Un’estate d’oro. Quando la pittura omaggia la poesia

A Lecce dal 7 al 26 agosto 2015, ex Conservatorio Sant’Anna

L’arte di Pasquale Urso rende omaggio ai versi di Daniel Varujan

“Un’estate d’oro” è il titolo della personale di Pasquale Urso  che sarà allestita a Lecce dal 7 al 26 agosto 2015 nelle sale dell’ex Conservatorio Sant’Anna (via Libertini).

La mostra – racconta l’artista – vuole essere un omaggio al poeta armeno Daniel Varujan,  in occasione del centenario della morte”.

Nasce così l’omaggio pittorico che traduce n visioni poetiche la forza dei versi del poeta armeno.

 

Nato a Perknik, un piccolo villaggio nei pressi di Sebaste in Anatolia, Daniel Varujan studiò in collegio a Costantinopoli e poi a Venezia dove pubblicò la sua prima raccolta di poesie “Fremiti” (1906) e completò la sua formazione all’università di Gand in Francia. Si affermò come poeta con la pubblicazione de “il cuore della stirpe” (1909) e “Canti Pagani”  e fu tra i protagonisti del Rinascimento Armeno. Morì il 28 agosto 1915. In tasca aveva le poesie della raccolta rimasta incompiuta, Il canto del pane, libro pubblicato poi postumo a Costantinopoli, nel 1921.

“Ho avuto modo di leggere le liriche di Daniel Varujan –  racconta Pasquale Urso –  nel lontano 2000 grazie ad un amico, Giovanni Polo, che mi ha fatto avere il libro, “Il canto del pane”, curato da Antonia Arslan e Chiara Haiganush Megighian (1992 Guerini e Associati ed.), prestatogli dall’amico armeno Oztasciyan che vendeva tappeti nel centro storico. Vi ho trovato una stretta corrispondenza con il mio mondo contadino e subito l’ho amato. Pieno di entusiasmo, ho cominciato a fare dei dipinti a tema. L’ho trovato molto congeniale al mio sentire, quasi un fratello più grande che leggeva, con la poesia, il mondo di mio padre mietitore, le Aie, le Trebbiatrici che ho vissuto da piccolo in prima persona. A cinque anni ho visto mia madre, che allattava mio fratello Cosimo, all’ombra del grande ulivo. Ho vissuto la polvere della paglia della imballatrice che il vento spingeva di lato, mio padre che si occupava dei sacchi di grano che la macchina riempiva, degli operai al lavoro con il forcone a mettere i covoni nella macchina. Tutto questo sull’aia vicino alla masseria che si trovava a circa duecento metri da casa mia. Le poesie mi hanno suggerito opere pittoriche e grafiche, legate al ciclo del grano, dalla semina al raccolto, al momento in cui il grano diventa farina e quindi il nostro pane quotidiano, recuperando scene legate al mio passato antico”.

Pasquale Urso – si legge nella presentazione del giornalista Raffaele Polo – ha letto i versi di Daniel Varujan, poeta armeno sconosciuto ai più. È  rimasto affascinato dalla forza espressiva di questo martire della persecuzione, mai terminata, del popolo dell’Armenia e ha pensato di confrontare la propria esperienza del mondo contadino salentino, con una sorta di panteismo naturalistico, dedicando una splendida serie di grandi quadri ad olio ed acrilico al “Canto del pane” del poeta scomparso da qualche tempo ma ben presente nella tradizione culturale. L’istinto di Urso, ha saputo cogliere l’essenza del messaggio poetico che i versi scritti scandiscono con grande capacità emotiva e di maniera. Un motivo che non è certamente di rimpianto per qualcosa che non c’è più: ma la constatazione che solo la vita semplice e intensa dell’agricoltore, di chi cura la terra con amore e sacrificio, può avvicinarci al gusto e alla conoscenza dei più importanti fondamenti dell’esistenza. Legati alla Natura, alla Vita, allo scorrere del sangue nelle vene, al mistero della Fecondità e della Maternità. Questo vigoroso e fondamentale concetto, è espresso da Pasquale Urso con le figure ed i soggetti, ma soprattutto con i colori, con i gialli abbacinanti della campagna salentina, con i grigi ed i marroni della terra e degli alberi, con l’indefinibile drammaticità del cielo che – pare dirci il pittore – è lo stesso, identico, sopra la testa di tutti gli uomini che faticano chini sulle spighe di grano, in ogni tempo e in ogni luogo”.

 


 

Dal 7 al 26 agosto 2015

Lecce, ex Conservatorio Sant’Anna, via Libertini, 21

www.pasqualeurso.it