LE ORE DELLA DONNA
LE ORE DELLA DONNA  Storie e immagini  nella collezione di ceramiche  attiche e magnogreche  di Intesa Sanpaolo
Napoli, Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
Donne, madri di famiglia ma anche  bellissime etére, colte “cortigiane”, o le donne del mito, Amazzoni e Menadi.
 Seducenti e straordinarie ceramiche, dallo scorso 29 settembre e fino al 3 aprile, hanno trovato spazio nei nobili saloni di Palazzo Zevallos Stigliano, su via Toledo, nel cuore di Napoli.
 Primo evento di un ciclo, Il Tempo  dell’Antico, mostre dedicate all’archeologia,  l’esposizione “Le ore della donna” ha voluto raccontare le donne vissute tra la Grecia e la Magna Grecia, tra V e il III secolo avanti Cristo, i loro sogni, il loro modo di amare e di vivere, il tutto filtrato dagli occhi degli uomini, gli artisti ceramisti che realizzarono e dipinsero le ceramiche della collezione che Intesa Sanpaolo, nella propria  sede espositiva, ha voluto condividere con il grande pubblico.
L’eccezione, l’unica nota – spiegano gli organizzatori, è quella documentata in una kalpis attribuita  al “Pittore di Leningrado”. Il pezzo illustra l’interno di una bottega  di ceramisti e mostra al lavoro proprio una donna intenta a decorare un  vaso.
 Tutte le ceramiche esposte (una trentina rigorosamente selezionate) provengono dalla collezione Intesa Sanpaolo,  una tra le più importanti al mondo, ricca di ben 522 reperti provenienti  da Ruvo di Puglia, importante centro dell’antica Apulia. 
 Inaugurata un anno fa alle Gallerie di  Palazzo Leoni Montanari, sede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza,  l’esposizione partenopea si è arricchita di due  vasi concessi in  prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, anch’essi  provenienti, come le ceramiche di Intesa Sanpaolo, dalle tombe di Ruvo.  Si tratta di due esemplari straordinari, per la raffinatezza di  esecuzione e per le storie del mito narrate, che vedono protagoniste due  donne, Medea e Cassandra, il cui ruolo e le cui vicende appaiono in  antitesi: donna innamorata, maga e madre crudele le prima, sacerdotessa  vergine la seconda, entrambe comunque segnate da un destino cruento e  violento.
 Il rapporto con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli avrà un  seguito oltre a questa mostra: alcuni vasi della preziosa collezione del  Museo saranno restaurati nell’ambito del progetto Restituzioni 2013, il  programma di restauri che vede Intesa Sanpaolo al fianco delle  Soprintendenza italiane nella salvaguardia del patrimonio artistico del  Paese.
 Ma le sorprese non finiscono qui, ancora per pochi giorni sarà dunque possibile vedere le donne dell’antichità meravigliosamente ritratte dai maestri ceramisti “dialogare” con una donna d’eccezione presente a palazzo Zevallos: stiamo parlando di Sant’Orsola raffigurata da Caravaggio, la splendida tela che è il capolavoro delle collezioni della Banca.
Ultima nota, ad ideare questo singolare percorso culturale mirato alla conoscenza e alla valorizzazione della collezione vascolare di Banca Intesa è stata una donna, Fatima Terzo, responsabile dei Beni culturali di Intesa Sanpaolo, scomparsa nel maggio del 2009 e alla cui memoria la rassegna è stata doverosamente dedicata. (a.f.)
 Le ore della donna. Storie e immagini nella collezione di ceramiche  attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo è aperta al pubblico dal 29  settembre 2010 al 3 aprile 2011, da martedì a domenica (lunedì chiuso)  dalle 10 alle 18. 
 Ingresso gratuito alla mostra riservato ai clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo ogni prima domenica  del mese.
 Informazioni: www.palazzozevallos.com
nelle foto: Hydria (kalpis) Attica a figure rosse. Donna intenta a dipingere un createre (part.) Pittore di Leningrado, 470-460 a. C. Collezione Intesa San Paolo
Cratere a volute apulo a figure rosse Raffigurazione: Fanciulle alla fonte e ammazzonomachia Officina del Pittore di Baltimora, 330-310 a.C.
