Tetris. Fontana in mostra nello Spazio Purgatorio
La mostra curata da Carmelo Cipriani è ospitata nello Spazio Purgatorio della Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni fino al 31 agosto 2014
Fabrizio Fontana. Arte e Gioco
Si intitola “Tetris” la personale dell’artista Fabrizio Fontana, secondo evento del mese di agosto con cui la Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni movimenta lo Spazio Purgatorio. Salentino di nascita, Fontana fa del gioco il fulcro di tutto il suo lavoro e in questa mostra, giocando giocando, mette in atto, in performance, un’idea geniale che promette di risolvere il grande dissidio interiore che dilania l’artista tutte le volte che con la vendita si vede costretto a cedere la paternità delle sue opere.
“Al Tetris, gioco cult degli anni Ottanta, sul quale si sono consumati anni e acribia adolescenziali, è dedicato un filone di ricerca importante della sua produzione – spiega il curatore Carmelo Cipriani. – Presentato per la prima volta nel 2006, il tema è ora riproposto con lavori inediti e nuove finalità. Una revisione progettuale nata da una sincera riflessione sul sistema dell’arte, immaginato come un quadrilatero i cui lati sono rispettivamente rappresentati dall’artista, dal critico-curatore, dal gallerista (ma anche dall’operatore museale) e dal collezionista-pubblico. Ciascun elemento è fondamentale per chiudere il cerchio, o meglio, per completare il quadrato. In assenza anche di una sola di queste componenti, il sistema permarrebbe incompleto, inconsistente ed autoreferenziale. Un’indagine impietosa che ha condotto l’artista alla creazione di diciassette opere, differenti l’una dall’altra ma intrinsecamente legate dalla verve polemica, sempre abilmente celata dalla rosea parvenza degli elementi oggettuali, e dalla frase componibile sul retro: opere opistografe, dunque, assemblaggi in box sul fronte, scrittura dipinta sul retro.
Punto focale del sistema è la vendita, che, una volta compiuta, segna il distacco dell’opera dal suo creatore e il diradarsi del rapporto con le opere coeve. Una necessità per l’artista, ma anche un rammarico, simile ad una paternità ceduta. Ma attraverso la scritta retrostante Fontana ha trovato il modo di assoggettare le sue creature ad un sistema di autocontrollo, legandole indissolubilmente le une alle altre. In esse idee politiche, abitudini sociali, dinamiche culturali e spunti autobiografici appaiono condensati in una sintassi iconica che cede volentieri all’eccesso. Un surplus cromatico e formale prodotto da una personalità dicotomica in cui la spensieratezza del bambino trova un proprio equilibrio con la consapevolezza dell’adulto. I titoli, sempre esplicitati, contribuiscono fattivamente all’economia compositiva mediante inserimenti testuali attinti ad ambiti eterogenei, dal letterario al popolare. Nelle sue opere detti e versi assumono uguale dignità, affiancandosi e sovrapponendosi in maniera analoga a quanto nell’esistenza umana fanno tragedia e allegria, vita e morte, bene e male. Concetti, questi, tutti contemplati nell’operare dell’artista, insinuati nel piano pittorico in forma demitizzata, proprio come fossero trattati da un bambino. […].
Attraverso l’ennesima trovata Fontana sembra esortarci al gioco e al recupero dell’infanzia perduta. Ma dietro il volto ludico – un dietro fisico oltre che concettuale – le sue opere rivelano una profonda riflessione sulle contraddizioni dell’esistenza, sulle dinamiche del collezionismo e, per estensione, sull’intero sistema dell’arte. Ed è su questa via che il gioco si fa serio”.
red. Arte e Luoghi
Fabrizio Fontana è nato nel 1971 a San Pietro Vernotico (BR), dove vive e lavora. Dopo la laurea conseguita con il massimo dei voti presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, intraprende un’assidua attività espositiva.
Ha tenuto numerose personali. Tra le più recenti: 2014 – Jioki Loschi, a cura di Art and Ars Gallery, Dacia Gallery, New York; Il faut jouer pour devenir sérieux, a cura di Roberta Andolfo, Monteoliveto Gallery, Nizza (Francia); 2013 – Un analgesico per l’emicrania, una coppia di dadi e le mie pantofole blu sono tutto ciò di cui ho bisogno, a cura di Lorenzo Madaro, Palazzo della Cultura, Galatina (LE); 2010 – Che il jioko sia con te, a cura di Katia Olivieri, Officine Cantalmo, Lecce; 2009 – Red-Ink, a cura di San Marione, Art and Ars Gallery, Galatina (LE); 2008 – Il paese dei balocchi, a cura di Geoffrey Di Giacomo, Galleria Gallerati, Roma; Non tutti amano la Jiokonda, ma chiunque vorrebbe possederla, a cura di Breda Cuk, Palazzo Kongresni, Ljubljana (Slovenia); 2007 – Jioka come puoi, a cura di Angela Serafino, Plazzo Micheli, Galatina (LE).
Tra le ultime collettive: 2013 – XX x XX (ventiperventi), a cura di Daniele Decia, Studio d’Ars, Milano; ABC, a cura di Gabriella Damiani, Spazio Purgatorio, Ostuni (BR); Pezzi Unici 2, a cura di Noemi Pittaluga, Galleria Gallerati, Roma; Double, a cura di Art and Ars Gallery, Art and Ars Gallery, Galatina (LE); 2012 – I fili di Ersilia, a cura di Angelo Raffaele Villani, Galleria Rossocontemporaneo, Taranto; 2010 – H2O-Interazioni fluide, a cura di Katia Olivieri e Gigi Rigliaco, Castello Carlo V, Lecce; La Terra ha bisogno degli uomini, a cura di Francesco Ruggiero, Reggia di Caserta; 2009 – Wet and Dry (by Streamfest), a cura di Gigi Rigliaco e Giada Todaro, Palazzo Zeffirino Rizzelli, Galatina (LE); 2008 – Fuori 3, a cura di Carlo Gallerati, Galleria Gallerati, Roma.
Tetris
Personale di Fabrizio Fontana
a cura di Carmelo Cipriani
Orari per i visitatori: da martedì a domenica dalle 16.00 alle 22.00 fino al 31 agosto 2014
Spazio Purgatorio
c/o Convento delle Monacelle
Via Alfonso Giovine (centro storico)
72017 Ostuni
Cell. 348.8032506
Orizzonti Arte Contemporanea
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831/335373