La Macàra – poema sonoro in lingua madre

Nell’ambito del Festival Equality – Identità, Arti, Territori III ed. “CoCú” Contenitore Culturale di Trepuzzi (Le) venerdì 12 dicembre presentazione del libro di Valentina Sciurti edito da Spagine – Fondo Verri edizioni

Sarà presentata venerdì 12 dicembrealle ore 20.15, al “CoCú” Contenitore Culturale di Trepuzzi (Le), all’interno del programma del Festival Equality – Identità, Arti, Territori III edizione, a cura di Stefania Mariano – La Fabbrica dei Gesti, la prima raccolta poetica di Valentina Sciurti, “La Macàra – poema sonoro in lingua madre” edito da Spagine – Fondo Verri Edizioni. Modera l’incontro Margherita Macri.

Nella serata, a seguire, lo spettacolo “La Macàra – Concerto di Voci” di e con Valentina Sciurti.

Il poema sonoro è ispirato alla Macàra, figura femminile dell’antico immaginario salentino, capace di potenti atti magici. La composizione, in lingua madre, genera un ritmo presente di per sé nella lingua e si presta a divenire strumento di creazione di brani musicali e canti in lingue segrete. L’uso di loop ed effetti permette la tessitura di un paesaggio sonoro  ipnotico, abitato da momenti ritmici che danno vita a un vero e proprio concerto di voci. L’ingresso è gratuito

“Alcuni testi poetici – scrive Margherita Macrì nella prefazione – restano per sempre sulla soglia, discreti e volatili, a salutare ciò che entra e ciò che esce. Altri invece debordano e invadono le esistenze. Si infilano tra le ossa e muovono ogni cosa. La Macàra è una raccolta di questo secondo tipo, materica e viscosa, che può inondare un corpo intero con il suo suono. Lo si comprende fin dal sottotitolo, “poema sonoro in lingua madre”, che avverte il lettore: questa lingua genera attrito, ritmo, conflitto”.

La biografia artistica di Valentina Sciurti parte dalla danza e dal teatro e si è poi concentrata sulla vocalità, e ciò spiega la precisione con cui il libro posa la voce, la sposta, la moltiplica. È stata molte cose questa Macàra nel tempo: uno spettacolo teatrale in uno spazio ampio, poi lo spazio si è ridotto e la figura si è ricostruita, alleggerendosi di scena in scena fino a farsi quasi solo voce. Quello che leggiamo è un distillato, dalla scena al microfono fino all’orecchio. Lo spazio si è richiuso e il gesto si è depositato nella sillaba. Laddove non c’è più un corpo che attraversa la scena, c’è una voce che attraversa il corpo. E l’oralità fiorisce nella lingua”. A illustrare la copertina del libro, “Macàra”, carta dipinta di Orodè Deoro.

Valentina Sciurti è performer vocale, danzatrice, autrice e regista, cofondatrice della compagnia teatrale Therasia Teatro di Lecce (2014 – 2023); la sua ricerca indaga il suono e la vocalità a partire dal movimento coreografico e dallo spazio architettonico. Laureata in DAMS con una tesi in Etnomusicologia dal titolo “Musica. Trance. Teatro. Il rituale della Lila”, ha studiato presso la scuola di alta formazione vocale e sonora “Malagola” di Ravenna diretta da Ermanna Montanari ed Enrico Pitozzi presso cui ha approfondito la sua indagine sulla vocalità con maestri come la stessa Montanari, Roberto Latini e, in particolare sul paesaggio sonoro, con Alvin Curran, Francesco Giomi, Meredith Monk. Collabora con la cantautrice e musicista Serena Abrami con la quale cura il laboratorio “Suonare lo Spazio – coreografie di corpi e voci per un’architettura del vuoto” e con la contrabbassista Caterina Palazzi per Dramma Sonoro tratto dal Canto III dell’Inferno di Dante, un lavoro che nel corso del tempo si è avvalso della collaborazione di diversi musicisti e pittori assumendo forme in variazione continua. Attualmente è in tour con l’Inferno di Dante e con “La Macàra – Concerto di Voci”. 

“La Macàra – poema sonoro in lingua madre” è la sua prima opera scritta.

(fonte: comunicato stampa)

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