Nicola Santoro e la sua testimonianza da deportato IMI

SAN CESARIO LECCE). In occasione della “Giornata della memoria”, la neonata associazione culturale “ContoCanto” di San Cesario di Lecce, ha organizzato un incontro con un testimone diretto di quei giorni terribili che video la furia nazi-fascista abbattersi su milioni di innocenti.

A raccontare la sua storia di deportato IMI sarà Nicola Santoro, rinchiuso per oltre due anni nel campo di Treuenbrietzen.

“Abbiamo fortemente voluto questo momento di ricordo e testimonianza – ci racconta Giancarlo Greco, vicepresidente dell’associazione – soprattutto per i tanti giovani cui oggi l’Olocausto può apparire talmente lontano nel tempo da poter essere dimenticato. Invece, proprio l’attualità in Italia, nel nostro piccolo comune, nel mondo ci racconta di un ritorno preoccupante e pericoloso di ideologie neofasciste, di un malessere strumentalizzato e indirizzato da alcuni politici verso una razza, verso un colore della pelle, verso una minoranza che fino a ieri era rappresentata da noi meridionali, oggi dai migranti. E domani?”

Nicola Santoro, oggi 95enne, è originario di Muro Leccese; ha racchiuso le sue memorie in un libro, Internato 159534, oramai introvabile.

L’incontro si terrà presso la sede di “ControCanto”, in via Umberto I n. 65 a San Cesario di Lecce, domani, sabato 26 gennaio, alle ore 18.30

Il libro

Simeoni è scomparso nel 2010 e se fosse ancora vivo condividerebbe la missione che Nicola oggi novantenne dedica al recupero della memoria per testimoniare ai giovani tutta l’atrocità della guerra. “Questo libro che raccoglie le memorie di Nicola Santoro, internato 159534, fornisce un contributo di grande rilievo per la conservazione della memoria delle vicende per troppo tempo dimenticate di questi soldati che lasciati a se stessi dopo l’8 settembre si trovarono ad affrontare da soli la marea montante di una storia che la società avrebbe cercato, subito dopo, di rimuovere. Spiega nella prefazione Loredana Di Cuonzo dirigente scolastica del Liceo Classico “Giuseppe Palmieri” di Lecce, tra gli istituti scolastici che nel corso degli anni Nicola ha voluto visitare, accompagnato dal figlio Edoardo, portando agli studenti del Salento la sua testimonianza di prigioniero nei campi di concentramento tedeschi.