La seconda volta che sono nata. Il romanzo di Valeria Coi a Roma

ROMA. La storia di una e mille paure, di una e di mille donne e degli uomini che spesso queste donne scelgono di avere accanto.
Dopo il successo della tappa bolognese, approda a Roma mercoledì 29 maggio, presso la cioccolateria Fascino Napoletano a Roma (in via Tolemaide, 14 nei pressi dei musei vaticani), alle 19,30 il romanzo di Valeria Coi (a lato nella foto di Aldo Isocento) dal titolo “La seconda volta che sono nata”, edizioni Il Raggio Verde con la copertina dell’artista Francesca Mele.

Dialogheranno con l’autrice Domenico Antonaci – presidente associazione Pugliese di Roma e dirigente medico ospedale Pertini, Paolo Di Giannantonio, giornalista Tg, Catena Fiorello, scrittrice; autrice televisiva e conduttrice televisiva italiana.
Modererà l’incontro la giornalista Cecilia Leo.

”La seconda volta che sono nata” è un romanzo ambientato nel Salento e all’interno di un capitolo, quello dedicato all’amore, c’è un passaggio anche a Roma, dove Marta e Alberto si ritrovano in seguito ad una brusca separazione.
Violenza fisica e psicologica, pressioni emotive causate dalle convenzioni sociali che spesso condizionano le scelte e tutta la vita. Paura di non essere accettati e timore di non meritare l’amore. Ma anche la magia di una rinascita che arriva a causa di un evento molto forte e traumatico che mette in discussione tutte le scelte di una vita per ripartire dalla consapevolezza che non si può vivere senza la tenera accettazione di quello che siamo, conquista che passa dal perdono verso se stessi.

Marta, la protagonista, compie un viaggio nel passato che la aiuta a valutare e comprendere come i retaggi che ci portiamo dietro, possono diventare zavorre per la nostra anima, questo viaggio si compie con e per il lettore che, leggendo diventa amico e confidente di Marta.

La storia di una e mille paure, di una e di mille donne e degli uomini che spesso queste donne scelgono di avere accanto.

Trama:
Una donna in una sala d’attesa di un pronto soccorso si distingue dalla massa. Lei è seduta in un angolo e, in attesa del responso di un tac cerebrale, vive la paura di morire, un paura talmente forte che lei non ha il coraggio nemmeno di parlare, solo di pregare, in silenzio, in un angolo.

L’autrice le si avvicina con delicatezza e da quel momento tra le due donne accade qualcosa di strano, un sentimento di coinvolgente di totale empatia trascina entrambe in un vortice di emozioni moto forti che vivranno insieme per i giorni di degenza di Marta, in ognuno dei quali affronteranno argomenti diversi, su concetti riguardanti la parte più intima di un essere umano. Marta racconterà aneddoti della sua vita che spingeranno l’autrice (e anche il lettore) a riflessioni profonde, a tratti sconvolgenti, dalle quali entrambe non potranno più tornare indietro.

“La seconda volta che sono nata” mette il lettore davanti ad uno specchio; davanti alle sue paure, ma non solo, anche davanti alle sue convinzioni; convinzioni che a volte il romanzo scardina attraverso degli avvenimenti molto delicati ed emozionanti. Non è un romanzo che parla esclusivamente delle donne, non solo almeno. Marta racconta pure degli uomini che hanno attraversato la sua vita, compreso un matrimonio con un uomo violento.

Il romanzo descrive inoltre la paternità e il tormento che un padre può attraversare.

A tratti complicati da comprendere, i pensieri di Marta non si muovono mai contro qualcuno, lascia sempre la lettore il compito di discernere, senza forzature.