faranno il resto….