Addio allo scultore Marcello Gennari
È scomparso lo scultore nato a Manduria nel 1932. Figlio adottivo del Salento, fu titolare della cattedra di Scultura nell’Istituto Statale “G. Pellegrino” di Lecce dove si era formato. Con lui va via un grande Maestro
Antonietta Fulvio
Anche il cielo sembra piangere la scomparsa di Marcello Gennari, scultore straordinario capace di coniugare nella plasticità raffinata delle sue opere razionalità e fede, sogno e realtà. Nato a Manduria nel 1932 si diplomò all’Istituto Statale D’Arte “G. Pellegrino” sotto la sapiente guida dello scultore toscano Guido Gremigni e quando il suo maestro si trasferì fu proprio lui ad ereditare la cattedra di Scultura nello stesso istituto dove si era formato e a dirigerla dal 1952 al 1992.
Dal marmo alla pietra, al cemento Marcello Gennari riusciva a dominare la materia e a plasmarla infondendo alle sue sculture la leggerezza della poesia e un grande senso di spiritualità intesa come la forma più sublime del pensiero. Le sue sculture figurano in collezioni museali di città italiane e straniere a cominciare dalla grande scultura che simboleggia il mondo e le onde dell’etere, posta nella sede della Radio Vaticana a Roma, dove tra l’altro nel 1979 tenne una bellissima mostra per la Caritas, l’altorilievo nella chiesa dei Salesiani a Lecce, città tanto amata, la grande scultura della Vergine e l’arredo della Chiesa di San Domenico Savio a Brindisi.
In questo giorno così triste per la perdita di un Maestro come pochi, sono tanti a ricordarlo.
«Ho da poco appreso che il Maestro Marcello Gennari ci ha lasciato. La sua Arte è stata per me un grande insegnamento. Qualche volta le “mie piccole cose” si sono incontrate, in eventi paralleli, con l’immensità delle sue opere. Le sue sculture rendono la pietra leggerissima e sopravvivono agli uomini.» scrive l’artista Enzo De Giorgi che ebbe modo di esporre nel gennaio 2018 in una mostra alla Fondazione Palmieri le sue tele de “Il Grande Freddo” con le sculture del maestro Marcello Gennari che alla stessa Fondazione donò l’opera “Pensando al futuro”, 1994 dove l’uomo si inchina al miracolo della vita davanti al grembo della donna-madre, dove la durezza della pietra lavorata con estrema leggerezza dispiega il senso più profondo e sacro della vita. Ci mancherà la sua nobile arte, le sue creazioni che fondevano mirabilmente estetica ed etica.
E sono profonde e commoventi le parole del critico d’arte Toti Carpentieri che commenta «Con la scomparsa di Marcello Gennari si chiude un’epoca, quella in cui i maestri erano tali di nome e di fatto, e l’uso di questo termine /definizione con la M in maiuscolo era molto parsimonioso, per non dire raro. Tutti gli scultori salentini della seconda metà del XX secolo hanno avuto in Marcello il Maestro e il riferimento assoluto di tutta una vita. Nato a Manduria nel 1933, ma leccese per residenza ed operatività è stato il cantore della pietra leccese, che sotto le sue mani diveniva pura poesia. Ci legava una lunga e sincera amicizia, e una stima reciproca. Periodica è stata la nostra frequentazione, in un affastellarsi di ricordi e di immagini, e di convinti coinvolgimenti, dalla mostra a Bari nella Galleria “Arte e Spazio” alle presenze nella Triennale d’Arte Sacra Contemporanea di Lecce, e quindi ne “Lo Stato dell’Arte” la sezione salentina della 54.Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, nella collocazione di cinque grandi opere in pietra nell’Antico Seminario di Piazza Duomo in Lecce, ne “Il percorso della scultura” nel MUST di Lecce che fece nascere una collezione di scultura contemporanea pugliese grazie ai comodati concessimi dagli amici artisti. Oggi quel suo “Incontro” è ancora lì, negli spazi del MUST a rappresentare, forse, l’abbraccio tra gli uomini di buona volontà, e quello di un territorio al suo figlio adottivo. » Un figlio adottivo che ha mostrato in tutta la sua vita artistica e umana il valore della bellezza e della creatività che non ha limiti. Buon viaggio Maestro!