Cinema d’autore. Un caso di incoscienza di Emidio Greco

Della cavalletta  o della Voce collettiva

di Francesco Pasca

per il 12° festival del cinema europeo Lecce 12/16 aprile 2011- Multisala Massimo

Il film dà voce con il : UN CASO D’INCOSCIENZA

Ma è un’Incoscienza non per caso.

L’ennesimo gioco di parole che non è gioco.

È la storia in un film complesso, come complesso e positivo è stato l’entusiasmo con cui è stato già accolto al Lido di Venezia. Come positivo è stato il mio intrattenimento con il dialogo di una pellicola svuotata nel silenzio, percorsa all’inizio da una lenta visione che fa intravedere l’immagine sul nulla di una nave ferma al molo, ormai svuotata dal suo equipaggio e dal chiasso di altri intrattenimenti da crociera. Aleggia uno spirito di ricerca, dell’andare a soffermarsi sul particolare. Alla fine di quel percorso silenzioso appare la sagoma di un uomo spiato con discrezione e piacevolmente anch’egli alla ricerca di un’attesa, di un incontro. Come l’attesa e l’incontro sono femmina e maschio quel vuoto da colmare.

La critica da me precedentemente letta ed il finanziamento voluto per il film hanno corso per un breve istante insieme. Come tutte le vicende complesse, anche questa è durata l’attimo di un accendersi di sigaretta, poi si è consumata e gustata per mandare in fumo quel miliardo e mezzo di costi. Così sembrerebbe essersi svolta la storia nella storia. Febbraio 1932. Il liberismo è nel pieno della libera iniziativa economica, dell’esaltazione dell’individuo. Tra libera concorrenza e il libero scambio, il beneficio sta nel determinare l’aumento della produzione. Lo Stato incarna lo stesso individuo ed è riconosciuto in grado di rimuovere gli ostacoli che impediscono il corretto funzionamento del mercato, ma ha i suoi limiti. Ecco allora intravedersi il ruolo del protagonista, del grande industriale alle prese con la crisi e un interrogativo. Erland Josephson è Erik Sander. É nel ruolo di protagonista, di colui che  sparisce dopo aver offerto una sontuosa crociera al mondo economico. Rudiger Vogler interpreta Anderson, è un giornalista spinto dalla curiosità personale o investigativa. Brigitte Fossey Interpreta Elisabeth, grande amore di Erik. È un fatto clamoroso su cui occorre indagare. L’indagine inizia con il dubbio tra suicidio, omicidio o fuga. Principali indiziati: Tutti, compresa Elisabeth chiave del racconto fra il giallo ed il mistero del poliziesco. Nessuna delle supposizioni-ipotesi trova conferma. Il film abilmente le sottintende tutte. Tutte le spiegazioni possono trovarsi in ciascun uomo d’affari o possono trovarsi altrove. Il segreto è profondo e lungo quanto la crociera. Per chi conosce le vicende commerciali del film, queste sembrerebbero intrecciarsi con le vicende del film stesso ed avere l’identico mistero di quel giallo, di quella riunione presieduta da Sander e abbandonata con uno sbattere la porta dallo stesso.

Breve parentesi. Sin dall’inizio il film avrà l’approvazione dal consiglio di amministrazione della Rai e sarà condiviso finanziariamente da RaiDue, Sacis e Gaumont. Sebbene una partenza nel 1983 senza intoppi, la stessa Rai, improvvisamente, abbandona il progetto tanto da giungere anche a farlo rifiutare dalla commissione selezionatrice per Venezia. Ad ogni buon conto il film verrà visto adatto per il grande schermo e predisposto anche burocraticamente per lo stesso a causa di una questione tecnica, di numero di fotogrammi. (pensate, il film fu girato con 24 fotogrammi al secondo mentre la Rai ne prevedeva 25. Durata complessiva, meno quattro minuti.) Un’indagine a parte meriterebbe anche questa storia. Ritornare al film partendo da qui non è difficile. I numeri sono importanti, fanno massa, aggregazione controllata ed incontrollabile, decisione individualizzata da contrapporre alla decisione collettiva. Lo sciamare di uno stormo di cavallette, di locuste dette migratorie, dove il numero diventa l’imitazione, sembrerebbe la soluzione di quel problema perché la natura si dibatte da sempre fra inferni e paradisi e l’occhio non sa decifrare né distinguere il piacere dal dolore.

La sottile filosofia del protagonista che è del regista è il maggior contributo che viene dato al film. L’insetto diventa il protagonista, questi ha capacità altamente evolutive in grado di adattarsi come specie. All’uomo è dato di sapere che il mondo è fatto di cose che non sa dove esse siano e per questo occorre sempre “l’Uno” che si metta a trovarle, e, una volta trovate, deve sempre scegliere perché verrà posto di fronte a due opportunità di cui solo una è vincente. È questo il film, uno spingersi con la curiosità del sapere  e dello scegliere. Dal punto di vista descrittivo regge, dal punto di vista cinematografico resta complesso, fortemente lento nell’indugiare sulle inquadrature. Ma è questa la caratteristica del film. Svuotare la scena e riempirla, svuotarla e restare in attesa di un suo proseguire è l’intento. La sua conclusione a detta del protagonista è:«Nulla è più sbalorditivo dello Stato Sociale» Nel film è conferma. Nel mio intrattenimento cinematografico di un’altrettanta curiosità culturale e investigativa può essere stato solo un interrogativo, e, in una somma di imprevisti, mi sono detto: chi vuole essere libero è anche irresponsabile e la sua incoscienza non è per caso.

SCHEDA TECNICA DEL FILM

ITALIA

UN CASO D’INCOSCIENZA

1984 – 35mm – colore – 132’

 

Regia Direction: Emidio Greco

Sceneggiatura Screenplay: Emidio Greco, Ruggero Guarini, Vittorio Marchetti

Fotografia Photography: Franco Lecca

Montaggio Editing: Alfredo Muschietti

Scenografia Set design: Franco Velchi

Musica Music: Luis Bacalov

Costumi Costumes: Maurizio Millenotti

Interpreti Cast: Erland Josephson, Brigitte Fossey, Rüdiger Vogler, John Steiner, Claudio Cassinelli, Margareth Mazzantini

Produzione Production: Asa Film per RAIDUE

Distribuzione Distribution: Mikado Film

SINOSSI

Un’indagine su un fatto clamoroso avvenuto nel 1932: la scomparsa alla fine di una bizzarra ed emblematica crociera, di Eric Sander, un industriale svedese che ha creato un impero finanziario.

L’indagine è svolta da Anderson, un giornalista che si è messo a lavoro spinto dalla semplice curiosità professionale o, forse, perché ha ricevuto l’incarico da qualcuno che ha interesse a sapere che fine ha fatto Eric Sander.

Attraverso una serie di incontri con alcuni dei partecipanti alla crociera e con Elisabeth (il grande amore di Eric) Anderson comincia a dubitare, dapprima, delle ragioni che avrebbero spinto Sander al suicidio e, in seguito, del suicidio stesso.

Siamo dunque di fronte a un assassinio o ad una fuga? Nessuna delle due ipotesi trova conferma: le spiegazioni sono altrove, il segreto è più profondo.