La pittura di paesaggio di Alessandro de Simone


di Antonietta Fulvio

Marcel Proust asseriva che il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Potrebbe essere questo l’assunto di partenza per “Souvenir”  ovvero la pittura di paesaggio firmata Alessandro De Simone. Nel chiuso del suo laboratorio o en plein air l’artista neretino guarda, osserva e medita esprime i propri pensieri sulla tela perché per lui la pittura è linguaggio, vocazione, scoperta. Tutto. Protagonista indiscusso delle tele della mostra “Souvenir”, (presentate a Villa Cascione dall’11 al 18 settembre, al civico 62 di via Emanuele Filiberto) è il paesaggio salentino, rivisitato in una chiave nuova, non stereotipato tra fichi d’india e muretti a secco, ma colto nel fascino del suo aspetto brado.

 

 

“Souvenir”, in questo caso, è utilizzato nell’accezione originaria del termine che nella lingua francese significa ricordo. Per l’artista souvenir diventa il rimembrare ad occhi chiusi sui profili che disegnano le coste del Salento, gli alberi, le case e le distese immense della campagna al di qua del mare. E poi la luce. La luce diafana che ama catturare nelle mille sfumature dall’alba alla notte, pensando alla tela di cotone makò come sfondo, substrato ideale dalle tinte fosche, da cui far emergere indefiniti particolari dei luoghi. Della memoria. Appunto. Il paesaggio che resta negli occhi e nella mente di chi, guardando questa terra, scopre la dimensione della propria spiritualità. Un silenzioso discorso ininterrotto con la parte più profonda dell’Es.

Sguardi, talvolta rubati, che si fermano sul Rivellino, il castello che domina la vecchia Gallipoli, o sulle tanti torri costiere, silenziose testimoni di un passato fatto di incursioni, di passaggi, di contaminazioni. Dal faro di Otranto a Torre Uluzzo alle Quattro Colonne e poi il paesaggio disseminato tra ruderi di masserie e la macchia mediterranea, ripresa in macro, quasi come se il pennello dell’artista divenisse una sorta di obiettivo che scava nella vegetazione spontanea che caratterizza con i suoi profumi e le sue stravaganti forme questi luoghi di antica bellezza. Perché antico è il rapporto con la natura che qui ha ancora un posto da difendere dalla cementificazione selvaggia.

Le visioni che l’artista riproduce sono quasi schizzi veloci sulla tela di cotone, un supporto naturale, abilmente trattato con una  tecnica che gli consente di ottenere degli effetti-speciali: il colore si impregna tra le trame del tessuto vincendo la sua leggerezza, la consistenza stessa dell’acrilico o dell’olio che si asciuga gioca sulla superficie, crea volumi, suggerisce un contatto con la natura che si fa linea, forma, materia.

La pittura di De Simone, formatosi all’Accademia di Brera, rielabora – come svela egli stesso  – la lezione dell’informale europeo, sfrutta le percezioni visive derivanti dai rapporti cromatici che si rifanno alle campiture di Rothko, tra i suoi artisti preferiti.

Olio o acquerello il colore è emozione. Pensiero che prende forma.

Come ha scritto Rita Tondo nel catalogo “Colori di Frontiere” realizzato in occasione dell’omonima mostra d’arte tenutasi a Mesagne lo scorso luglio, lo stile di De Simone lo avvicina al romantico William Turner.

È una pittura di atmosfere, d’impatto emozionale. Con pochi segni egli riesce a ritrarre l’essenza dei luoghi ricordando da un lato come essi siano ancora oggi incontaminati, lanciando un monito, un invito a preservarli nella loro integrità. Al contempo, però, le sue opere sono anche strati di colore e di memoria, il tentativo mai finito di scavare e ritrovare le radici magno greche, le stesse che oggi sono il patrimonio e l’unicità di una terra da difendere. A qualunque costo e con ogni mezzo. Arte compresa.

(pubblicato sul quotidiano Paese Nuovo, domenica 11 settembre 2011)

 

Souvenir – la pittura di paesaggio di Alessandro De Simone

Dall’11 al 18 settembre 2011

casa Cascione, via Emanuele Filiberto, 62

Litoranea Santa Maria – Santa Caterina al Bagno

Orario: 19/22. Ingresso libero