Dromos Festival
Dal 28 luglio al 19 agosto la quattordicesima edizione del Dromos Festival.
Concerti, incontri, mostre, laboratori a Oristano e altri centri vicini.
Fra i protagonisti Omar Sosa, Hugh Masekela, Paolo Fresu, Vicente Amigo.
E un calendario di incontri letterari con ospiti come Rosa Montero,
Santiago Gamboa, Ignacio Martinez de Pison, Danilo Manera, Susana Fortes.
A metà agosto “Mamma Blues” a Nureci, chiusura a Olmedo con “Baranta”.
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Concerti, mostre, incontri letterari, laboratori per ragazzi: è ancora una volta un programma ricco e variegato quello messo in campo dall’associazione culturale Dromos per l’estate in Sardegna. Tre diversi festival per un circuito di eventi che, dal 28 luglio al 19 agosto, si snoda tra Oristano e vari centri della sua provincia, andando a “sconfinare” anche nel Sassarese, a Olmedo.
La prima parte, quella tradizionalmente più corposa, è nel segno del Dromos Festival, quest’anno alla sua quattordicesima edizione. Un cartellone che, proseguendo il viaggio di Dromos nelle geografie culturali, si riconosce sotto il titolo di “¡Santa Hispanidad!”: un motto da declinare – tutti i giorni dal 30 luglio all’8 agosto a Oristano, Nurachi e Baratili San Pietro, dopo un prologo a Mogoro (il 28 e il 29 luglio) – alla ricerca dei legami profondi che la grande storia della Spagna ha saputo creare tra tante culture del mondo, compresa quella sarda, dove le tracce lasciate da quasi quattrocento anni di dominazione iberica impregnano ancor oggi lingua, costumi, feste e riti religiosi.
E’ la musica, come sempre, a tenere banco con artisti del calibro di Omar Sosa, Hugh Masekela, Vicente Amigo, Juan Carlos Caceres e Anthony Joseph e i nostrani Paolo Fresu, Antonello Salis, Bebo Ferra e Gavino Murgia. Ma non manca, naturalmente, la consueta sezione dedicata alle arti visive, curata dal critico Ivo Serafino Fenu. E, novità di questa edizione, un programma di appuntamenti dal sapore squisitamente letterario, organizzato dall’associazione culturale Luna Scarlatta, con scrittori come Rosa Montero, Santiago Gamboa, Ignacio Martínez de Pisón e Susana Fortes.
Completato il capitolo all’insegna di “¡Santa Hispanidad!”, nel cartellone di Dromos ritorna per il sesto anno consecutivo “Mamma Blues”, appuntamento di metà agosto ormai ben radicato a Nureci, nell’Alta Marmilla: tre serate (dal 14 al 16) dedicate al blues e ai suoi più immediati dintorni con Peter Karp & Sue Foley, Paolo Bonfanti, The Cyborgs e Corey Harris. E’ invece una new entry “Baranta”, tappa conclusiva del circuito di Dromos che trae il nome dalla muraglia preistorica nei pressi di Olmedo: un luogo di confine per un trittico di concerti (il 17, 18 e 19 agosto) di musica dialogica, quella che unisce e non disprezza di contaminarsi, come è nella proposta di Saba Anglana o del gruppo sardo Tzoku.
¡Santa Hispanidad!
Come da tradizione, Dromos è soprattutto musica dal vivo: una regola da rispettare anche in questa edizione con nove concerti serali – tutti con inizio alle 22 – affidati a grandi artisti internazionali. Si parte sabato 28 luglio nella piazza del Carmine di Mogoro, con una sorta di anticipazione del festival nel segno di Omar Sosa. Il grande pianista cubano torna sul palco di Dromos quattro mesi dopo un’altra precedente e fortunata anteprima, il concerto dello scorso marzo a Oristano in duo con Paolo Fresu sulle tracce di “Alma”, il cd pubblicato dai due jazzisti a metà febbraio con la Tuk Music. Stavolta Sosa si presenta alla testa del suo trio con Childo Tomas al basso elettrico e Marque Gilmore alla batteria per proporre il suo nuovo progetto Afri-Lectric Experience.
A seguire, altri suoni e atmosfere con il dj set di Luca Tanchis, che il pubblico di Dromos ritroverà protagonista con le sue selezioni musicali anche a Oristano, nelle sere successive, per i momenti dopoconcerto in programma al Cafesiño (in via de Castro).
E a Oristano la musica dal vivo fa il suo esordio sul palco allestito nel Giardino del Seminario la sera del primo agosto (e non più il 31 luglio, come inizialmente annunciato) con la bella voce di Buika, cantante originaria della Guinea Equatoriale ma nata a Maiorca: un percorso esistenziale che si rispecchia nella sua musica, frutto della miscela di flamenco, soul, hip pop, jazz e sonorità africane.
Il 2 agosto è il grande giorno di Hugh Masekela. Il leggendario trombettista sudafricano – settantatré anni compiuti ad aprile, icona della lotta all’apartheid condotta e vinta attraverso il linguaggio universale della musica (come la compianta Miriam Makeba, con cui fu sposato tra il 1964 e il ‘66) – approda a Oristano alla testa della sua band (Francis Manneh Fuster, percussioni; Fana Zulu, basso; Cameron Ward, chitarra; Randal Skippers, tastiere e Lee-Roy Sauls, batteria) per quella che al momento è l’unica data italiana del suo tour estivo.
Il giorno dopo, venerdì 3 agosto, Dromos si sposta nella vicina Nurachi: qui, nell’Area Spettacoli del Museo dedicato a Peppetto Pau, è di scena “Ondatròpica”, progetto nato da un’idea del musicista colombiano Mario Galeano, anima del gruppo Frente Cumbiero, e del produttore britannico Will Holland – in arte “Quantic” – che mette insieme una compagine di dodici elementi formata da stelle della musica colombiana della vecchia guardia e contemporanea. Il risultato è una fusione di sonorità tradizionali (come cumbia, porro, gaita e champeta) e ska, beat-box, hip-hop, dub e funk.
Non poteva mancare a Dromos un evento dedicato al flamenco: la musica di origine andalusa è infatti uno dei frutti più conosciuti e universalmente apprezzati di quell’hispanidad che ispira quest’anno il cartellone del festival. Così, il 4 agosto a Oristano (sempre nel Giardino del Seminario) si esibisce il chitarrista Vicente Amigo, grande virtuoso spagnolo che propone, insieme al suo ensemble un concerto ispirato a “Paseo de gracia”, suo lavoro discografico del 2009.
Dal flamenco al tango per una specie di “colonna sonora” del festival: il 5 agosto nella piazza centrale di Baratili San Pietro – piccolo paese a pochi chilometri da Oristano – arriva Juan Carlos Caceres con il Tango negro trio, una delle più riuscite produzioni del musicista argentino (cantante, pianista e trombonista), uno dei decani – con i suoi 76 anni – della musica simbolo del paese sudamericano. Dalla terra della pampa alla Isla Grande, il viaggio di Dromos prosegue nel dopoconcerto con il trombettista cubano Kike Quintana, eclettico e versatile musicista dal repertorio che spazia dal latin jazz alla musica tradizionale della sua isola: sones, güarachas, merengue e cumbias.
L’itinerario di Dromos tocca nuovamente Nurachi il 6 agosto per il reading-concerto, nell’Area spettacoli del Museo Peppetto Pau, dello scrittore Anthony Joseph insieme alla Spasm Band, tutti artisti originari di Trinidad. Da assai più vicino arriva invece, la sera dopo (7 agosto), Barrio Sud, formazione sassarese che mescola sonorità latine, reggae e ska, salsa e ritmi cubani.
Il percorso di Dromos all’interno dell’hispanidad si conclude a Oristano con uno dei suoi eventi più significativi: l’8 agosto fa il suo esordio assoluto Sos Aldianos, produzione originale che ha per protagonisti quattro jazzisti sardi del calibro di Paolo Fresu (tromba, flicorno, multieffetti), Gavino Murgia (voce, sassofoni, multieffetti), Bebo Ferra (chitarre) e Antonello Salis (pianoforte e fisarmonica). Proseguendo una collaborazione consolidata da anni, un euro per ogni biglietto venduto per la serata sarà devoluto da Dromos a favore della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi GoFAR per la ricerca scientifica volta a sconfiggere l’Atassia di Friedreich, una patologia genetica altamente invalidante che colpisce per lo più bambini e adolescenti.
Hispanidad libre
L’edizione 2012 di Dromos accoglie uno spazio esclusivo dedicato a libri e scrittori: la rassegna letteraria “Hispanidad libre”, curata dall’associazione culturale Luna Scarlatta, in sette tappe e altrettanti incontri, tutti con inizio alle ore 20 e ingresso libero, ritrae un affresco della cultura ispanofona. Si inizia il 29 luglio a Mogoro (in piazza Giovanni XXIII) con la scrittrice e giornalista madrilena Rosa Montero, che presenta il suo ultimo libro “Lacrime nella pioggia” (Salani, 2012), in cui usa la fantascienza come metafora della realtà a partire da una citazione di Philip Dick. Conduce l’incontro la giornalista Francesca Madrigali.
Le tre tappe successive sono al Chiostro dell’ex Asilo Sant’Antonio a Oristano: il 30 luglio appuntamento con lo scrittore colombiano Santiago Gamboa che nel suo “Morte di un biografo” (E/O, 2011) racconta storie improbabili di personaggi incredibili raccolte in un moderno Decameron di cui Gamboa stesso dice “applico alla lettera la regola di Julio Cortázar: divertente non è il contrario di serio bensì di noioso”. Temi di cui si discuterà nell’incontro moderato da Gabriella Saba, giornalista e grande conoscitrice dell’universo latino-americano.
Il primo agosto si prosegue con Ignacio Martínez de Pisón e il suo ultimo romanzo, “Il fascista”, tradotto in Italia da Guanda, dove torna sul tema della guerra civile in Spagna già affrontato in “Morte di un traduttore”. Presenta l’incontro Danilo Manera, studioso di riferimento per la cultura ispanofona e anch’egli scrittore, che incontra a sua volta il pubblico il 2 agosto per una serata dedicata alla letteratura cubana, con particolare attenzione alle nuove generazioni e alla produzione femminile. In armonia con la serata musicale dedicata al tango, il 5 agosto a Baratili San Pietro l’appuntamento letterario è dedicato alle connessioni tra Sardegna e Argentina con tre autori dall’Isola: il giornalista Giovanni Maria Bellu, autore del romanzo “L’uomo che volle essere Peròn”, Paolo Maccioni con il suo “Buenos Aires troppo tardi”, e Mariangela Sedda, scrittrice che si è occupata della relazione tra Sardegna e Argentina nei suoi romanzi “Oltremare” e “Vincendo l’ombra”, editi da Il Maestrale; ne discutono in un dibattito moderato dal giornalista Walter Falgio.
Il cortile del museo “Peppetto Pau” di Nurachi è teatro delle due tappe conclusive di Hispanidad libre: il 6 agosto l’appuntamento è con la spagnola Susana Fortes per un incontro su due suoi libri pubblicati in Italia da Nord: “Il cammino del penitente” (2012) e “Istantanea di un amore” (2010), sulla storia tra Robert Capa e Gerda Taro. A seguire una conversazione con reading tra la Fortes e l’istrionica autrice oristanese Savina Dolores Massa. La chiusura è il 7 agosto: si parla del mito dell’artista messicana Frida Khalo e dei suoi diari con la studiosa e giornalista Maria Cristina Secci, autrice di “Con l’immagine allo specchio”, l’autoritratto letterario di Frida Kahlo, accompagnata dalla proiezione del film “Frida” di Julie Taymor, introdotta dal critico d’arte Ivo Serafino Fenu.
“Hispanidad libre” gode del patrocinio dell’Instituto Cervantes di Roma e della collaborazione dell’associazione internazionale Scila – Societad Cultural Ibero Latino Americana.
Mostre, concorso fotografico e laboratori
Accanto alla musica e agli altri eventi dal vivo, anche in questa edizione Dromos demanda a una mostra il compito di produrre suggestioni e riflessioni in sintonia con la linea del festival. Allestita nell’ex Asilo Sant’Antonio – diventato recentemente sede della Pinacoteca Comunale intitolata al pittore oristanese Carlo Contini -, la mostra “Periferie dell’Impero”, curata dal critico Ivo Serafino Fenu, propone una selezione di opere del collezionista Antonio Manca. Nella raccolta – inaugurazione il 30 luglio alle 19 – campeggiano le creazioni di artisti come Andrés Serrano, americano di origine onduregna e afro-cubana, Ale De La Puente, video-artista messicano, i cubani Maria Magdalena Campos-Pons e Carlos Garaicoa, Francis Naranjo, originario delle Canarie e i sardi Paolo Bianchi e Danilo Sini. Non appartenenti alla “collezione Manca”, ma ospiti della mostra anche gli artisti Salvatore Garau, con l’opera “S’Incontru”, e Antonio Amore, nonché il fotografo spagnolo Carlos Aires con un’opera della serie “Happily ever after”, utilizzata come immagine del festival.
All’esposizione, che è anche il secondo atto del trittico di mostre “InCollection”, prodotte dal Comune di Oristano, si aggiungono le opere in dotazione alla Pinacoteca con artisti come Giuseppe Biasi, Antonio Ballero, Felice Melis Marini, Mario Delitala, Pietro Antonio Manca, Melkiorre Melis, Carmelo Floris, Giovanni Marras, Foiso Fois, Dino Fantini, Antonio Atza, Ermanno Leinardi, Antonio Corriga oltre allo stesso Carlo Contini.
Ma l’arte entra in Dromos anche attraverso le immagini scelte per il Concorso fotografico collegato al tema del festival e attivato attraverso i social network: nasce così la mostra allestita all’Hotel Duomo (e non all’ex Asilo Sant’Antonio come precedentemente indicato) che dal 30 luglio (taglio del nastro alle 22) propone gli scatti scelti dalla giuria dell’associazione Dromos, tra quelli postati dai partecipanti nelle scorse settimane, raffiguranti le tracce della “Sarda Hispanidad”.
Parallelamente Dromos costruisce a Oristano un percorso di trekking urbano dedicato alle vestigia spagnole presenti nella città di Eleonora: l’itinerario parte dalla Chiesa di San Francesco col Cristo di Nicodemo e con il Retablo del Santo Cristo, lambisce la torre campanaria e l'”Archivietto” del Duomo e, passando per la cosiddetta “Casa di Eleonora” e per l’Antiquarium Arborense col Retablo di San Martino, arriva alla Pinacoteca.
A Dromos l’Hispanidad viene declinata anche a tavola con due eventi speciali all’insegna di “Mesa preparada”: lunedì 30 luglio in contemporanea con l’inaugurazione della mostra “Sarda Hispanidad”, all’Hotel Duomo (ore 22) c’è “Suoni e sapori alla corte del Remix di Spagna”, degustazioni a tema curate in collaborazione con Slow Food. Protagonisti pietanze e piatti della cucina sarda in cui più chiare sono le tracce di quattrocento anni di dominazione spagnola: panadas, guefus, carapina, cannonau, vernaccia, sindrie, per un gustoso assaggio accompagnato dalle selezione musicali di DJ Food Corrado Casula. Mercoledì 8 agosto, invece, è tempo di “Fiesta de sangre y de sangria” nel Giardino dell’ex Asilo Sant’Antonio (con inizio alle 23:30).
Tra le iniziative collaterali di Dromos non mancano quest’anno i laboratori per ragazzi curati dall’Osvic (Organismo sardo di volontariato internazionale cristiano), intitolati “Alice, don Chisciotte e la meraviglia del vento” in programma a Oristano (1 agosto), Baratili San Pietro (5 agosto) e Nurachi (7 agosto) in corrispondenza delle date del festival.
Mamma Blues
Per il sesto anno consecutivo, a metà agosto Dromos si trasferisce a Nureci, piccolo e suggestivo borgo al confine settentrionale della Marmilla, per l’appuntamento con Mamma Blues, il festival dedicato a quella che viene definita “la musica del diavolo” e alle sue suggestioni, vicine e remote.
Tre serate consecutive che cominciano martedì 14 agosto con la cantautrice e chitarrista canadese Sue Foley, considerata tra le migliori espressioni “al femminile” della musica blues/roots degli ultimi vent’anni, insieme alla band del cantautore e chitarrista statunitense Peter Karp. Il dopofestival è affidato invece a Meganoisy by Kemp, band isolana vincitrice dell’ultimo Italia Wave Sardegna che le è valso, lo scorso 13 luglio, la partecipazione all’Italia Wave ad Arezzo.
È certamente tra i più conosciuti e apprezzati bluesman italiani invece Paolo Bonfanti, il grande protagonista della serata di Ferragosto sul palco dell’Arena Mamma Blues di Nureci. Nell’occasione il cantante e chitarrista genovese divide il palco con un’altra proposta italiana, The Cyborgs, il misterioso duo “elektrock” boogie con le sue maschere da saldatori. Al termine la musica prosegue con i M.M.A.N, un gruppo che trova nel Rock’N’Roll il suo genere di riferimento.
La serata di epilogo della sesta edizione di Mamma Blues, giovedì 16 agosto, si apre alle 20 con un incontro letterario, curato da Luna Scarlatta, con Jadel Andreetto del collettivo di scrittura Kai Zen, per parlare di “Delta Blues”, eco-thriller ambientato sul delta del Niger. L’incontro è condotto dal giornalista Carlo Porcedda e accompagnato da un reading di Andreetto sulle note del chitarrista Alessandro Barbera. A partire dalle 22 spazio alla musica: al centro dei riflettori il bluesman americano Corey Harris alla testa della sua band, con un progetto che ripercorre i forti legami tra blues e Africa, tra la musica e una delle deportazioni più grandi che il mondo abbia conosciuto, quella degli schiavi strappati alla loro terra. La serata prosegue con i Fleurs du Mal, storica blues band romana che sul palco di Nureci presenta la nuova formazione a cinque elementi e i brani tratti dal nuovo album.
Baranta
Corey Harris & The Rasta Blues Experience sono anche i protagonisti del concerto che il 17 agosto apre “Baranta”, la tre giorni che si ispira nel nome all’antica muraglia posta a difesa dell’identità di un luogo, l’attuale Olmedo, il paese tra Sassari e Alghero, che anche oggi aspira a essere crocevia di nuovi intrecci culturali durevoli. A seguire la musica del Sunsweet Blues Revenge, trio oristanese dalle sonorità rock blues.
“Baranta” prosegue la sera dopo (18 agosto) con Saba Anglana che insieme alla sua band presenta “Life changanyisha (la vita ci mescola)”: frutto di un progetto speciale per l’Amref (African Medical and Research Foundation), il suo ultimo lavoro discografico racconta del viaggio che la cantante italo-somala ha condotto in Kenya seguendo la rotta verso i villaggi e i luoghi remoti che la maggiore organizzazione sanitaria in Africa sostiene aiutando migliaia di persone. Dopofestival affidato al Primochef del Cosmo, progetto interamente made in Sardegna nato sul finire del 2003.
Il sipario su “Baranta” e la stagione di Dromos cala il 19 agosto con il combat-rock degli Tzoku, gruppo sardo nato tre anni fa dalle ceneri dei Kenze Neke, sul palco insieme al tenore Luisu Ozzanu di Siniscola.
Biglietti e prevendite
Il prezzo dei biglietti – che si possono acquistare in prevendita attraverso tutto il circuito www.greenticket.it – varia da concerto a concerto: dai 15 euro per Sos Aldianos e Vicente Amigo, ai 12 per Hugh Masekela e Buika, agli 8 euro per ogni singola serata di “Mamma Blues” e per i concerti di Ondatrópica e Anthony Joseph. L’abbonamento per 6 concerti costa 48 euro, quello per le tre serate di Mamma Blues 20 euro. I bambini sotto i dieci anni non pagano mentre i giovani sotto i 18 anni hanno diritto a un biglietto ridotto del trenta per cento, come i possessori di Carta Giovani e gli Over 65. Ingresso gratuito per i concerti di Omar Sosa, Tango Negro, Barrio Sud e per tutte e tre le serate di “Baranta”.
Il programma delle attività di Dromos per l’estate 2012 si avvale del contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato allo Spettacolo e Attività Culturali e Assessorato al Turismo), dei Comuni di Oristano, Baratili San Pietro, Mogoro, Nurachi, Nureci e Olmedo, della Fondazione Banco di Sardegna, Banca di Sassari, OSVIC, Luna Scarlatta, Instituto Cervantes, associazione Scila, Hotel Mistral, Carta Giovani, Cantina Contini, Cooperativa Su Trobasciu e GoFAR.
www.dromosfestival.it
facebook.com/dromosfestivalsardegna
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Per informazioni:
DROMOS – via Sebastiano Mele · 09170 ORISTANO
tel.: 0783 310490
E-mail: dromos@dromosfestival.it
Website: www.dromosfestival.it
(fonte: comunicato stampa)