Nasce la rete dei musei del mare. E con Oloferne il Museo Navigante solca le coste italiane
Il nome Museo navigante lascia intuire la caratteristica di un luogo che diventa fluttuante e solcando il mare infinte approda e incontra. Nel tempo dominato dalla rete, i 58 Musei del mare e della Marineria d’Italia si sono uniti dando vita al Museo Navigante una rete virtuale che raggruppa 58 strutture, pubbliche e private, grandi e piccole, per valorizzare il patrimonio culturale marittimo italiano. L’iniziativa è stata presentata a Roma lunedì 8 gennaio ed è il risultato della sinergia di Mu.MA-Galata di Genova, dal Museo della Marineria di Cesenatico, dall’associazione La Nave di Carta della Spezia e dall’AMMM-Associazione Musei marittimi del Mediterraneo. Musei che conservano un patrimonio storico navale, archeologico, etnografico, naturalistico diverso e variegato.
“Finalmente abbiamo un primo censimento dei musei del mare e della marineria italiani, privati e pubblici, ad arricchire la rete dei Musei Marittimi del Mediterraneo e le reti regionali che si stanno costituendo, dalla Catalana alla Ligure, dal Golfo del Leone alla Campania”, asserisce Maria Paola Profumo, presidente dell’AMMM di cui il Galata è capofila. “Sono stati catalogati per quattro grandi categorie: storico-navale, archeologico, naturalistico ed etnografico. Ne è emerso un panorama molto ricco, diversificato e molto attivo. Il nostro obiettivo è far scoprire e promuovere il patrimonio marinaro, materiale e immateriale: barche, reperti, cimeli ma anche, e soprattutto, memorie di lavoro, di migrazioni, di comunità che di mare hanno vissuto e vivono”.
Il Museo Navigante ha l’adesione della Marina Militare – custode di gran parte del patrimonio navale e marittimo nazionale – della Guardia Costiera, oltre che di Assoporti, l’associazione che riunisce le Autorità di Sistema Portuale, del Registro Italiano Navale (R.I.NA), Assonautica, Federcoopesca-Confcooperative, Assonat.
Dal Museo storico navale di Venezia all’Eco Museo del mare e della pesca a Martinsicuro, dal Mas-Museo delle Attività Subacquee di Marina di Ravenna al Museo del mare e della navigazione antica al Castello di Santa Severa.
Nel sito www.museonavigante.it (peccato ancora non navigabile) si potranno consultare, regione per regione, le schede informative dei vari Musei e i tesori e le memorie che custodiscono.
“Otranto non poteva non rientrare in questa importante rete dei Musei del Mare. La nostra città è da sempre sospesa tra mare e terra e la sua storia si è costruita nei rapporti con le popolazioni del Mediterraneo. Il museo racconterà questa storia ma ci proietterà anche in un nuovo rapporto con il mare sempre più centro di nuovi modelli di sviluppo dell’economia blu”, ha commentato il Sindaco Pierpaolo Cariddi. Tra i musei catalogati anche il Museo del mare comunale di via Sant’Angelo, diretto dal professor Giorgio Cataldini, e Marea, il Centro di cultura del mare del chiostro di San Domenico (nato da un progetto curato dall’associazione Emys e finanziato nell’ambito del progetto di rete museale gallipolina)
E nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale è salpato martedì 9 gennaio, da Cesenatico, il Museo Navigante ospitato a bordo della goletta Oloferne, una barca da lavoro costruita nel 1944 dal maestro d’ascia Nicola Russo, originario di Castellammare di Stabia ma trasferitosi poi in Sicilia. Nel cantiere Russo vengono costruite tre imbarcazioni destinate al trasporto merci, tra queste la Oloferne. Negli anni Sessanta la nave è trasformata in barca da diporto da un professionista palermitano.
Oloferne navigherà lungo la penisola e dopo la partenza da Cesenatico farà tappa anche nelle città nelle quali hanno sede i musei tematici che hanno aderito all’iniziativa: Chioggia, Trieste, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Martinsicuro/Giulianova, Pescara, Bisceglie, Molfetta, Otranto, Tricase, Gallipoli, Crotone, Siracusa, Pioppi, Napoli, Procida, Civitavecchia, Gaeta, Livorno, Viareggio, La Spezia, Chiavari, Genova, Imperia.
Tre mesi di viaggio, 1800 miglia nautiche, 25 tappe e un calendario fitto di iniziative. Dai laboratori didattici per i più piccoli, agli incontri e conferenze per gli adulti. Tutto con un unico obiettivo: far conoscere l’importanza del mare nella storia collettiva passata e futura dell’Italia e dell’Europa. Il viaggio si concluderà a fine marzo 2018 a Sète, in Francia, al Festival del Mare, a cadenza biennale, Escale à Sète, il più importante evento di tradizioni marinare del Mediterraneo dove la goletta Oloferne sarà ospite in rappresentanza dei musei italiani.
Nel 2017 sono stati circa 650 mila i visitatori che hanno varcato le porte dei 70 musei della rete Museo Navigante.
Il Polo Museale della Calabria, guidato da Angela Acordon, ha aderito all’iniziativa con due suoi musei.
il Museo Archeologico dell’antica Kaulon a Monasterace (Reggio Calabria), diretto da Rossella Agostino, il cui percorso espositivo illustra la storia della colonia magno-greca di Kaulonia dall’età di fondazione, ad opera dei crotoniati, fino ad età ellenistico-romana ed ospita anche reperti subacquei tra cui, ancore e resti di colonne lavorate da aree limitrofe all’odierno Museo situato a poca distanza dalla costa nei pressi di Punta Stilo caratterizzata dalla presenza del Faro. L’esposizione presenta per alcuni settori parziali ricostruzioni di edifici abitativi e sacri finalizzate ad una migliore lettura da parte del pubblico. Le Collezioni più importanti sono: rocchi di colonne in marmo anche lavorate rinvenute nelle acque antistanti il sito dell’antica città di Kaulonia; Tetto tempio del Colle della Passoliera di età greca caratterizzato da una ricca policromia; Collezione numismatica e fra i “pezzi” più significativi si segnalano: manufatti bronzei, tra cui specchi, elementi di armature ed una interessante iscrizione votiva in lingua achea dall’area del tempio dorico; Mosaico pavimentale policromo con la raffigurazione di drago di età ellenistica dall’abitato.
Il Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna – Crotone, diretto da Gregorio Aversa, è suddiviso in tre sezioni principali dedicate la prima (“Terra”) ai resti dell’insediamento sorto sul promontorio in età romana, la seconda (“Sacro”) al santuario di età greca sviluppatosi sullo stesso luogo e, infine, una terza (“Mare”) destinata ad illustrare le problematiche dell’archeologia subacquea, espone una parte del carico di marmi trasportati dalla nave naufragata presso Punta Scifo e databile al III sec.d.C., oltre ad altre suppellettili rinvenute durante lo scavo del relitto e oggetti prelevati da altri contesti sottomarini. Terrecotte architettoniche, vasi a figure nere, vasetti miniaturistici, bronzetti figurati attestanti la frequentazione del santuario greco e appartenenti al cd. Tesoro di Hera, formano le collezioni più importanti. Fra i pezzi di maggior pregio si ricordano: frammenti in marmo pario appartenenti alla decorazione del grande tempio di ordine dorico di cui, all’interno dell’attiguo Parco Archeologico, si conserva parte del basamento ed una colonna in blocchi tufacei.
alla rete dei musei si aggiunge una sorta di museo vivente e galleggiante, la goletta Oloferne dell’associazione La Nave di Carta della Spezia. Una imbarcazione a due alberi che diventa così un prolungamento del Museo del Navigante e collegherà tutte le realtà italiane. La goletta prenderà il mare il 9 gennaio, salpando da Cesenatico, facendo prima rotta su Trieste per poi discendere tutto l’Adriatico e risalire il Tirreno, facendo tappi nei porti dei musei per approdare poi a marzo a Genova, al Galata, che della rete è capofila.
“C’è un grande bisogno di recuperare e rivendicare l’identità marinara di questo Paese”, dichiara Marco Tibiletti, presidente della Nave di Carta, associazione di promozione di cultura del mare che in oltre vent’anni ha imbarcato e fatto navigare più di seimila ragazzi. “I valori del mare sono solidarietà, cooperazione, rispetto, tolleranza, lavoro, e coraggio: una grande scuola di formazione per le nuove generazioni”. A bordo del Museo Navigante ci saranno anche gli allievi degli Istituti Nautici d’Italia.
“Quello che vogliamo evidenziare con il Museo Navigante”, dice Davide Gnola, direttore del Museo della Marineria di Cesenatico, premiato nel 2017 tra i migliori musei italiani (Premio ICOM-Italia) “è che i musei marittimi sono fattori di sviluppo nei territori. Se vogliamo migliorare la nostra offerta di turismo culturale, in un Paese che ha otto mila chilometri di coste e una tradizione marittima secolare, non possiamo trascurare i nostri musei e le nostre barche storiche”.
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