De Giovanni per la Giornata del Contemporaneo

Sabato 4 ottobre nello Studio 22 a Specchia si potrà visitare la mostra “Acqua” con allestimento dell’architetto Stefania Branca

Sabato 4 ottobre 2025 si celebra la ventunesima edizione della Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione annuale promossa da AMACI con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e in collaborazione con la Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Per il ventunesimo anno consecutivo, i 26 musei associati ad AMACI, insieme a oltre mille realtà pubbliche e private in tutta Italia, apriranno gratuitamente le loro porte al pubblico, con una programmazione speciale di mostre, eventi, laboratori e iniziative, in presenza e online, pensate per avvicinare l’arte contemporanea a un pubblico sempre più ampio e trasversale. Il tema conduttore dell’edizione 2025 è quello della formazione, intesa come processo ampio e plurale che attraversa educazione, ricerca, scambio di esperienze e saperi.

L’artista specchiese Luigi De Giovanni da sempre aderisce alla Giornata del Contemporaneo, per questa edizione ha scelto il tema dell’acqua come filo conduttore di alcuni suoi lavori che saranno esposti nel suo atelier, Studio 22, a Specchia, con l’allestimento dell’architetto Stefania Branca.

L’acqua – scrive Federica Murgia è linfa e motrice di vita, indispensabile affinché la terra non sia sterile e deserta. L’acqua, dove stormi gioiosi si abbassano in giochi rinfrescanti, che disseta il viandante, incanta con riverberi di colori finanche negli svaghi estivi spensierati, diventa la linea guida di Luigi De Giovanni che in queste opere vuole descrivere la dissennatezza dell’uomo nell’uso di questo essenziale bene sfruttato e sprecato utilitaristicamente. L’acqua che tutto travolge in onde incontrollabili e distruttive è descritta nell’evento che Luigi De Giovanni propone per la giornata del contemporaneo indetta da AMACI. Una installazione, una mostra e un video che vogliono raccontare la poesia della natura e la follia dell’uomo che la sfrutta senza porsi problemi. Quest’evento è una denuncia del grido di dolore della natura che si ribella dando luogo a disastri incontrollabili, perché l’uomo è stato incapace di prevenirli con opere capaci di arginare gli eventi di devastazione. Inquinamento, sversamenti di materiali, uso senza regole, Luigi De Giovanni usa una narrazione, solo apparentemente muta, efficace, come solo l’arte sa fare, per raccontare la natura e i disastri che l’hanno coinvolta e la coinvolgono.

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