Ricordando il regista Ettore Scola
C’eravamo tanto amati (1974), Brutti, sporchi e cattivi (1976), Una giornata particolare (1977), La terrazza (1980) e La famiglia (1987), Splendor (1988) e Che ora è? (1989). Sono solo alcuni tra i film capolavoro del regista Ettore Scola icona del cinema italiano. Nato in un paese dell’avellinese, Trevico, il 10 maggio 1931 Ettore Scola regista e sceneggiatore pluripremiato è scomparso a Roma lo scorso 19 gennaio. La rilettura di uno dei suoi film emblematici l’omaggio doveroso ad un grande protagonista del cinema italiano.
Rivedendo “Una giornata particolare”
di Maria D’Albenzio
Il 6 maggio del 1938 è una giornata storica. Il Fuhrer Adolfo Hitler è in visita a Roma… ed è una giornata particolare per Antonietta e Gabriele. Abitano nello stesso caseggiato, ma non si conoscono.
Lei è una donna che non sa scrivere, ma ama leggere. Una madre di sei figli e moglie di un impiegato statale, fervente fascista. Lui è un ex radiocronista dell’EIAR, disoccupato. S’incontrano per pura casualità. Nella palazzina semi deserta, Antonietta, a cui è scappato dalla finestra il merlo parlante, si accorge della presenza di un suo dirimpettaio e gli chiede aiuto. Gabriele, che è deluso dalla vita, sta meditando il suicidio. Si riprende vedendo la vicina di casa sulla sua porta. Riesce a catturare il merlo. Si sente così sollevato, scherza, fa passi di rumba con Antonietta, e le offre in dono il romanzo “I tre moschettieri”.
Così s’incontrano. Si piacciono. Si confessano. Lei gli confessa che si sente tradita dal marito-padrone ed è insoddisfatta come moglie. Lui le confessa la sua omosessualità, causa principale del suo licenziamento dalla radio di Stato. Antonietta e Gabriele, ora, sono sul terrazzo del caseggiato. Continuano a restare insieme e a raccontarsi le loro miserie umane. Antonietta è delusa, gli dà anche uno schiaffo e gli rinfaccia la tentata seduzione, a sua volta però, tenta di conquistarlo lì sul terrazzo, tra lenzuola stese ad asciugare, come in un gioco fatto di leggerezza, coglie quell’occasione per fuggire dalla sua squallida e triste esistenza. I due così si ritrovano l’uno nell”infelicità dell’altro, abbracciandosi ed amandosi, uniti dalla solitudine delle loro anime. Per Gabriele è anche il giorno in cui viene condotto al confino in Sardegna. Lei è una donna plagiata dall’affascinante figura di Mussolini, e in lei il regista Scola fa rispecchiare la stragrande maggioranza della popolazione italiana, incapace di guardare criticamente alle scelte di quel periodo. In Gabriele, annunciatore radiofonico e giornalista, invece, rappresenta l’intelligenza vigile ma impotente, l’élite che ben poco ha potuto fare contro la violenza squadrista. Tutto il film si basa sul confronto tra queste due umanità, unite dalla sofferenza provocata dal regime. Antonietta è la testimonianza della cultura fascista che relegava le donne a un ruolo subalterno di casalinghe fedeli e prolifiche; simboleggia la maternità utile al regime per aumentare la popolazione a fini bellici. Gabriele è l’uomo che rappresenta i dissidenti, le voci fuori dal coro ignorate e lasciate a morire nell’oblio del confino. “Una giornata particolare” è un film amaro che evidenzia i disastri di un regime, che racconta piccoli vissuti per evidenziare le ingiustizie di un periodo storico. E’ un film innovativo, è meraviglioso il piano sequenza all’inizio tra i più complessi e lunghi della storia del cinema italiano. La sceneggiatura non ha sbavature, è perfetta. Sono fantastici gli attori protagonisti Marcello Mastroianni e Sofia Loren, una coppia del cinema che ha saputo regalare sempre grandi emozioni. Un grandissimo Mastroianni si cala perfettamente nel ruolo dell’intellettuale scomodo e sovversivo al regime. Scola ritrae un personaggio intelligente, acculturato e sensibile che non lascia spazio a falsi moralismi e convenzionalismi, e Mastroianni lo interpreta magistralmente. Bravissima anche Sofia Loren, invecchiata, scialba e sciupata, nel ruolo di una casalinga frustrata, con un vestito anonimo e trasandato e i capelli in disordine: eppure resta bellissima ed intensa con il suo volto da Dea, capace di esprimere le perplessità con sguardi profondi e sofferti per la sua grama condizione e per l’uomo che è Gabriele. “Una giornata particolare” è un film coraggioso, lento, ricco di atmosfere interiori, curato nei dettagli, racconta la strana amicizia tra un uomo prossimo al confino e una donna fascista che riscopre la sua libertà che non può che iniziare dalla conoscenza, emblematico in tal senso è il dono che le fa Gabriele, il celebre libro di Dumas. Bisogna saper considerare questa bellissima metafora dell’amicizia come la vera genialità dell’opera di Ettore Scola che raccontava con magnificenza le nostre miserie, attraverso pregi e difetti. Ciao Ettore.