Sant’Antonio, iconografia del Santo delle Tentazioni
Dal British Museum a Novoli, in provincia di Lecce, in occasione dei festeggiamenti del Santo Patrono. In mostra 81 incisioni nel Palazzo Baronale grazie alla cura e all’impegno di Mario Rossi
NOVOLI. La devozione lega da secoli il santo alla sua gente. E fa di una piccola cittadina, nel cuore del Salento, il palcoscenico di uno spettacolo pirotecnico straordinario che rinnova ogni anno stupore e incanto nei giorni soprannominati del Fuoco. Stiamo parlando di Novoli e il Santo in questione è Sant’Antonio celebrato non solo nei riti religiosi – e in quello più profano della celebre Focara, la più alta del bacino del Mediterraneo con i suoi 25 metri di altezza con un diametro di 20, realizzata interamente con tralci di vite – ma anche con una singolare mostra curata da Mario Rossi allestita nel Palazzo Baronale. Così è giunta quest’anno a Novoli una straordinaria collezione di notevole interesse artistico e storico.
Incisioni, acqueforti, disegni e xilografie provenienti dal British Museum, con un unico denominatore comune, appunto, la raffigurazione di Sant’Antonio.
Amico degli ultimi, degli emarginati e degli animali il santo patrono di Novoli è per lo più rappresentato dagli artisti – come spiega lo storico di arte moderna il professor Lucio Galante «a figura singola o nelle rappresentazioni di episodi particolarmente significativi verso la santità. Come si può desumere dal numero delle opere presenti in mostra, il tema più rilevante è quello delle tentazioni, a conferma di quanto più volte è stato già osservato, e cioè che per la storia dell’arte Sant’Antonio è soprattutto il Santo delle tentazioni.»
In occasione dell’evento espositivo, di sicuro tra quelli più interessanti che hanno arricchito la proposta culturale dei Giorni del Fuoco, la pregevole pubblicazione intitolata “Iconografia di Sant’Antonio abate nell’arte dell’incisione” curata da Il Parametro editore. Il saggio dello stesso Galante impreziosisce il catalogo che raccoglie le immagini delle ottantuno opere esposte.
Il primo gruppo di incisioni che ha aperto il percorso vede il Santo raffigurato a figura intera con gli abituali segni, cioè il Tau, la campanella, il maiale, il fuoco e talvolta con l’aggiunta del rosario e del libro, spiega lo stesso Galante, facendo notare come poi nel tempo siano prevalse le ragioni dell’arte che hanno fatto emergere le caratteristiche espressive e stilistiche degli artisti. Il risultato si traduce nelle tante varianti di raffigurazioni che il visitatore attento ha potuto osservare.
Ed ecco, allora, che tra le opere, di indiscusso valore artistico e storico, spiccano le incisioni di Nicoletto da Modena (1500), che rappresenta sempre il Santo con l’inseparabile maialino, Albrecht Dürer (1519) che lo raffigura come un eremita, il bastone con la doppia croce e appeso un campanello caratterizzando prevalentemente però l’ambientazione paesaggistica. Lucas Van Leyden, invece, (1521) lo rappresenta intento a leggere un libro che stringe nella mano sinistra mentre nella destra ha un bastone. In questa incisione si intravede un maialetto con una campanella al collo. Curiosa invece è la posizione che assume il maialetto nascosto tra le gambe del santo, nella incisione colorata a mano dell’artista olandese Master S che sceglie di rappresentare Sant’Antonio in piedi mentre legge con attenzione un libro. E se autori come il francese Vignon o l’italiano Piazzetta concentrano l’attenzione sulla raffigurazione del volto del santo particolarmente suggestive oltre che numerose sono le incisioni dedicate al tema delle tentazioni riconducibile alla «natura narrativa che costituiva un sicuro stimolo per la capacità immaginativa degli artisti» e che porta ad una sorta di classificazione tra le tentazioni diaboliche e quelle definite carnali o muliebri. «Le prime, a loro volta, che riguardano la “lotta” ingaggiata dal Santo contro le forze del male, sono state distinte in attacco nell’aria e attacco terrestre dei demoni. Il percorso delle incisioni comincia con l’attacco nell’aria con l’incisione più famosa, quella di Martin Schongauer, alla cui fortuna concorsero anche altri artisti che la riprodussero letteralmente, come ad esempio Agostino Carracci, esercitando anche una influenza successivamente su altri artisti, quali Luca Cranach il Vecchio, Hans Springinklee e Hans Weiditz.» Anche l’iconografia delle tentazioni carnali ha subito un’evoluzione nel tempo agli inizi del Cinquecento e la tentazione è incarnata dalla presenza di donne, spesso, dal seno nudo. Le tentazioni però sono talvolta raffigurate anche con motivi simbolici non riconducibili solo alla lussuria. Nell’incisione di Hieronymus Wierix, per esempio, la donna con orecchie appintite e il piede artigliato come zampa porge al santo un’urna contenente delle monete. Ma il Santo, noncurante dell’animale piumato e dell’offerta, continua la sua lettura senza cedere alle lusinghe ricevute. Questi sono solo alcuni degli esempi della bellezza, della complessità delle raffigurazioni e della scoperta iconografica intorno ad un Santo tra i più amati e celebrati nel mondo.