Quando i sogni raccontano una storia
I luoghi della parola/ spazio recensione
Con “Il Creasogni” di Simone Toscano si afferra la magia
di Lucia Accoto
I sogni sono venuti a prendermi per mano. Sono passati, però, prima su carta lasciando voci e sguardi. Ed i sogni raccontano sempre una storia, come superare un ostacolo per renderli reali, quindi vita e nuova sponda per sentire il sussurro di altri desideri appesi nel cielo anche di giorno. Ho sognato e danzato il valzer a fil d’inchiostro leggendo il romanzo “Il Creasogni” del giornalista Mediaset, Simone Toscano. Perché le voce dei personaggi che vivono nel libro, a partire dal Signor Ettore, non hanno labbra secche, non hanno paura di esporsi. Hanno solo una grande speranza di muoversi lungo i colori della vita che appassiscono dinanzi agli acquazzoni fatti di lacrime e di dolore. I libri hanno sempre qualcosa che ci appartiene: un’immagine, un ricordo, un’idea. Diventare enormi velieri su cui il lettore scivola nelle notti senza stelle attraversando le curve delle parole. E Toscano solleva lentamente il coperchio di una storia che avvolge, abbraccia, seduce ed affascina. Lo fa con una scrittura pulita, senza orpelli, delicata e diretta allo stesso tempo, per farci conoscere la magia dei sogni che devono percorrere la strada che ognuno di noi si è costruito a fatica. Non è mai pazzo chi sogna ad occhi aperti perché i nostri passi marciano sull’infinito poema di ciò che più desideriamo, sogniamo.
Scrive Toscano: “… un sogno non può avere uno spigolo, perché lo spigolo può pungere, può ferire, può perfino togliere la parola. …”. Ecco, i sogni sono un po’ come ciottoli, come una scia. Ed Il Creasogni è una storia tra reale ed irreale in cui il lettore cammina lungo il romanzo a passi lenti per non perdere i dettagli, per sentire il profumo della bellezza che passa dagli sguardi, quelli che hanno la luce di ciò che le labbra hanno tatuato per amore. Nel libro del giornalista tutto è mosso dall’alito caldo del sogno, dalla speranza che diventa la carovana che bisognerebbe seguire per guardare oltre “perché al di là dei vetri c’è quello di cui ho più bisogno per pensare: c’è il cielo, senza limiti”. Con Il Creasogni mi sono ricordata di nascere ancora.