Quando il Teatro abita la Poesia
Venerdì 27 aprile alle 19 al Teatro Paisiello di Lecce. Letture e testimonianze
L’eloquenza della luce. Intorno alla poesia di Angelo Lippo
Una scrittura militante e una poesia civile impegnata contro la devastazione ambientale di Taranto
Interventi di Antonio Errico, Antonella Lippo, Antonietta Fulvio, Fabio Tolledi
“Ogni cosa prende possesso di sé a smentire ogni dubbio,
ogni certosina attesa, soffiata sul triangolo delle ore.
Si estenua il bisogno di domande nel groviglio di un mistero che non tace.
D’estate parla forte l’eloquenza della luce”.
Sono alcuni dei versi che Angelo Lippo, scrittore, saggista, critico d’arte, poeta tarantino, scomparso nell’agosto del 2011, aveva consegnato al Raggio Verde Edizioni per Se non matura la spiga, suo ultimo libro.
E L’eloquenza della luce, intorno alla poesia di Angelo Lippo è il tema dell’appuntamento di venerdì prossimo 27 aprile al Teatro Paisiello di Lecce, inizio ore 19, nell’ambito del calendario di Astràgali Teatro per “Teatri Abitati”, in collaborazione con Il Raggio Verde.
Nato, come amava ripetere, “sulle rive dello Ionio” nel 1939 nel giorno di San Martino e “nipote di carrettiere”, Angelo Lippo, che Raffaele Nigro definisce “il maggior poeta dell’ultimo Novecento tarantino”, alternava alla scrittura poetica una densa attività di saggista, critico d’arte, curatore di rassegne e di tutto questo rimane traccia feconda e preziosa non solo nei numerosi volumi di poesia ma anche in alcuni importanti rassegne di arte contemporanea, dalla lontana Proposta ’70 fino a Identità del Contemporaneo e Arte in Salento, oltre che in articoli e fogli sparsi sulle numerosissime riviste e quotidiani territoriali con cui collaborava (tra gli altri, Corriere del giorno, Puglia, La Gazzetta del Mezzogiorno, Nuovo Quotidiano di Puglia, L’informatore librario, Pietraserena, La Vallisa, Quinta generazione).
Attento osservatore della produzione poetica e letteraria pugliese, dalle pagine di Porto Franco, la rivista d’arte e letteratura da lui diretta dal 1985, imbastiva “sguardi sulla poesia contemporanea” (ultimi quelli su Arrigo Colombo, Anna Marinelli, Rita Marinò Campi, Rita Santoro Mastrantuono, Edio Felice Schiavone), e anche nella lettura critica emerge l’urgenza di una scrittura militante, vigile e inquieta. Una poesia civile, come è evidente proprio in Se non matura la spiga, nella sezione titolata Inediti 2009-2010, aperta con una Ballata per Aligi Sassu e poi interamente volta a dire di Taranto, la “sua città”: una Taranto offesa, dilaniata, depredata, dove diossina è il nemico mortale, la polvere sottile che uccide, impedendo ogni idea di futuro, e giocando il sottile pesantissimo ricatto di un lavoro a costo della vita. E già negli anni ’70 la poesia di Lippo denunciava le morti bianche dell’Italsider con il poemetto Requiem bianco e con versi come questi: “La mia città ha un cuore tenero/ anche se produce acciaio…”.
Così, se a proposito di Origini, raccolta pubblicata nel ’97, Donato Valli aveva potuto parlare di una poesia “essenziale, asciutta, meditata, portata al limite estremo di una sponda oltre la quale, dal battito dell’onda, avvertiamo l’essenza della vita”, quella trasparenza della parola in questi inediti si fa battaglia civile, incitamento alla resistenza. “Nessuno manchi all’appello. I disertori non sono ben visti. La storia non si scrive con i se ma guardandola in faccia. Chi ha paura dell’ascolto faccia a meno di esserci. Gli occhi sono stanchi di annotare viltà che puntualmente si ripetono. Io non voglio far morire la mia terra. Per cui lotterò con i denti perché il sole qui rinasca luminoso come sempre. E non aspetterò inerte il nemico”
L’appuntamento di venerdì si snoderà, così, tra lettura dei testi poetici e di alcuni carteggi inediti, a partire dalle lettere con Armando Meoni, di cui aveva pubblicato il più esaustivo saggio critico, Mario Marti, Ferruccio Ulivi, Giacinto Spagnoletti, Maria Luisa Spaziani, e testimonianze. Intervengono Antonio Errico, che a proposito della scrittura di Lippo così aveva annotato: “Non è l’ebbrezza dell’oblio. Invece è un’ebbrezza che riporta memorie, storie, stagioni, voci, brusii, restituisce un passato nitido, senz’ombra, riconsegna stupori, fa brillare colori. Azzurrità”, Antonella Lippo, per un contributo sul ruolo del padre come uomo e poeta militante, condirettore con Dante Maffia della rivista Il Policordo e fondatore della rivista di arte e letteratura Porto Franco; Antonietta Fulvio, Edizioni Raggio Verde; Fabio Tolledi, direttore artistico e regista di Astràgali Teatro, poeta e drammaturgo. Coordina Carla Petrachi.
L’appuntamento è realizzato da Astràgali Teatro, all’interno del progetto “Teatri Abitati: una rete del contemporaneo”, affidato dalla Regione Puglia al Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito del FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) 2007 – 2013.
Ingresso libero
Info: 0832 306194; 320 9168440
(fonte: comunicato stampa)