Napoli sotterranea, le catacombe di San Gennaro

Le più vaste del Sud Italia sono intrecciate alla storia del santo protettore

Peppe Guida

Napoli. Alle Catacombe di San Gennaro, si accede da via Capodimonte.
Sono le più vaste del sud Italia, si trovano in uno dei quartieri più caratteristici di Napoli, il rione Sanità. Rappresentano un riferimento importante per la storia della città, fortemente intrecciata con quella del suo santo protettore. Le spoglie di San Gennaro, furono traslate in queste catacombe nel V secolo, d.C. Da allora, questo luogo di sepoltura cimiteriale, fuori le mura della città, diventò meta di pellegrinaggio fino alla fine del IX secolo. Dimenticate nei secoli successivi, sono state riscoperte in tempi recenti.


Arte e storia.
Le Catacombe di San Gennaro si compongono di due livelli non sovrapposti. Il nucleo originario, vestibolo superiore, risale a un lungo periodo tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C. Dal cosiddetto “vestibolo inferiore” nei secoli successivi si svilupparono gli ambulacri della catacomba inferiore, secondo uno schema di scavo ampio e orizzontale.
La catacomba superiore, originata da un antico sepolcro detto “vestibolo superiore”, noto per gli affreschi della volta, fine del II secolo e per la piccola “cripta dei vescovi” ubicata presso la tomba di San Gennaro dove furono sepolti alcuni dei primi Vescovi napoletani, mentre la maestosa “Basilica Maior” è frutto di un’ampia trasformazione dei vicini ambienti realizzata nel sec. V, quando furono traslate le spoglie del santo.
Tra gli affreschi, il pavone, simbolo di morte, risurrezione e vita eterna, esprime gli attributi di Cristo: regalità, gloria e immortalità.

foto e testo di Peppe Guida