L’autobiografia visiva poetica di Jana Brike

Un viaggio tra i luoghi e nonluoghi fisici ed emozionali dell’arte contemporanea

“Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni” (Alda Merini)

Dario Ferreri

Jana Brike, classe 1980, è una artista pop surrealista lettone internazionalmente nota per le sue opere figurative dalla riconoscibile cifra artistica che illustrano soggetti e grande sensibilità femminili. Nata nel 1980 a Riga, in Lettonia, ha studiato pittura presso l’Accademia d’Arte della Lettonia, dove, nel 2005 ha conseguito il Master of Arts . Il suo interesse principale è l’arte visiva con una forte narrativa e rappresentazione di figure femminili; utilizza principalmente la pittura ad olio su tela, ma ha anche esplorato altri media artistici quali il disegno, l’animazione, la scultura multimediale, l’installazione e l’arte digitale.


Descrive il suo lavoro come “autobiografia visiva poetica” ed etichetta molte sue opere come “danza di trascendenza”: è la pittura il suo modo personale di fare trascendenza; i suoi dipinti non sono mai scuri, e solo poche cicatrici sono lì per indicare gli ultimi frammenti di lotta e dolore, ciò che resta sono, soprattutto, gioia silenziosa e splendente, grande luce e trascendenza che esitano dal catartico processo di dolore e rinascita, ed un dialogo interiore con se stessi o con il mondo naturale, umano ed animale, che circonda i personaggi delle sue creazioni.


Il suo gusto artistico ed universo di riferimento è faticosamente emerso dal sistema estetico piuttosto omologato di quando la Lettonia faceva ancora parte dell’Unione Sovietica; Jana Brike ha iniziato a dipingere in giovane età come mezzo per portare la bellezza nella sua vita: i corpi dalla pelle chiara, i miti, le fiabe ed il folklore, i merletti della nonna, le illustrazione di libri religiosi ed una natura nordica selvaggia e prepotente, sono gli input della sua riconoscibile cifra artistica.
La sua prima produzione è incentrata sulle tematiche della “crescita” interna della psiche, per attingere poi a piene mani ai temi della femminilità, costante riferimento nelle opere dell’artista e della connessione con il proprio corpo e la sessualità, intesa quale forza vitale, principio fondamentale, connesso alla sopravvivenza ed alla prosperità nel mondo fisico: una pulsione primordiale di scoperta del piacere che àncora alla terra, ma con un costante anelito alla trascendenza verso il cielo e l’immateriale che si traducono in un preciso simbolismo, nei suoi dipinti, di esseri volanti (uccelli, farfalle, api, ecc) che invadono il cielo ma sopra una solida, concreta ed amena terra.
Nelle sue creazioni pittoriche è il corpo femminile il protagonista, con i lividi, i graffi e le gioie della vita, ma è un corpo il cui possesso non è di altri all’infuori che della stessa protagonista dell’opera ed è un corpo che vive di personalità, emozioni ed esperienze intime; l’ambientazione quasi metafisica dei suoi lavori apre portali su mondi in cui il tempo scorre in modo diverso da quello in cui siamo abituati a vivere, permettendo di qualificare la sua arte anche nel solco del realismo magico contemporaneo.
L’obiettivo principale dell’arte di Jana Brike è lo spazio interno e lo stato di un’anima umana: sebbene tragga ispirazione dalla propria vita, il suo lavoro riflette sui temi universali del sogno, del desiderio, dell’amore, del dolore, e della vasta gamma di emozioni che la condizione umana offre, nonché la trascendenza di tutte, la crescita e la scoperta di sé.
Il suo lavoro è esposto a livello internazionale sin dal 1996, quando era ancora una giovane adolescente, e da allora è stata ed è protagonista di numerose mostre personali ed ha preso parte ad oltre 100 progetti e mostre collettive in tutto il mondo, dall’Europa all’America, dall’Australia all’Asia.
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